venerdì 20 ottobre 2023

Almanacco della Paura 1998 - La stirpe degli immortali

 

L'Instancabile… Uno strano, antico mito uscito dalla penna di un profeta pazzo. Soltanto uno tra gli immortali figli di Enoch può calcare la Terra, soltanto uno di loro deve sopravvivere alla lotta eterna. È questo ciò che si nasconde dietro i delitti dell'università? Questa la forza che ha scatenato l'orrendo mostro che fa strage di studenti? Tra antichi manoscritti e moderne atrocità, Dylan Dog dà la caccia a un essere che non teme la morte, una belva in agguato sotto sembianze umane!

Arriva il momento per Ruju di esordire anche sull’Almanacco della Paura, con questa storia che per il soggetto prende spunto addirittura dall'Antico Testamento. Il buon Pasquale ricostruisce minuziosamente una mitologia quasi in stile De Nardo, inventando una leggenda che, origini a parte, si ispira al film Highlander- L’ultimo immortale (1986) di Russel Mulcahy, con l’aggiunta di una spruzzatina di Terminator. Tra splatter (molto buona la sequenza del primo omicidio), sottotrama gialla e soprannaturale ci sarebbe anche di che divertirsi, ma a me proprio non vanno giù i troppi momenti comedy inseriti nella sceneggiatura: dal prologo alle battute della fidanzata di turno, dalle disgrazie di "Sciagura Spader" giovane e adulto all'inutile scena del rapinatore sentimentale. Un Dylan davvero troppo in secondo piano e spento, poi, lascia spazio ad altri protagonisti, sembrando quasi messo lì per caso (come già accaduto e accadrà in altre storie di Ruju), salvo svegliarsi nel finale per cercare di risolvere inutilmente la situazione a colpi di pistola. Tremendi i personaggi dei “fuoricorso”, che si comportano come liceali e hanno l’aspetto di quarantenni; detestabile Judas che non fa altro che prendere a schiaffoni la sua donna. Menzione speciale, invece, per la Morte in versione "esploratore", intuizione davvero azzeccata; Ruju si divertiva un sacco in quel periodo a personificarla in modi sempre diversi, spesso divertenti e inusuali, allontanandosi dalla rappresentazione sclaviana più canonica. Rinaldi torna dopo cinque di assenza a disegnare per Dylan Dog. Qui non riesce a replicare i fasti del suo fantastico debutto con La fata del male, ma il suo lavoro è comunque apprezzabile grazie a vignette dinamiche e sempre ricche di particolari e a un occhio di riguardo alle incursioni omicide dell’”Instancabile”, che nell’essenziale copertina di Stano ricorda più un lupo mannaro. La storia ha anche un vago sapore chiaverottiano che non dispiace. Nel complesso quasi sufficiente.

Le consuete due righe sull’Almanacco. In questa edizione 1998 la rubrica sui film dell’annata torna ad avere un po’ più di respiro. Quello che invece manca ai dossier sulle case maledette e sulla storia della Hammer che avrebbero meritato maggiore spazio. Quello su Matheson e sulla famiglia Addams ci possono stare, ma personalmente preferito la formula dei primi tre almanacchi con un maxi-dossier dove un argomento unico veniva sviscerato a dovere.

Curiosità: (1) Groucho ha davvero un fratello, come sostiene nella storia quando dice di tornare dal mare, o si tratta dell’ennesima gag sui fratelli Marx? (2) A pag. 53 (21° tavola) Dylan fa l’amore con Angie sulle note della canzone di The Lazarus Heart di Sting. Nella pagina successiva ci viene anche mostrato il vinile con il titolo dell’album “Nothing like the sun”. (3) A pag. 100 (68° tavola) viene citato il film Un giorno di ordinaria follia (1993) di Joel Schumacher, che aveva ispirato una storia apparsa sempre sull’Almanacco della Paura, quello del 1996: Il mondo perduto.

BODYCOUNT: 4

TIMBRATURA: Sì (1, Angie)

CITAZIONE: “Lungo, assai lungo è il tempo dell’Attesa… Dei giorni sepolti della vita che pesa. Né Stirpe né Regno né sonno né casa… E’ lungo, assai lungo il tempo dell’Attesa”.

VOTO: 5,5

Soggetto: Ruju (9)

Sceneggiatura: Ruju (9)

Disegni: Rinaldi (3)

4 commenti:

  1. Sicuramente una storia non memorabile, ma io mi sono divertito a leggerla: un 7 glielo avrei dato 😉 !

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho avuto una giovinezza da stroncatore seriale, mentre adesso che sono un po' più maturo tendo a sottolineare i pregi e a chiudere un occhio sui difetti di tutte le opere che vedo/leggo: non immagini quanti libri, fumetti e film che da ragazzo non mi piacevano ora li apprezzo.

      E' per quello che non posso assolutamente rivedere la saga di "Alien": perché finire per rivalutare anche quella 🤣

      Elimina
    2. È arrivato il momento di riguardarlo Alien allora! :)

      Elimina