lunedì 6 novembre 2023

Dylan Dog #145 - Il cane infernale

 

Dylan Dog scambiato per un misterioso signor Thornill. Un progetto di manipolazione genetica. E pericolose trame di di spionaggio industriale… Cosa c'entra tutto questo con i poteri del cane infernale, demoniaco custode della soglia dell'aldilà e divoratore di anime? La risposta è semplice, quando la scienza tocca i confini che separano la vita dalla morte, il finito dall'infinito!

Quest’albo è un simpatico e dichiarato omaggio a Intrigo internazionale diretto da Sir Alfred Hitchcock nel 1959, con Dylan al posto del personaggio che fu di Cary Grant e che “casualmente” si chiamava Roger Thornhill (qui perde un h). Nessuna parentela dunque con il Cujo di Stephen King o con l’omonimo Il cane infernale (Devil Dog: the hound of hell, 1978, di Curtis Harrington) con protagonista Richard Crenna. Dal film di Hitch, Sclavi recupera diverse cose: lo scambio di persona, il tentato di omicidio in auto dopo l’ubriacatura forzata,  l’incriminazione del protagonista per omicidio, il personaggio ambiguo di Eva (qui Luna), il nome Philip Vandamm, l’interesse dei servizi segreti nella vicenda. C’è pure una comparsata dello stesso Hitchcock nei panni del finto maggiordomo. Per quanto riguarda il cane, Sclavi inserisce svariati riferimenti a Garm che secondo la mitologia norrena sorveglia l’ingresso del regno dei morti ed è destinato a liberarsi dalla catena che lo tiene prigioniero quando sopraggiungerà il Ragnarock, la fine del mondo. Il finale è piuttosto criptico anche se la sinossi pubblicata sul sito Bonelli, che come consuetudine riporto in apertura di commento, offre una via interpretativa, considerando anche quelli che erano gli scopi perseguiti da Zorg, l’antagonista di Dylan in questa storia.  Non bisogna tralasciare, però, l’aspetto videoludico con cui Sclavi si balocca fin dal prologo. La trama tuttavia passa del tutto in secondo piano ed è la comicità a sostenere la storia con i suoi divertenti equivoci. L’intento di Sclavi di non prendersi sul serio è d’altronde palese fin da subito, basti pensare ai due killer agghindati come i Blues Brothers, e l’obiettivo viene centrato.  Dylan adorabile nel suo interagire con l’altrettanto adorabile “dog”, il mastodontico Sir Archibald Leech III (Archie per gli amici). Quanto mi mancano poi le sue incazzature che, come qui, tanto lo rendevano più… umano e reale. Groucho mostra ancora una volta (succede raramente, ma succede) e forse più che mai le sue insospettabili doti investigative. I disegni di Saudelli si dimostrano particolarmente duttili nell’adattarsi ai toni comedy della sceneggiatura assumendo uno stile quasi caricaturale, come già sperimentato ne L’occhio del gatto, mantenendo comunque intatta all’occorrenza la loro carica erotica; qui ci regala una Luna davvero sensuale, anche senza congiunzioni carnali con il nostro. Nelle ultimissime pagine il suo lavoro appare un po’ confuso, ma forse è un effetto voluto. Stupendo il volto sorpreso di Dylan in primo piano sulla copertina di Stano, con un buon effetto di profondità del cagnone alle sue spalle, accentuato anche dall’ombra che si allunga davanti a lui.

Curiosità: (1) Cambiamento epocale in quest’albo! Dopo dodici anni, Dylan decide di aumentare la sua tariffa lavorativa giornaliera, addirittura raddoppiandola: 100 sterline al giorno più le spese! (2) In questa storia Dylan gioca addirittura a un videogame sul PC! (3) Il titolo di lavorazione della storia, come si può apprendere dall’Almanacco della Paura 1997, era Nemesis. (4) Nuovo cameo per il Vicino di casa protagonista della breve storia pubblicata su Gigante n. 4. Botolo, il cagnolone amico di Dylan, viene citato ma non appare nell’albo. Citazione anche per i “prodotti impossibili” del n. 140. (5) Il finto filmato della morte di Dylan a pag. 82 non può non richiamare alla mente il tuffo di Johnny Dark nella vasca piena di acido nel n. 88 Oltre la morte. (6) A pag. 67, Sclavi anticipa di un paio di decenni almeno le ipotesi complottiste sulla Regina Elisabetta.

BODYCOUNT: 4 (oltre a un numero imprecisato di "dipendenti" di Zorg)

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “BUUUUUF!”

VOTO: 7,5

Soggetto: Sclavi (110)

Sceneggiatura: Sclavi (115)

Disegni: Saudelli (3)

3 commenti:

  1. Qui sei stato buono: io avrei dato un voto più basso 😃 !

    Non mi ha mai fatto impazzire come storia: la inserirei tra le dieci meno riuscite di Sclavi, fermo restando che la sufficienza la raggiunge. Diciamo che ho apprezzato le scene col cagnone, ma non l'intreccio giallo/spionistico.

    Un aumento del 100% della tariffa è assurdo: manco la Bonelli fa aumenti simili sui suoi fumetti 🤣. Avrebbe avuto più senso un aumento a 60, massimo 70 sterline.

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    1. Eh niente. Il nostro tacito accordo è durato poco. Nei prossimi giorni ti avviso che arriverà un 10. Sono tornato buono.

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    2. A “Ghost hotel”? Ci sta, anche se io mi fermerei a 9. Diciamo che da qui in avanti forse il 10 non lo utilizzerei più, anche se di storie da 9 ce ne sono parecchie!

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