venerdì 16 settembre 2022

Dylan Dog Gigante n. 3 - Falce di luna

 

Una mano che uccide a sangue freddo, una fata assassina che stermina i bambini. Cosa può celarsi dietro crimini così orrendi? Per rispondere bisogna andare molto oltre l'apparenza, ascoltare una leggenda lontana. È il mito di una stirpe maledetta, nascosta sotto il manto di un'ingannevole innocenza…

Chiaverotti-Dall'Agnol per la sesta volta assieme. L’affiatatissimo duo torna a deliziarci con questa buona storia che è una variazione, con ribaltamento di prospettiva, del film L'albero del Male di William Friedkin (omaggiato con il cognome di una delle famiglie coinvolte dall'infanticidio). Claudio naturalmente aggiunge farina dal suo sacco, classico controfinale compreso, per mettere a punto una favola nera, anzi nerissima, in cui bambini solo apparentemente sono vittime. Ovviamente la trama, piuttosto lineare, non può non ricordare, la strage degli innocenti perpetrata in Ombre. Chiaverotti lo sa bene, cita apertamente l’albo di Sclavi e anzi lo lega a questo con il desiderio di rivalsa di Dylan che in qualche modo si sente ancora colpevole per la morte del figlio della sua partner nel n. 56. Un filo conduttore si può trovare anche con Marionette, la prima storia di questo terzo Gigante: le fiabe di Pinocchio e Peter Pan e in generale il tema della fantasia come rifugio dalla triste realtà. Alcune scelte mi rimangono poco comprensibili: il padre di Janet che si uccide, la stessa Janet che tiene Dennis per ultimo SPOILER(visto che era il più potente non sarebbe stato meglio eliminarlo per primo, dato che ne avrebbe avuto subito l'occasione?)FINE SPOILER. Gli elementi favolistici e mitologici (es: Morrigan, divinità celtica vista anche in Zagor) presenti nella sceneggiatura sembrano in qualche modo anticipare Brendon, la serie creata qualche anno dopo dallo stesso Chiaverotti. Da evidenziare il cameo del Dottor Bronski, giunto alla sua penultima apparizione nella serie. Dall'Agnol chiude qui un ciclo, disegnando per l’ultima volta con il suo stile classico di matrice manariana. Il suo lavoro è sempre encomiabile, riuscendo ad immergerci perfettamente in questa atmosfera fiabesca e crudele, ma è nella parte finale che riesce a dare davvero il meglio: la brughiera nebbiosa, gli spiriti, i contrasti di bianchi e neri. In compensa ci regala un Bloch, mai così magro; l’ispettore gliene sarà grato.

Curiosità: (1)Questa è l’unica occasione in cui un albo Gigante di Dylan Dog ospita 2 storie. (2)A pag. 155 (19° tavola) compare, in ben due vignette, un poster raffigurante Asterix e Obelix forse per affinità con i riti druidici. (3) E a proposito di riti druidici, Dylan se ne era già occupato nel n. 36 Incubo di una notte di mezza estate, sempre firmato da Chiaverotti. (4)Il termine “foinmen”, riferito ai megaliti o ai circoli megalitici, ricorre anche nel romanzo Il mistero della brughiera (Master of the moor, 1982) di Ruth Rendell, che non mi pare avere però altri punti di contatto con la storia.

BODYCOUNT: 8

TIMBRATURA: Sì (1, Janet)

CITAZIONE: “Medicina, medicina/quattro piume di gallina/nella notta buia e scura/si dilegua la paura”.

VOTO:  8

Soggetto: Chiaverotti (33)                          

Sceneggiatura: Chiaverotti (34)

Disegni: Dall’Agnol (9)

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