venerdì 2 settembre 2022

Dylan Dog #93 - Presenze...

 

Devi uccidere Zorex. L'avvocato Harvey Zorex è un uomo ossessionato dal potere, pronto a passare su tutto e su tutti. Qualcuno crede che sia ora di toglierlo di mezzo… Ma chi? Da dove viene il sogno che perseguita Dylan? Un uomo dal volto sfigurato e dalla voce tremante implora, chiede, pretende la morte del perfido Harvey. Una voce che emerge da lontano, dai più intricati labirinti del tempo

Altro albo da me completamente rivalutato con l’ultima rilettura, mentre in passato lo stroncavo senza pietà. Vero è che Chiaverotti imbastisce qui una delle sue classiche sceneggiature sovrabbondanti e tendenti all'eccesso. Altrettanto vero è che neppure stavolta si riesce a scampare alla retorica demagogica. Ci sono però tante buone intuizioni disseminate qua e là che, anche se riescono ad amalgamarsi solo a fatica tra loro e con la trama principale (su tutte le “presenze” di Shablands che sembrano inserite unicamente per giustificare il titolo), rendono avvincente la lettura. Se insomma l’insieme non riesce a ingranare, complici anche alcuni elementi fuori contesto (il tizio con il look alla Jason, l’improbabile proiettile di gelatina, ecc..), gli ingranaggi singolarmente presi funzionano. Partiamo dall’interessante prologo, con l'invocazione d'aiuto dal futuro, spunto più volte richiamato nel corso della storia e destinato ad avere una chiusura non del tutto circolare, ma potenzialmente innescante un loop temporale. Invocazione che può anche essere considerata una richiesta di vendetta post mortem che forse Chiaverotti mutua da Amleto di Shakespeare; depone in questo senso la copertina di Stano con Dylan assorto a contemplare un teschio. Ecco, se c’è un difetto grave nell’albo, sta qui però: come fa Dylan a non riconoscere l’uomo del sogno? Due piccoli gioiellini sono invece la vendetta immaginata dall’impiegato e il racconto sull’infanzia del killer con il volo onirico (ancora su ali d’angelo come nel n. 91) che conduce alla perdita dell’innocenza. E poi c’è lui, Zorex, odioso, sadico, ripugnante e senza scrupoli che Chiaverotti sceglie per incarnare il potere nei confronti del quale lancia la sua invettiva. Decisamente riuscito anche il personaggio della sfortunata Lisa, la cui incapacità di sottrarsi alla sudditanza nei confronti del proprio principale, stigmatizzata dallo stesso Dylan, si rivelerà fatale. A proposito del nostro indagatore, qui lo ritroviamo particolarmente attivo e pronto a fare a pugni come nei primi albi. Afferma di avere idee chiare in materia ma di non voler entrare o essere accostato al mondo della politica (cosa, che suo malgrado, avverrà, extra-fumettisticamente parlando). Buonissimi i disegni di un ispirato Freghieri, su tutti quello, meraviglioso, che chiude l’ultima pagina, anche se in alcune vignette comincia a intravedersi la tendenza a “tirare via” che caratterizzerà i suoi periodi di iper-produzione.

Curiosità: (1)Shablands è un nome che Chiaverotti recupererà anche per il suo Morgan Lost. (2)Nell’Horror Post (inedito) Sergio Bonelli in persona parla del film di Dellamorte Dellamore, di cui tesse le lodi, e del telefilm di Dylan Dog, che avrebbe dovuto essere diretto dal regista Alberto Negrin, progetto all’epoca già arenatosi e di cui in futuro non si fece più niente. (3)L’interno dell’edificio in cui Dylan si batte con il killer, con tanto di vasca piena d’acido, ricorda fin troppo da vicino quello in cui si consuma il duello tra il nostro e Johnny Dark nel n. 88. (4)Torna qui uno dei marchi di fabbrica di Freghieri: le lenzuola nere con i teschi. (5) Per la prima volta sulla serie regolare il titolo di una storia dylaniata si fregia di tre punti di sospensione. Una scelta analoga era stata fatta appena un paio di mesi prima con C’era una volta…, apparso sull’Almanacco della Paura 1994. Accadrà ancora, assai sporadicamente e molto tempo dopo.

BODYCOUNT: 7

TIMBRATURA: Sì (1, Lisa)

CITAZIONE: “D… Dylan… Dog… devi… uccidere… Zorex… Lui… è… la morte… Shablands…”

VOTO: 7,5

Soggetto: Chiaverotti (26)

Sceneggiatura: Chiaverotti (27)

Disegni: Freghieri (11)

1 commento:

  1. Ci sono troppo affezionato, essendo una delle prime storie che ho letto. Il primo albo fu "Killer" in versione book; il giorno dopo tornai in edicola e comprai l'inedito di "Il richiamo della foresta"; il giorno dopo ancora trovai tra i vecchi albi invenduti "Gli orrori di Altroquando", "La donna che uccide il passato" e "Presenze". Quindi se ancor'oggi, dopo 25 anni, amo "Dylan Dog", il merito è anche di questo bellissimo albo :).

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