martedì 10 ottobre 2023

Dylan Dog Gigante n. 6 - Il masticatore di sudari

 

I vampiri sono tornati a Whitby! Come nella storia di Dracula, la città è assediata da una presenza demoniaca che colpisce di notte. Ma sono realmente gli antichi cittadini delle tenebre i responsabili di quelle morti misteriose? Un caso intricato che Dylan risolverà grazie a un insolito alleato: un anziano signore dai lunghi canini...

Il sesto Gigante si apre con la storia cui è dedicata la bella copertina di Stano. Uno Stano che dimostra ancora una volta di dare il meglio di sé sul grande formato del “Dylandogone”, perseverando con successo nell’utilizzo della tecnica pittorica, differenziandosi così dallo stile delle cover della serie regolare. Passando alla trama, si torna ad affrontare dopo tanto tempo il tema dei vampiri, abbandonando però la versione alternativa proposta da Sclavi nei nn. 13 e 62 in favore di un approccio classico alla materia, partendo dalle tradizioni popolari richiamate nell’accattivante prologo. Ammetto che era dai tempi del terzo almanacco della Paura, quello con la "bibbia" sui succhiasangue, che sognavo di vedere Dylan affrontare un nachzehrer! La componente fantastica è finalmente preponderante su quella gialla a cui comunque Manfredi non rinuncia, regalandoci un piccolo colpo di scena finale, che risulta però, come capitato spesso nelle sue precedenti prove dylaniate, anticlimatico. Effetto forse di una sceneggiatura disarmonica in cui si concede ampio spazio al folklore e alla “storia nella storia” (con la “cornicetta” di Roi vista altre volte nella serie, vedasi Dal Profondo o Il Mistero del Tamigi), sacrificando altro, compresa la caratterizzazione di alcuni personaggi secondari, la cliente di Dylan su tutti. La sequenza più riuscita è indubbiamente quella dell'attacco finale del masticatore dei sudari scortato da un branco di lupi, davvero da brividi. La faida tra "amici di vampiri" e "discendenti dei cacciatori", così esasperata come ci viene raccontata, fa invece un po’ sorridere anche se non raggiunge il livello di quella tra fan di topi vs fan di ratti dell'Orrenda Invasione. Con Manfredi, Dylan guadagna sempre in capacità investigative, va spessissimo in bianco come in quest’occasione e dimentica totalmente l’ironia; qui supplisce un Groucho in forma, fortunatamente portato anche lui in trasferta, visto che si rivela anche collaborativo nell'indagine.

L'apporto di Roi che, come abbiamo già avuto modo di evidenziare in quell’anno era in assoluto stato di grazia, è sicuramente fondamentale nell'alzare di almeno mezzo punto la mia valutazione. Si conferma tra l’altro sempre bravissimo a disegnare pipistrelli, come ci aveva fatto capire dal suo esordio nel Fantasma di Anna Never.

BODYCOUNT: 5

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “La nostra è una stirpe orgogliosa che ha reagito alle persecuzioni, preferendo lo sterminio alla resa. Sei tu che me l’hai insegnato! Ma ora tradisci la nostra stessa legge…”

VOTO: 7,5

Soggetto: Manfredi (9)

Sceneggiatura: Manfredi (9)

Disegni: Roi (29)

2 commenti:

  1. Bella storia, con disegni maestosi. Nel mio archivio ho scritto di un solo limite: riporto testualmente...

    "Un solo limite non permette alla storia di decollare del tutto: un eccessivo numero di personaggi, tutti con una parte importante nella vicenda, che il lettore non riesce sempre a mettere a fuoco, rischiando di fare confusione con i loro nomi".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Condivido anche io e infatti l'ho scritto che è stato sacrificato spazio ai personaggi, che sono tanti. Questa storia avrebbe necessitato di una trentina di pagine in più, per dare anche più respiro e pathos al colpo di scena finale. Sullo Speciale avrebbe trovato una collocazione ideale, magari invertendosi con La Preda Umana (sempre di Manfredi) che sullo Speciale ci finì, ma di pagine ne ha fin troppe!

      Elimina