mercoledì 12 febbraio 2020

Dylan Dog #3 - Le notti della luna piena


Nella Foresta Nera, la notte è scossa da un ululato lontano, mentre fauci bestiali scattano sulla preda. Sparizioni misteriose, leggende, testimonianze di paesani terrorizzati; nel collegio femminile diretto dalle sorelle Blucher sta succedendo qualcosa di strano... Lupi mannari? Dylan segue le tracce di una ragazza scomparsa e, tra le ombre del bosco, lo attende una potente stregoneria...

Prima storia interamente in trasferta per l’indagatore dell’incubo, nonché primo dei rarissimi viaggi compiuti al di fuori del Regno Unito. Un incarico in Germania, già al terzo albo, all’epoca fece quasi presagire un’attività lavorativa anche internazionale per Dylan che invece (per fortuna, imho) quasi mai si è verificata. Sclavi delinea qui il prototipo, ancora embrionale, della dylaniata “gita fuoriporta”, in compagnia di Groucho e sempre al volante del fido maggiolone come mezzo di trasporto; è in quest’occasione che veniamo a conoscenza della pluri-declamata fobia dell’aereo, mentre Groucho afferma di non avere la patente. Come diverrà prassi, i due si perdono immancabilmente e laddove in futuro sarà la nebbia, qui ci si mette la pioggia torrenziale. Il soggetto di Sclavi è una riuscita fusione tra il classico tema del lupo mannaro (ma rivisitato al contrario) declinato nell’accezione gotica-mittleuropea delle produzioni Hammer e Suspiria di Dario Argento; da quest’ultimo, in particolare, sono riprese l’ambientazione tedesca, il collegio femminile nella foresta nera, l’incipit con la ragazza nel bosco, gli occhi che appaiono nel buio, le streghe, il finale con il fuoco purificatore, nonché un piccolo accenno alle “Madri” che si troverebbero anche a Roma e New York (esattamente come nella Trilogia argentiana). Poco più di un anno dopo, in Cagliostro non mancherà l’incontro di Dylan con una di queste streghe, la 3° Frau Blucher. La sceneggiatura è ricca di momenti leggeri e divertenti, con battute e nomi ripresi da Frankenstein Junior e un Groucho irrestibile, rutilante e autentico mattatore tra barzellette (celeberrima quella della ghigliottina) e interventi decisivi in zona Cesarini. A lasciare l’amaro in bocca è la soluzione finale, con l’imprevisto voltafaccia di Otto ben poco giustificato da Sclavi che decide di liquidare la questione con un neutrale “non lo sapremo mai”. Dylan rimane qui più vittima degli eventi che artefice degli stessi: a parte l’uccisione di Helga, il caso viene risolto senza alcun intervento decisivo da parte sua. Viene lasciata la porta spalancata anche per un futuro seguito che arriverà immancabile qualche anno più tardi con L’Ultimo Plenilunio. E’ rinvenibile ancora un piccolo cenno di continuity quando viene nominato Jack lo squartatore. Da notare che per il secondo albo consecutivo Dylan trangugia birra senza battere ciglio, mentre nelle più recenti ristampe berrà.. nulla (anche se non è stata corretta la vignetta in cui Rudy riempie 2 boccali)! In compenso, per la prima volta non fa sesso, ma si consola con un più casto bacio con la giovanissima Alexandra. Alla faccia della tanto decantata povertà, poi, scopriamo che la sua giacca è di Armani e costa 300 sterline (e se ne ha un armadio pieno..). E in epoca pre-animalista il nostro non si fa neppure tantissimi problemi a sparare ai lupi (salvo dispiacersi per il primo), anche se per sopravvivenza. I disegni portano la firma dei veteranissimi Montanari & Grassani, destinati a divenire negli anni successivi una delle colonne portanti della serie, tanto da far affezionare gran parte dei lettori al loro tratto in seguito da più parti criticato. Questo esordio del prolifico “dinamico duo” rappresenta anche uno dei loro lavori dylaniati migliori; spiccano in particolare la metamorfosi da uomo a lupo, le esplosioni delle streghe, l’”esfoliazione” di Dylan e Alexandra, la trasformazione di Edda Blucher a pag. 83 con evidente citazione a Evil Dead. Pregevole la copertina di Villa con aggressione plastica di un licantropo old style a un indagatore dai gusti cromatici discutibili in quanto a vestiario. Nel complesso una storia spassosa, ma con una leggerezza troppo ostentata che la pone al di sotto, nelle mie preferenze, agli altri due albi del 1986. 

Curiosità: a pag. 46 Villa rimpiazza in extremis M&G, sostituendo (o integrando) il dinamico duo per motivi ad oggi ancora ignoti. Sempre a proposito dei disegni di Montanari&Grassani, da segnalare un errore che si ripeterà anche in futuro: il maggiolino di Dylan ha la guida a sinistra!* A pag. 96 si intravede, invece, l’insegna di un distributore Agip. Questo è il primo albo in cui Bloch non compare mai. 

BODYCOUNT: 5 (lupi esclusi)

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Sei un privilegiato, uomo.. Tu hai visto ciò che nessuno, nel ventesimo secolo, lontanamente immagina.. hai visto un incantesimo!”

VOTO: 7,5

Soggetto: Sclavi (3)
Sceneggiatura: Sclavi (3)
Disegni: Montanari&Grassani (1)

*Ringrazio Leprecano per la segnalazione.

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