lunedì 20 novembre 2023

Dylan Dog #149 - L'alieno

 

Il giovane, timido Justin non è più lo stesso dopo quella notte. Qualcosa è piombato dal cielo fin nella sua testa e ha mutato il suo cervello in uno spietato calcolatore. Nel collegio St. August, i giorni di pace sono finiti. C'è una forza aliena che circola tra i banchi e lungo i viali, una forza che possiede conoscenze infinite e un infinito potere!

Deludente storia di Ruju di cui si possono salvare giusto due cose. Primo: le battute di Groucho, qui autentica macchina sforna barzellette, alcune delle quali tra le più divertenti non scritte da Sclavi. Secondo: la scena ambientata nella sala di lettura, deliziosamente splatter. Magari la sceneggiatura fosse stata infarcita di allucinazioni come quella! L’albo ne avrebbe certamente giovato. Invece lo script abbonda di banalità assortite e cliché visti e stravisti (o letti e riletti): i bulli, il college, l’adolescente sfigato, l’insegnante spregevole, ecc.. Inoltre Ruju, invece di scrivere un fantahorror, riduce sostanzialmente tutto a un gialletto privo di mordente, lasciandosi dietro una marea di interrogativi. Possibile che le sparizioni degli studenti siano andate avanti per dieci anni, senza che né la polizia, né (soprattutto) la cliente di Dylan se ne siano interessati prima? Non sembra poi che il colpevole, abbastanza facilmente individuabile da subito, abbia giovato della gran mole di sapere infusagli dall’alieno. E si potrebbe continuare… Tanto il nostro sembra più interessato ad amoreggiare con la bella professoressa Darnell che a condurre l’indagine. Il finale poi si consuma in modo davvero deludente. A ingentilire il mio giudizio non contribuiscono nemmeno i disegni di Cossu. I suoi personaggi sono più ingessati che mai, conferendo una sensazione di staticità a una storia che già non brillava per ritmo. Non male, invece, la copertina di Stano.

Dopo purtroppo c'è stato anche di peggio, ma dei primi 150 numeri si gioca il titolo di più brutto con Sinfonia Mortale, che però almeno ha una componente trash che me lo rende simpatico.

Curiosità: (1) Sull’Horror Post (inedito) viene pubblicato un disegno di un “certo” Paolo Armitano di Virle Piemonte, all’epoca diciassettenne. Dubito sia un caso di omonimia! Una quindicina di anni dopo Armitano debutterà ufficialmente come disegnatore di Dylan Dog sul Color Fest n. 13! (2) Sul Club dell’orrore (sempre inedito) viene celebrata la vittoria dello “Yellow Kid” da parte di Nicola Mari che, come ci viene anticipato, era impegnato in quel periodo nel disegnare lo Speciale n. 13.

BODYCOUNT: 6

TIMBRATURA: Sì (1, Marsha)

CITAZIONE: “Aveva vagato nello spazio per secoli, forse per millenni, prima di raggiungere il nostro pianeta. Prima di raggiungere me!”

VOTO: 4

Soggetto: Ruju (17)

Sceneggiatura: Ruju (17)

Disegni: Cossu (9)

1 commento:

  1. L’ultimo albo che ho comprato da ragazzino: la mia prima avventura dylaniata è durata poco, dal 128 al 149 (meno di due anni), anche se in quel periodo, tra inediti, fuori serie, book, super book, ristampe, seconde ristampe e arretrati che trovavo nelle varie edicole, ho fatto una vera abbuffata. Sarei tornato a leggere “Dylan” solo con il ventennale, sette anni e mezzo più tardi, recuperando tutti gli arretrati sul sito della Bonelli (purtroppo, all'epoca, non conoscvevo Ebay, che mi avrebbe fatto risparmiare qualche soldo).

    Però la colpa non è di quest’albo, tant’è che ne avevo accumulati alcuni e questo l’ho letto un po’ di tempo dopo l’uscita. A me, in verità, non è dispiaciuto, così come non mi era dispiaciuto “Sinfonia mortale”: soggetto semplice, ma lettura scorrevole e con uno dei migliori Groucho di sempre. Poi su Cossu non troveremo mai un punto d’incontro 😆. Riporto il breve commento che ho scritto nel mio archivio: “Superba prova, alle matite, per Ugolino Cossu. In una storia come questa, ambientata interamente in campagna, Cossu maramaldeggia con la sua straordinaria capacità di ricreare gli ambienti naturali; magnifiche, inoltre, le atmosfere notturne, realizzate con un perfetto utilizzo degli inchiostri. Una delle migliori prove dell’artista sulla testata”.

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