martedì 21 novembre 2023

Dylan Dog #150 - Il bacio della vipera

 

Sinuosa e fredda, ipnotica e rapida come lo scatto mortale di fauci velenose Viper, la donna serpente, si esibisce tutte le sere nel locale del sordido Smiley. Il suo è un talento naturale che incanta gli uomini, una sensualità che stordisce la mente e congela il sangue. Dylan cerca di leggere dentro i suoi occhi di rettile: possibile che Viper sia un'assassina? Possibile che, dietro tanta bellezza, si nascondano le spire di un mostro?

Con Ambrosini, Chiaverotti e Manfredi ormai fuori dai giochi (salvo qualche fondo di magazzino) e uno Sclavi ormai prossimo ad abbandonare nuovamente la testata, la redazione richiede a Ruju di fare gli straordinari. In diversi casi, come questo, il buon Pasquale è quindi costretto a ripiegare sull’usato sicuro: il riciclo di idee ed elementi già utilizzati, con più o meno successo, in altri albi. Ecco dunque servito, in questo n. 150, un non riuscitissimo mix tra Ananga! e Hook l'implacabile. Dal primo viene ripresa la ragazza dall’aspetto esotico (anche se Vyper non sembra proprio avere i tratti somatici di una mauritana) e dal fascino magnetico  e misterioso, l’entità soprannaturale di origine animale e l’assassino (o presunto tale) che si avvale di armi che simulano le aggressioni bestiali. Dal secondo sono presi a prestito gli omicidi dei clienti della ragazza che si prostituisce per necessità familiari e persino il pappone malavitoso con gorilla spietato al seguito. Per il resto la storia esibisce tutti i cliché della tipica avventura dylaniana “di routine”: Dylan che indaga, Dylan che tromba (si rischia anche il foursome a casa di Vyper!), Groucho vera spalla e non comparsa, Bloch, il soprintendente, il clarinetto, il galeone, Jenkins, morti violente, soprannaturale, un incubo-allucinazione a tema e un controfinale a sorpresa. Unica variante: un cliente maschio, di quelli che Dylan normalmente avrebbe messo alla porta, in luogo di una delle solite avvenenti clienti che suonano al campanello del n. 7 di Craven Road.  Peraltro non è che non fosse mai successo prima eh! Terribile Dylan che parla per frasi fatte (il proverbio a pag. 38)  e che dice all’assassino “non sta a me giudicarti” (!!). A far raggiungere una pur stiracchiata sufficienza all’albo ci pensano i disegni di Freghieri. Sebbene questa non si possa affatto annoverare tra le sue migliori prove dylaniate, la sceneggiatura gli fornisce l’assist giusto per comporre alcune vignette di pura sensualità e leggero erotismo come le sequenze degli spettacolini con Vyper e i suoi serpenti (occhio al bacio a pag. 34!), forse ispirato dalla Santanico Pandemonium di Dal tramonto all’alba. Da allora sarebbero occorsi parecchi anni prima di rivedere su Dylan Dog una discreta percentuale di nudismo, sesso e capezzoli. Copertina di Stano completamente rovinata dal pessimo serpentone capelluto sullo sfondo, davvero mal realizzato.

Curiosità: Nella sinossi presente sul sito Bonelli, riportata anche in apertura di questo post, il nome della protagonista femminile dell’albo è scritto in modo errato: Viper anziché Vyper.

BODYCOUNT: 7

TIMBRATURA: Sì (1, Vyper)

CITAZIONE: “Nessuno sfugge al serpente

VOTO: 6

Soggetto: Ruju (18)

Sceneggiatura: Ruju (18)

Disegni: Freghieri (23)

3 commenti:

  1. Concordo sulla sufficienza stiracchiata (mi sarei aspettato addirittura un insufficienza): a mio avviso, è peggiore del 149. Non è un albo pesante da leggere, ma è decisamente scialbo: uno dei meno riusciti di Ruju.

    Terribile il viperozzo capelluto in copertina, tra l'altro colorato con l'evidenziatore rosa 🤣

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    1. Eh qui c'è Freghieri, di lì Cossu. Per quanto scialbo poi questo è più dylanodoghiano del n. 149.

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    2. E poi quel finale coi tipi della Cia e la battuta di Dylan.. non farmelo più venire in mente sto alieno!

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