venerdì 3 novembre 2023

Dylan Dog Special #12 - La preda umana

 

Da cosa fugge la misteriosa Ishar? Chi le sta dando la caccia? Viene da un altro mondo, forse da un altro tempo. È evasa da un universo brutale del quale conserva soltanto una vaga memoria. Ora deve tornare laggiù, per ritrovare se stessa e la sua gente. Dylan dovrà accompagnarla verso popoli dagli incredibili poteri, cavalieri e sortilegi, in una terra governata dalla magia...

Primo ed unico Speciale scritto da Manfredi. L’esperienza dylaniata del buon Gianfranco era sostanzialmente già terminata con il debutto in edicola del suo Magico Vento, ma in archivio erano rimaste ancora alcune storie scritte per l’indagatore dell’incubo. La preda umana è una di queste, ma sul fatto che la sua collocazione “naturale” fosse proprio lo Speciale qualche dubbio ce l’ho. La sceneggiatura sembra infatti allungata ad hoc per raggiungere le 128 tavole necessarie, con l’aggiunta dei personaggi di Sir Baldwin e Lady Marian e tutta la parte dedicata alla caccia alla volpe nella foresta di Sherwood. Sì il nome di Lady Marian e i luoghi si riallacciano alla leggenda di Robin Hood, richiamata più volte nel corso dell’albo (vi compare anche Sir Guy di Gisburne!), ma quel che accade durante la battuta di caccia e i due personaggi non hanno la minima rilevanza nell’economia della vicenda, se non allungare il brodo di una dozzina di pagine. Nell’editoriale di pag. 2 viene rivendicata una certa originalità al soggetto, anche se non assoluta visto che viene inserito (in parte) nel filone di pellicole e romanzi a tema “ragazzi selvaggi” e ha una sorte di padre putativo in The most dangerous game, film del 1932 da noi distribuito con diversi titoli, il più noto dei quali è La pericolosa partita. Chiaramente l’albo veicola una forte critica alla caccia, abbracciando il tema animalista/ambientalista da sempre presente in Dylan Dog. Tuttavia è paradossale che il mondo tanto rimpianto da Ishar sia sì meno inquinato del nostro ma altrettanto irrispettoso della vita degli animali e delle persone. La storia comunque scorre via troppo velocemente, senza lasciare nulla al lettore. Non sembra neanche avere pagine in più rispetto a un albo regolare, nonostante le aggiunte di cui abbiamo già detto, e questo non perché la lettura sia particolarmente scorrevole, ma perché si ha la sensazione di esserci persi qualcosa. Non si capisce bene dove Manfredi voglia andare a parare, inserendo tutti quei fastidiosi (almeno per me) elementi fantasy quasi a costruire una mitologia di cui non si sentiva il bisogno e con il consueto finale un po’ sbrigativo che chiude quello che a parole avrebbe dovuto essere un grande amore che di fatto non è mai stato (e tanto meno consumato). Aggiungiamoci personaggi poco approfonditi (la stessa Ishar sembra la versione sbiadita di Juma di Ananga!), un po’ di retorica e tono didascalici e la delusione è servita. Lo dico a malincuore da estimatore di Manfredi e grande fan di Magico Vento, ma questo è uno degli Speciali dylaniati peggiori. E non aiutano neppure i disegni di un Freghieri poco ispirato, come già aveva mostrato di essere nel coevo n. 144, con diverse vignette “tirate via” e solo qualche sporadica zampata d’autore. A mettergli il freno a mano concorre anche l’autocensura bonelliana che lo costringe a mascherare il più possibile il corpo nudo di Ishar. Terribile quel che resta della copertina di Stano, ridotta al solito scorcio da logo, mini-copertina e codice a barre.

Curiosità: (1) Con questo n. 12 Freghieri agguantava Roi a quota 4 speciali disegnati. Gli altri quattro erano invece stati illustrati tutti da autori diversi. (2) A pag. 25 Groucho ascolta i Rolling Stones anche se Ishar non sembra apprezzare! (3) A pag. 85 un serioso Dylan sembra quasi ironizzare sul fatto che, vista la sua storia personale, incrociare il suo destino con quello di una donna possa rappresentare un legame indissolubile.

BODYCOUNT: 2 (più quasi tutta la tribù di Ishar)

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Voglio che tu sappia che ti ho amato come si ama un sogno… E i sogni prima o poi svaniscono.”

VOTO: 5

Soggetto: Manfredi (11)

Sceneggiatura: Manfredi (11)

Disegni: Freghieri (22)

5 commenti:

  1. Nooo, che cattivo 🤣!

    A me non è dispiaciuta: sì, la tematica poco c’azzecca con “Dylan Dog”, ma una tantum può starci. Poi io ho amato la protagonista femminile e anche le ambientazioni le ho trovate molto suggestive. Non ho invece apprezzato l’epilogo sul cartonato Mondadori.

    Copertina poco riuscita, così come le successive sul cartonato Mondadori e sul “Super book”.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si sono stato cattivo. Ma da Manfredi era lecito aspettarsi di più.

      Elimina
    2. Con un po' di persuasione riuscirò a farti arrivare al 7 😁 !

      Elimina
    3. In realtà ho alzato il voto perché, ahimè, mi sono ricordato che seguiranno speciali ben peggiori di questo!

      Elimina