Nella Foresta Nera, la notte è scossa da un ululato lontano, mentre
fauci bestiali scattano sulla preda. Sparizioni misteriose, leggende,
testimonianze di paesani terrorizzati; nel collegio femminile diretto
dalle sorelle Blucher sta succedendo qualcosa di strano... Lupi mannari?
Dylan segue le tracce di una ragazza scomparsa e, tra le ombre del
bosco, lo attende una potente stregoneria...
Prima storia
interamente in trasferta per l’indagatore dell’incubo, nonché primo dei
rarissimi viaggi compiuti al di fuori del Regno Unito. Un incarico in Germania,
già al terzo albo, all’epoca fece quasi presagire un’attività lavorativa anche
internazionale per Dylan che invece (per fortuna, imho) quasi mai si è
verificata. Sclavi delinea qui il prototipo, ancora embrionale, della dylaniata
“gita fuoriporta”, in compagnia di Groucho e sempre al volante del fido maggiolone
come mezzo di trasporto; è in quest’occasione che veniamo a conoscenza della
pluri-declamata fobia dell’aereo, mentre Groucho afferma di non avere la
patente. Come diverrà prassi, i due si perdono immancabilmente e laddove in
futuro sarà la nebbia, qui ci si mette la pioggia torrenziale. Il soggetto di
Sclavi è una riuscita fusione tra il classico tema del lupo mannaro (ma
rivisitato al contrario) declinato nell’accezione gotica-mittleuropea delle
produzioni Hammer e Suspiria di Dario
Argento; da quest’ultimo, in particolare, sono riprese l’ambientazione tedesca,
il collegio femminile nella foresta nera, l’incipit con la ragazza nel bosco,
gli occhi che appaiono nel buio, le streghe, il finale con il fuoco
purificatore, nonché un piccolo accenno alle “Madri” che si troverebbero anche a
Roma e New York (esattamente come nella Trilogia argentiana). Poco più di un
anno dopo, in Cagliostro non mancherà
l’incontro di Dylan con una di queste streghe, la 3° Frau Blucher. La
sceneggiatura è ricca di momenti leggeri e divertenti, con battute e nomi
ripresi da Frankenstein Junior e un
Groucho irrestibile, rutilante e autentico mattatore tra barzellette
(celeberrima quella della ghigliottina) e interventi decisivi in zona Cesarini.
A lasciare l’amaro in bocca è la soluzione finale, con l’imprevisto voltafaccia
di Otto ben poco giustificato da Sclavi che decide di liquidare la questione
con un neutrale “non lo sapremo mai”.
Dylan rimane qui più vittima degli eventi che artefice degli stessi: a parte
l’uccisione di Helga, il caso viene risolto senza alcun intervento decisivo da
parte sua. Viene lasciata la porta spalancata anche per un futuro seguito che
arriverà immancabile qualche anno più tardi con L’Ultimo Plenilunio. E’ rinvenibile ancora un piccolo cenno di
continuity quando viene nominato Jack lo squartatore. Da notare che per il secondo albo consecutivo Dylan trangugia
birra senza battere ciglio, mentre nelle più recenti ristampe berrà.. nulla
(anche se non è stata corretta la vignetta in cui Rudy riempie 2 boccali)! In
compenso, per la prima volta non fa sesso, ma si consola con un più casto bacio
con la giovanissima Alexandra. Alla faccia della tanto decantata povertà, poi,
scopriamo che la sua giacca è di Armani e costa 300 sterline (e se ne ha un
armadio pieno..). E in epoca pre-animalista il nostro non si fa neppure
tantissimi problemi a sparare ai lupi (salvo dispiacersi per il primo), anche
se per sopravvivenza. I disegni portano la firma dei veteranissimi Montanari
& Grassani, destinati a divenire negli anni successivi una delle colonne
portanti della serie, tanto da far affezionare gran parte dei lettori al loro
tratto in seguito da più parti criticato. Questo esordio del prolifico “dinamico
duo” rappresenta anche uno dei loro lavori dylaniati migliori; spiccano in
particolare la metamorfosi da uomo a lupo, le esplosioni delle streghe,
l’”esfoliazione” di Dylan e Alexandra, la trasformazione di Edda Blucher a pag.
83 con evidente citazione a Evil Dead.
Pregevole la copertina di Villa con aggressione plastica di un licantropo old style a un indagatore dai gusti
cromatici discutibili in quanto a vestiario. Nel complesso una storia spassosa,
ma con una leggerezza troppo ostentata che la pone al di sotto, nelle mie
preferenze, agli altri due albi del 1986.
Curiosità: a
pag. 46 Villa rimpiazza in extremis M&G, sostituendo (o integrando) il dinamico duo per motivi ad oggi ancora ignoti. Sempre a proposito dei disegni di Montanari&Grassani, da segnalare un errore che si ripeterà anche in futuro: il maggiolino di Dylan ha la guida a sinistra!* A pag. 96 si
intravede, invece, l’insegna di un distributore Agip. Questo è il primo albo in
cui Bloch non compare mai.
BODYCOUNT: 5
(lupi esclusi)
TIMBRATURA: No
CITAZIONE: “Sei un privilegiato, uomo.. Tu hai visto ciò
che nessuno, nel ventesimo secolo, lontanamente immagina.. hai visto un
incantesimo!”
VOTO: 7,5
Soggetto: Sclavi (3)
Sceneggiatura: Sclavi (3)
Disegni: Montanari&Grassani (1)
*Ringrazio Leprecano per la segnalazione.
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