Davvero memorabile l'ultima
esibizione del gitano Mordecai Hildebrand Chase, illusionista e ipnotista
famoso nella Londra vittoriana! Arrestato con l'accusa di aver ucciso in scena
la sua assistente, venne scortato dall'ispettore Herbert, antenato del nostro
Bloch, al palcoscenico definitivo, quello su cui si sarebbe svolta la sua
impiccagione. Ciò che nessuno si sarebbe aspettato, però, è che Mordecai
resuscitasse subito dopo che il cappio gli aveva spezzato il collo, né che
qualcuno si premurasse di eliminare, al giorno d'oggi, chiunque investighi sul
segreto di Mordecai. Come la bella Sondra e un certo Dylan Dog, per esempio...
Ruju ha sempre avuto una notevole
fantasia nella rappresentazione della Morte: dal pupazzo della piccola Pearl in
Scanner, al simpatico jettatore di Hook l'implacabile, passando
per l'esploratore ne La stirpe degli immortali, ecc..). La bionda
incappucciata in tenuta sportiva e rollerblade ai piedi è forse la più
azzardata si queste personificazioni, quasi blasfema se vogliamo. Eppure non le
si può non riconoscere una certa originalità, da divertito e autocompiaciuto "b-movie"
(o per meglio sarebbe dire “b-comic” in questo caso). E l'intero albo si
mantiene sul medesimo tenore risultando, proprio per questo, gradevole alla
lettura, pur presentando una serie di difetti. Per il soggetto e parte della
sceneggiatura Ruju prende spunto da due fortunatissimi albi della serie, per di
più consecutivi: Attraverso lo specchio (esplicitamente omaggiato dall’artiglio
a pag. 49 e dal mostro a pag. 60 che richiamano analoghi disegni realizzati
dallo stesso Casertano nel mitico n. 10) e Diabolo il grande. A parte
Sondra, una versione più incattivita e fortunata della Geraldine- “che vita di
stenti e privazioni", che è indubbiamente un personaggio riuscito, gli
altri comprimari risultano un po' sacrificati, compreso il Mordecai del titolo
nonostante l’ampio spazio concessogli nel prologo. Avrei proprio evitato la
presenza del bisnonno di Bloch, che non ha alcun senso neanche in chiave
comica, mentre è da notare come il “nostro” Bloch si comporti in maniera davvero
inusuale ostentando, lui che è così pragmatico, paura per una leggenda popolare. Ma
è nel finale che la storia “svacca”, offrendo una risoluzione confusionaria e
poco convincente (per usare un eufemismo). La presenza di Casertano ai disegni
mi rende magnanimo, anche se qui l’ho trovato più “ordinario” rispetto al
livello stellare cui ci aveva abituato anche solo pochi mesi prima. La
copertina di Stano invece è proprio bruttarella, sia per quanto riguarda la
colorazione sia per la raffigurazione dei personaggi.
Curiosità: (1) A pag. 11 Dylan
afferma di aver conosciuto un uomo che diceva di essere sopravvissuto ad un’impiccagione.
Il riferimento è ovviamente al simpatico Larry Varedo e a La bellezza deldemonio. (2) Nell’Horror Club (inedito) venivano già svelati gli autori del
“Dylandogone” 2023, di cui veniva pubblicata in anteprima una vignetta, ovvero
Paola Barbato e Giancarlo Alessandrini.
BODYCOUNT: 14
TIMBRATURA: Sì (1, Sondra)
CITAZIONE: “Il nome di Mordecai
Chase viene pronunciato a stento ancora oggi. Si dice che ci sia una sorta di maledizione
che incombe su quanti si interessano a lui”.
VOTO: 6
Soggetto: Ruju (43)
Sceneggiatura: Ruju (43)
Disegni: Casertano (25)
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