mercoledì 29 novembre 2023

Dylan Dog #152 - Morte a domicilio

 

Di porta in porta, per vendere sempre lo stesso aspirapolvere. Affrontando i rifiuti, la meschina ostilità e lo scherno di vecchie signore inacidite. Dura la vita del commesso viaggiatore! Timothy Penderwhile non ne può più, deve uscire da questo quotidiano orrore e forse ha trovato chi può aiutarlo. È una voce che risuona nella sua testa, una voce che sa sempre cosa fare e che gli dice che adesso è tempo di uccidere!

Come già accaduto per il n. 150, anche in quest’occasione Ruju ricicla alcune idee (sue peraltro) già utilizzate in altri albi, con risultati stavolta decisamente superiori. Ritroviamo qui, come ne Il richiamo della foresta, un demone africano che arriva a Londra, sotto mentite spoglie, a mietere vittime. E il personaggio di Timothy Penderwhile, timido e mammone, ricorda (almeno all’inizio) la caratterizzazione de Il vicino di casa. Due ingredienti già assaporati, ma la ricetta è buona e nuova. Ruju mescola umorismo e orrore con un pizzico di splatter che non guasta mai, senza volersi mai prendersi sul serio a partire dall'originale scelta dell'aspirapolvere come veicolo portatore del male scelto dal "Pey". Nella sceneggiatura vi è una continua ricerca di soluzioni grottesche e ironiche: il siparietto con il marito geloso, i fantasmi della videoteca, le immancabili battute di Groucho. E poi c’è lei, Geraldine Rowling, la più simpatica delle fidanzate “minori” del nostro, con il suo tormentone che riporto in citazione. Abbiamo anche un Bloch in gran spolvero che investiga attivamente accanto a Dylan, forse scordandosi un po’ troppo delle procedure di Scotland Yard.  Lo stesso Dylan appare in buona forma come indagatore, anche se un po’ spaccone e “sborone” nel suo flirtare con Geraldine (vedasi la sgommata a pag. 19!), un atteggiamento non proprio da lui. Classico che più classico non si può invece il controfinale. Non si può non riconoscere l'enorme contributo alla buona riuscita dell’albo da parte del solito eccellente Casertano. Particolarmente convincente la trasformazione fisica di Timothy, da adorabile bonaccione cocco di mamma a spietato e folle assassino. Al Giampo poi piace soffermarsi sulle sinuose forme della bella Geraldine e in generale il suo tratto si sposa perfettamente con il mood della storia. Semplice ma efficace la copertina del maestro Stano che rende bene l’effetto del sangue sulla mannaia.

Una storia che “sa” di primi 100. Avercene.

Curiosità: (1) Malgrado la citazione nell’editoriale (inedito) e la professione di Timothy, la storia non sembra avere punti in comune con Morte di un commesso viaggiatore (dramma teatrale di Arthur Miller, trasposto poi anche al cinema nel 1985), se non il tragico epilogo per il protagonista. (2) A pag. 20 bella carrellata di mostri classici degli horror degli anni ’20-’30. (3) A pag. 64 nella lista delle clienti di Timothy compare anche una certa Sibyl Brown, quasi omonima della prima storia cliente di Dylan. (4) Nella Post (inedito) veniva annunciato lo sbarco in USA di Dylan Dog con la pubblicazione di alcune storie da parte della Dark Horse.

BODYCOUNT: 10 (oltre a un numero non quantificabile di vittime perite nell’incendio iniziale)

TIMBRATURA: Sì (1, Geraldine)

CITAZIONE: “Che vita di stenti e di privazioni, ma soprattutto di privazioni

VOTO: 7,5

Soggetto: Ruju (19)

Sceneggiatura: Ruju (19)

Disegni: Casertano (19)

2 commenti:

  1. Urka, ero convinto che gli avresti dato un voto più basso! Comunque sì, è una buona storia, specie per merito dell’egregia caratterizzazione dei personaggi: anch’io, nel mio archivio, ho sottolineato la figura del marito geloso, però ti confesso che ho totalmente scordato chi sia quest’uomo 😆. Casertano molto caricaturale, ma in una storia di questo tipo ci sta.

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