mercoledì 14 settembre 2022

Dylan Dog Fuoriserie - Immagini

Sembrava impossibile che Dylan Dog e Ken Parker potessero incontrarsi; e invece, grazie a un quadro maledetto, un moderno sciamano e un ospite ricorrente di una clinica psichiatrica londinese lo stupefacente incontro tra l'Indagatore dell'Incubo e Lungo Fucile si è verificato davvero!

Ken Parker è considerato un personaggio di culto nella storia del fumetto italiano. Le sue origini risalgono al 1974, ma è solo 3 anni dopo che la sua lunga e frammentata vita editoriale ha inizio, con quella che viene considerata la sua “prima serie” edita da Cepim (precedente denominazione di quella che poi sarebbe diventata Sergio Bonelli Editore) e protrattasi sino al 1984. Alla testata collaborano autori in futuro “dylaniati” come Ambrosini, Casertano e Tiziano Sclavi (!). Successivamente, tra il 1984 e il 1988, le avventure di “Lungo Fucile” (il celebre soprannome di Ken), non più pubblicate a cadenza mensile, si trasferiscono sulle pagine di riviste a fumetti quali Orient Express e Comic Art. Nel 1989 i creatori del personaggio, Giancarlo Berardi (testi) e Ivo Milazzo (disegni) fondano una propria casa editrice, la “Parker Editore”, che dopo aver ristampato in formato bonellide la prima storica serie, lancia nel 1992 la rivista Ken Parker Magazine con storie inedite. Nell’ottobre di due anni dopo il Ken Parker Magazine approda alla Sergio Bonelli Editore che annuncia in pompa magna il “ritorno a casa” di Lungo Fucile. Per lanciarlo, la casa editrice di Via Buonarroti pensa, tra le altre cose, di realizzare un team-up con l’eroe bonelliano più popolare all’epoca tra i giovani, ovvero (ovviamente) il nostro Dylan Dog. La storia, di 32 pagine in grande formato e intitolata Immagini, viene pubblicata sul n. 23 del Magazine, in uscita nel dicembre del 1994, e viene scritta da Berardi e disegnata da Carlo Ambrosini, scelto per le esperienze di lungo corso maturate con entrambi i personaggi coinvolti nell’operazione. Si è sempre saputo che gli eroi bonelliani convivono all’interno dello stesso universo narrativo e in molte occasioni abbiamo assistito a loro incontri. Ovviamente non sussistono problemi quando i diversi personaggi sono separati, nella finzione, solo da distanze geografiche (come accaduto, ad esempio, per Dylan Dog e Martin Mystere). Assai più difficoltoso è invece metterli insieme quando le loro avventure si svolgono anche in epoche differenti come in questo caso. Come conciliare il Far West americano di fine Ottocento con la Londra degli anni 90? Berardi risolve la questione ricorrendo all’idea di un campo medianico che funziona in entrambi i sensi, richiamando prima Ken nell’Inghilterra “contemporanea” e poi spedendo Dylan nell’America del passato. Le pagine a disposizione si rivelano però troppo poche per sviluppare a dovere le premesse da cui scaturisce l’indagine dell’indagatore dell’incubo, che finiscono per apparire pretestuose e restare in secondo (ma anche terzo) piano rispetto all’incontro tra i due personaggi. Di grande impatto resta però la sequenza quasi muta dell’incubo in cui l’indiano amputa le mani del nostro per poi divorarne il cuore. Berardi poi dimostra poco feeling nella gestione di Dylan, di cui non scriverà in seguito altre storie, e mette in bocca a Groucho le battute più brutte di tutti i tempi. Però è molto simpatico lo scambio di battute (che riporto in citazione) che Ken e Dylan si scambiano la prima volta. Invece disegni di Ambrosini, autore anche della bella copertina interna, mettono tutti d’accordo. Forse un evento del genere, che mette assieme due anti-eroi con alcune caratteristiche comuni che in qualche modo li rende “fratelli di sangue” come suggerisce proprio Berardi nell’editoriale, avrebbe meritato un maggiore risalto. Malgrado il risultato finale lasci l’amaro in bocca, è una storia che non va dimenticata.

Curiosità: (1)Nonostante le ottime premesse e nonostante lo stesso Sergione credesse moltissimo nel progetto, il Ken Parker Magazine non avrà fortuna duratura in Bonelli, chiudendo i battenti dopo sole 16 uscite. (2)A pag. 106 (8° tavola) Tex e il signore degli abissi (1985, di Duccio Tessari, con Giuliano Gemma) viene definito “un orrore di film”. (3)Metafumetto a pag. 105 (7° tavola) quando Dylan afferma che il termine novicilio è “Un errore di battitura di quello che mi scrive i testi. E’ uno in prova”. (4)La storia verrà ristampata, in formato bonellide, su Superbook n. 18 e successivamente sul n. 4 della collana “Il nero della paura”.

BODYCOUNT: 4 (almeno)

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “- Tu chi sei, con quella camicia rossa da macellaio e la giacca da becchino?- -“Lasciamo perdere. Avrei anch’io un paio di cose da obiettare sulla tua camicia da notte e sull’uso parco del sapone-

VOTO: 6

Soggetto: Berardi (1)                    

Sceneggiatura: Berardi (1)

Disegni: Ambrosini (10)

1 commento:

  1. La cosa che mi dispiace è che molti dylaniati, avendo letto di "Ken Parker" solo questa storia (che è carina e nulla più), non siano invogliati a recuperare altre storie di "KP", che è una delle serie più belle nella storia del fumetto.

    Non è la classica serie western con un eroe invincibile, ma una serie con un antieroe che spesso perde e che tratta temi sensibili poco trattati in altre serie Bonelli.

    Essendo una serie con una forte continuità, io consiglio di recuperare in blocco l'edizione Panini, che ha un formato leggermente più piccolo di quello Bonelli, ma si trova a prezzi molto più accettabili rispetto ad altre edizioni.

    Se non vi fidate a recuperarla in blocco, cercate perlomeno "Il respiro e il sogno" e "Adah", due capolavori fuori continuità che sono stati stampati anche in volumi a sé.

    P.s. Forse le due storie più trascurabili di "KP" sono proprio quelle scritte da Sclavi!

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