mercoledì 1 novembre 2023

Addio al "Conte"

 

Notizia appresa solo pochi minuti fa. Ci ha lasciati Carlo Ambrosini. Un'altra colonna di Dylan Dog che se ne va quest'anno, dopo Piccatto e Montanari. Un autore completo, complesso, erudito, mai banale, capace di coniugare fumetto "popolare" e fumetto d'autore e che ho avuto modo di apprezzare e osannare anche collezionando quella stupenda serie che era Napoleone.

Non riesco a crederci. Perdita incalcolabile.

9 commenti:

  1. Sto cercando di trattenere le lacrime, ma faccio fatica. Era una delle persone che più apprezzavo al mondo: in primis come fumettista, ma per quel poco che ho visto nelle interviste televisive anche come uomo.

    Stasera ricomincerò "Napoleone" dal n. 1.

    Lo affidiamo al Signore, certi che un giorno lo ricontreremo...

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    1. Di quelli che ho "vissuto" io, dopo Sclavi è l'autore bonelliano che più ho amato. E lo apprezzavo anche moltissimo come disegnatore.

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  2. Forse ancora più completo di Sclavi: Tiziano ha creato personaggi e ha fatto lo sceneggiatore; Carlo ha creato personaggi, ha fatto lo sceneggiatore, ha fatto il disegnatore e ha fatto il copertinista. Un genio a tutto tondo.

    Oltre a "Napoleone", ho la collezione completa di "Jan Dix", che alcuni non hanno amato ma che io ritengo pari a "Napoleone", anzi, per certi versi persino più brillante: ricordo una storia assurda (in senso buono) sulla figlia del Tintoretto; e il finale della serie è stato qualcosa di mai visto in Bonelli, un epilogo davvero coraggioso.

    Cosa dire poi di "Ken Parker"? In pratica, ha messo lo zampino in tutte le migliori serie Bonelli.

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  3. Per me il migliore scrittore di Dylan dopo Sclavi, parere opinabile ma non scritta sull’onda dell’emozione. I primi due Dyd di Ambrosini autore completo sono la mia infanzia praticamente oltre che opere splendide, complesse e struggenti al contempo. So di storie su cui stava lavorando che spero di leggere presto. Rip Maestro. Un saluto Antonio

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  4. Ho riletto il n. 1 di “Napoleone”: non lo ricordavo così simpaticamente str…o; tipo quando minaccia di dar fuoco alla mamma imbalsamata dei due gemelli 😆.

    Ho anche visto una video-recensione in cui si accusava l’intera serie di essere un po’ troppo fondata sul caso, senza un vero intreccio giallo, ma questa, a mio avviso, era una cosa voluta: Ambrosini dedica l’editoriale del n. 1 a Friedrich Durrenmatt, dicendo che “Una pugnalata dopo l’altra, Durrenmatt uccide il romanzo giallo inteso come indagine scientifica e razionale”; “Perché a scienza e ragione da sole Barlach non crede e a esse contrappone il caso, ovvero il caos che nega la logica e che ha sempre una parte importante nella realtà. È il caso che rende le azioni imperfette e imprevedibili, e questo è il motivo per cui tutti i delitti vengono a galla”. Credo che questa analisi su Durrenmatt fosse anche una manifestazione d'intenti sulla serie di "Napoleone".

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    1. È proprio così. Il caso ha una componente importantissima in tutta la serie di Napoleone. Se hai letto La promessa di Durrenmatt o ne hai visto anche solo la trasposizione cinematografica, puoi comprendere che il giallo, almeno nella concezione classica con cui lo intendiamo noi che guarda da vicino il modello inglese, viene completamente destrutturazione. Ed è ciò che accade in Napoleone e che lo rende una serie diversa da qualsiasi altra, prima ancora del ricorso al mondo dei prodotti del subconscio.

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    2. Purtroppo non ho mai letto niente di Durrenmatt. Nel fine settimana devo fare un salto in montagna: guarderò tra i vecchi libri di mio nonno se trovo qualcosa...

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  5. Non voglio trasformare questo spazio in una discussione su “Napoleone” e quindi questo sarà il mio ultimo intervento, ma ci tenevo a sottolineare che razza di capolavoro sia il n. 2 della serie, “Il cavaliere senza nome”, e quanto splendida sia la caratterizzazione di Michù!

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    1. Avevo scritto un lungo commento al n. 2 sul forum di Cravenroad. Per me superiore al n.1. Quando troverò il tempo rileggerò anche Napoleone.

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