venerdì 17 novembre 2023

Dylan Dog #148 - Abissi di follia

 

Serenity House. Il luogo della serenità, dove si può far pace con se stessi, dove le menti sconvolte ritrovano l'equilibrio. Un'oasi terapeutica, in cui medici, infermiere e pazienti muoiono uno alla volta! Persone scomparse e suicidi sospetti stanno macchiando le linde pareti dell'ospedale psichiatrico e Dylan Dog deve infiltrarsi in incognito. Per lui si prepara un'indagine in camicia di forza!

L’annata dylaniata 1999 porta la firma di Peppe De Nardo, al suo secondo lavoro per la serie. Una storia agli antipodi rispetto al suo esordio avvenuto quasi un anno prima con La città perduta. Se il n. 137 portava infatti in dote una forte componente fantasy derivante dal modello di riferimento (il romanzo di Philip K. Dick La città sostituita), qui De Nardo ricorre ai meccanismi del giallo, quasi all’inglese, già abbondantemente usati in precedenza da altri autori, per scrivere una storia del tutto originale. E la scelta di Montanari & Grassani come disegnatori contribuisce a rafforzare questa sensazione di familiarità. Come avevo accennato tempo fa, ho sempre avuto la sensazione (tutta mia) che Storia di un piccolo diavolo, Il negromante e Abissi di follia componessero una sorta di ideale trilogia sulle case di cura/ricoveri illustrata da M&G. Recensendo il n. 130 mi spinsi a definire Abissi di follia, sulla scorta dei miei appunti (ovvero i miei commenti sul forum di cravenroad.it datati una decina d’anni or sono), il migliore della terna. La fresca rilettura di qualche giorno fa, invece, mi ha fatto concludere che non è meglio né peggio degli altri due. Sono tutti albi con idee interessanti, minati però ai miei occhi da una serie di difetti che non consentono loro di andare oltre un’onesta sufficienza. Questo n. 148 deve fare anche i conti con le aspettative generate dall’accattivante e tetra copertina di Stano, con quei lugubri alberi morti, il terreno nero da cui spunta una mano e l’incappucciato pronto ad aggredire Dylan di spalle. Una copertina davvero ben realizzata (questa sì migliore di quella dei numeri 86 e 130) e pure il titolo era promettente. Ma il contenuto non è all’altezza delle premesse. La trama gialla si dipana infatti in maniera assai macchinosa e i personaggi coinvolti sono tanti da gestire per cui qualcuno rimane appena abbozzato, anche se bisogna riconoscere che De Nardo è bravo a caratterizzarne alcuni in maniera brillante. A me piace la complessità, ma forse qui in 94 pagine di fumetto si esagera perché i misteri da risolvere sono almeno due, di cui uno è un cold case risalente a diversi anni prima dell’indagine condotta da Dylan. De Nardo riesce comunque a mantenere un buon equilibrio tra serio e faceto, ricorrendo a trovate piuttosto divertenti come la mamma “invisibile". Peccato però per la colpevole assenza di Groucho che in una “gabbia di matti” come quella di Serenity House non avrebbe certo sfigurato. Poco convincente il dinamico duo M&G, danneggiato anche dalla sempre più frequente mancanza di splatter (che era il loro pane) nella serie. Poco curati i dettagli, mentre alcune vignette superano i limiti della fisica, come la prima di pag. 39 (notare le gambe di Dylan). Anche l’inchiostrazione ha un che di sospetto: si passa da linee sottili e pulite, ad altre belle cariche, senza un apparente motivo. Forse è uno di quei casi in cui Montanari & Grassani si sono scambiati i ruoli, ma qui verrebbe da dire che l’abbiano fatto all’interno della stessa storia! Quando però l’horror fa capolino, come nel concitato finale, sanno fortunatamente ritrovare la giusta ispirazione. Quello che resta più impresso del loro lavoro è però "San Dylan" a pag. 62.

Curiosità: (1) A pag. 20, prima e seconda vignetta, possiamo ammirare una riproduzione de L’urlo di Munch, uno dei dipinti più omaggiati nella serie. (2) Montanari&Grassani tagliano il traguardo delle 30 storie disegnate per Dylan Dog.

BODYCOUNT: 9

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Sono il guardiano di questo pozzo infernale, dove gli uomini sguazzano nel putridume della loro ebbrezza e godono delle loro menzogne”.

VOTO: 6

Soggetto: De Nardo (2)

Sceneggiatura: De Nardo (2)

Disegni: Montanari & Grassani (30)

6 commenti:

  1. Concordo: storia carina, ma un po’ ingarbugliata, con troppi personaggi e con la criminosa assenza di Groucho. Della copertina non mi convince il volto di Dylan, sennò sarebbe stata una delle più memorabili di Stano.

    Ho dato un’occhiata alla mia cronologia e devo dire che l’annata 1999 è una delle meno entusiasmanti.

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    1. Concordo sull'annata fiacca. Decretare la miglior storia non sarà semplice stavolta.

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    2. Certo che gli anni prima ci eravamo abituati troppo bene!

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    3. Vedo proprio uno stacco qualitativo tra il 1998 e il 1999 e questo rafforza la mia idea sulla conclusione dell’epoca d’oro con “Polvere di stelle”. Analizzando il 1999, vedo almeno tre fra le peggiori storie di Sclavi, vedo il terribile esordio di Paola (ma qui so che tu non sei d’accordo), vedo l’assenza di Chiaverotti, vedo fuori serie magari non brutti ma poco memorabili. Paradossalmente, per me sarà più facile trovare la storia n. 1 in classifica, poiché, a mio avviso, c’è una sola storia da 8. Ma non voglio anticipare troppo e portarti via il lavoro: ne riparleremo a tempo debito 😉 .

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    4. Mi sa che hai perso la scommessa 😁. Forse so cosa intendi: credi che io metta al primo posto un’altra storia di cui abbiamo discusso tempo fa, io dicendo che era bella e tu dicendo che era brutta. Ma probabilmente quella la metterò al secondo posto 😃 !

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