lunedì 12 settembre 2022

Dylan Dog #98 - Lo sguardo di Satana

 

Filmare pazzie popolate di mostri orrendi senza spendere in effetti speciali neanche un soldo, realizzare film horror a basso costo è il sogno di tanti registi strampalati, ma come fare? Forse Julius Gronberg ha trovato la soluzione. Perché Julius ha capito che il modo più semplice per riprendere gli incubi è andare a cercarli là dove tutti nascono: nel cervello umano!

Torna la collaudata coppia Chiaverotti-Dall'Agnol e il risultato ancora una volta non delude. La storia, tra le più sottovalutate dei primi 100 numeri, presenta spunti tutto sommato originali, con gli incubi di Blake che sono il vero punto di forza dell'albo. Purtroppo la prematura dipartita del personaggio compromette parzialmente l'atmosfera torbida e malata che si respira sin dall’inizio, con la trama che da horror vira più sul giallo. L'avrei visto meglio se coinvolto sino alla fine. La discesa negli abissi della droga di Natasha è invece un po' troppo carica di luoghi comuni, mentre sarebbe stata occasione propizia per scatenarne gli incubi fin da subito. Il cattivone di turno, Julius Gronberg è meno carismatico rispetto ad altri villain ideati da Chiaverotti; si salva però dall'anonimato grazie all'idea degli scatti d'ira. Chiaramente deve il suo nome a David Cronenberg. Non solo alcune sequenze richiamano direttamente Videodrome, ma anche concettualmente l’albo ha delle affinità con il capolavoro del regista canadese e con la sua concezione del “body horror”. Qui la mutazione fisica è soltanto immaginata da Blake, ma è comunque strettamente legata alla sua degenerazione psicologica che lo conduce vertiginosamente alla follia, all’omicidio e quasi allo stupro. James Blake è ispirato anche graficamente, a Klaus Kinski, straordinario attore che ebbe non pochi problemi di natura psichiatrica. Dall’Agnol, autore di un’altra prova strepitosa, ci regala una Natasha bellissima (es: prima vignetta con il viso in ombra a pag. 6, ultima vignetta di pag. 8), esteticamente modellata su Nastassja Kinski (figlia di Klaus), e una serie di deliri, allucinazioni e incubi raccapriccianti come poche altre volte visti nella serie. I suoi disegni sono fondamentali per la riuscita della storia, che più che per la sceneggiatura (inceppata dall’immancabile spiegone finale), si fa apprezzare per l’aspetto onirico-visionario. In barba all’autocensura tornano a rivedersi generose dosi di splatter. Semplice ma efficace la copertina con Dylan sgomento davanti all’inquietante occhio di Pee-Wee. Satana rimane circoscritto al titolo.

Da riscoprire.

Curiosità: (1)Nell’Horror Post (inedito) viene pubblicizzata l’uscita, in versione integrale, del romanzo Mostri di Tiziano Sclavi, edito da Camunia. (2)Nel “Giornale di Sergio Bonelli” (sempre inedito) viene celebrato il ritorno di “Lungo Fucile” sul Ken Parker Magazine. Per l’occasione viene pubblicata una vignetta con tutti gli eroi bonelliani, compreso ovviamente il nostro Dylan che presto si sarebbe trovato ospite sulle pagine della rivista. (3)A pag. 73 Dylan pensa che “per amore e per denaro” sembra il titolo di un film. Lo è davvero ed è un omaggio di Chiaverotti a Love and Money (1982, diretto da James Toback) da noi distribuito appunto con il titolo Per amore e per denaro. Nel cast, accanto a una giovanissima Ornella Muti, anche, guarda caso, Klaus Kinski. (4)Non ho trovato riferimenti a Pee-Wee “l’essere che vive dall’altra parte”. La simbologia adottata da Chiaverotti sembra riferirsi alla credenza esoterica del “terzo occhio”.

BODYCOUNT: 4

TIMBRATURA: Sì (1, Natasha)

CITAZIONE: “Vorrei che non finisse mai… Sì… I sogni non devono mai finire…”

VOTO:8

Soggetto: Chiaverotti (32)                          

Sceneggiatura: Chiaverotti (33)

Disegni: Dall’Agnol (8)

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