Una serata diversa, un po' strana e forse… pericolosa! Sulle sponde del
lago di Loch Ness, si riunisce il Club dell'Orrore, sei narratori di
fiabe nere si sfidano all'ultimo brivido. Quale sarà la storia più
terrorizzante? Una girandola di invenzioni bizzarre, follie e fantasmi,
storie immaginate e vissute, per rendere omaggio al mistero del lago: il
Mostro. Dylan Dog ascolta con attenzione e sente crescere la tensione.
Sembra quasi che le acque oscure si siano all'improvviso increspate…
Il primo, mitico, speciale dylaniato
offriva ai lettori un numero cospicuo di pagine in più rispetto al consueto e,
in allegato, il prezioso primo volumetto dell’”Enciclopedia della Paura”, dedicato all’orrore dalla A alla Z (a cura di Ferruccio Alessandrini). Non
sono certo questi, però, i punti di forza di un albo che rappresenta un trionfo
del gotico, bensì le atmosfere nebulose da
ghost story britannica impreziosite
dai disegni di un Roi sensuale, morbido, romantico, fiabesco. La struttura
ricorda quella degli horror a episodi prodotti dalla Amicus, la celebre casa
cinematografica britannica “rivale” della Hammer. La formula riadattata da
Sclavi è accattivante: tante brevi storie i cui protagonisti sono gli stessi
narratori, tante varianti sullo stessa tema, quello del mostro di Loch Ness, usato,
ma non abusato, dalla letteratura e dal cinema, nel contesto da salotto del
Club che funge da “cornice”, con l’aggiunta di un fantastico prologo
"circolare" (nella fine è il principio o viceversa). A proposito di
finale, l’epilogo lunare sulla spiaggia del Loch è tra i più tristi e
malinconici della saga, un'ultima illusione o forse “solo un sogno.. che non sogneremo.. mai più”. Emerge qui con
prepotenza un tema caro a Sclavi, che il buon Tiz aveva già introdotto nel #6: l'importanza
dei sogni, fossero anche incubi, e del soprannaturale, la speranza nell’ignoto
per sfuggire alla banalità della vita, per crescere. Nella storia sono, inoltre,
presenti piccoli rimandi agli albi precedenti: viene nominata Anna Never, vi è
l’ennesimo strappo alla regola alcolico (altro scotch!), rispuntano fuori i
presunti poteri paranormali del padre di Dylan e fa una comparsata Xabaras; insolito
non vederlo disegnato da Stano, almeno nei primi 100 numeri, anche se non sarà
l’unica volta. Dopo Biancaneve nel #10, in edicola il mese precedente, viene qui
citata Cenerentola. Ancora una strizzatina d’occhio meta-fumettistica a pag.
111 (“Di solito sono gli altri a
raccontare storie su di me”). In compenso non vi sono ancora avvisaglie di
mal di mare (o meglio lago) per il nostro. Groucho non compare, ma è citato in
diverse occasioni, così come le sue battute. Per la prima volta viene nominato
Martin Mystère, definito dal presidente del Club “collega” di Dylan Dog; i
riferimenti al detective dell’impossibile, in seguito, si faranno più frequenti
fino alla pubblicazione, qualche anno dopo, del primo team-up tra i due eroi
bonelliani. Gli audioanimatroni che “si
guastano sempre” li ritroveremo, invece, in albi successivi, nell’abitazione
di Lord Wells. Per quanto riguarda il comparto grafico, come anticipato, Roi
qui è mostruoso, in senso metaforico e letterale. Impressionanti le varie
apparizioni di Nessie sul lago, minacciose o malinconiche a seconda dei casi. La
copertina lacustre di Villa, con la zampa che squarcia la pagina, è storia.
Se dovessi fare una classifica
delle mini-storie apparse su questo piccolo capolavoro, che secondo Dylan meriterebbero
un giudizio di “assoluta parità al secondo posto”, sceglierei (omettendo
le variazioni sul tema):
- Il cucciolo
- Nessie, amore mio
- Metamorfosi
- Al centro della terra
Anche se quella più terrificante
è, in effetti, la non-storia raccontata da Sir Neill.
Curiosità: il titolo è un esplicito
omaggio all’ omonima rubrica apparsa in seconda di copertina sugli albi della
serie regolare sino al numero 170 per poi essere fusa con l’Horror Post,
trasferita a pagina 4 e rinominata “Dylan Dog Horror Club” a partire dall’albo
successivo.
BODYCOUNT: 0
TIMBRATURA: Sì (1: Julie/Cenerentola)
CITAZIONE: “Sì.. io muoio.. muoio ucciso da questo mondo in cui tutto è scoperto e
rivelato.. questo mondo ormai così banale e senza sogni.. e non ho più neanche
il tempo di raccontarvi la mia vera storia.. a cui d’altronde, nessuno
crederebbe.. e dunque addio, uomini del ventesimo secolo.. e continuate pure a
credere che io non sia mai esistito.. muoio di vecchiaia.. sono vecchio quanto
il mondo.. e sembra quasi che il mondo.. muoia con me..”
VOTO: 9
Soggetto: Sclavi (11)
Sceneggiatura: Sclavi (11)
Disegni: Roi (3)
Sì, concordo su tutto, voto compreso. In effetti, nel cinema e nella letteratura la storia del mostro di Loch Ness non è stata abusata. Lo è stata di più nel fumetto: ho fatto un po’ di mente locale e mi risulta di aver letto su questo tema due storie di “Dylan Dog”, una di “Martin Mystère” (curiosità: sto rileggendo “MM” e la prossima storia che dovrò rileggere sarà proprio quella) e almeno tre su “Topolino” (ma forse di più). Non saprei fare una classifica tra i vari segmenti: approvo la scelta di Dylan di mettere tutti al secondo posto.
RispondiEliminaP. s. Anni fa, Marco Berry aveva fatto una trasmissione su Italia 1 in cui affermava cche Nessie, attraverso delle gallerie sotterranee, era venuto a stabilirsi in Italia, in un lago poco distante da casa mia. Avevano anche registrato i versi che faceva di notte e li avevano fatti sentire in un notiziario locale 😆 .
Passando ad altri media, c'è anche una puntata di Lupin III (seconda serie) dedicata a Nessie, un paio di film (almeno) e un lungometraggio di Scooby-Doo. Almeno una volta l'anno poi in qualche notiziario si parla di nuovi avvistamenti del mostro.
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