I "circlemakers" sono un gruppo di giovani artisti inglesi con il gusto dello scherzo. Sono loro a tracciare i famosi "cerchi nel grano", che le menti semplici attribuiscono, di solito, a presenze extraterrestri. Ma se i giovani burloni avessero, con le loro innocue messinscene, davvero scatenato la vendetta di una potenza che non è di questo mondo?
Seconda prova dylaniata per Bruno Enna che firma un Gigante a storia unica (il penultimo della testata) la cui piena riuscita è compromessa dall'eccessiva lunghezza. C'è un po' di tutto: dall'incipit in stile mockumentary, agli Ufo, ai demoni, alla magia della terra, ai flashback di horror rurale, al giallo. Testimonianza che la storia sia lievitata oltremodo rispetto a quelle che forse erano le intenzioni iniziali di Enna sono i tre epiloghi (di cui l’ultimo è quello che prediligo), preceduti da un lunghissimo spiegone finale. Insomma, quasi un'opera omnia sui “crop circles” che, a causa delle troppe pagine, si presenta sbilanciata e senza un vero climax, mostrando una pericolosa flessione nella rivelazione (occhio allo SPOILER) della geomante come killer di turno (FINE SPOILER). Eppure Enna dimostra di avere dimestichezza con le dinamiche del personaggio (come evidente già dal suo debutto dylaniato), anche se trovo delittuoso aver lasciato Groucho a Craven Road invece di portarlo in trasferta a dispensare ironia. Un Dylan ultrascettico si trova coinvolto in una rissa da bar e conteso tra una mora e una bionda, ma sceglie quest’ultima che aveva già in qualche modo conquistato nei suoi ricorrenti incubi. Stavolta tra l’altro è la cliente di turno, e non Dylan, ad essere tormentata dal “particolare che non riesce a mettere a fuoco” e che si rivelerà infine risolutivo. Malgrado il soggetto-minestrone che, visto il tema, sarebbe stato più adatto per Martin Mystère probabilmente, la sceneggiatura, pur appesantita, ha almeno il pregio di non annoiare. Se il focus fosse rimasto solo la "diavologia", tagliando la parte di esercito e ricerche pseudoscientifiche, avremmo probabilmente avuto storia di tutt'altra caratura, più compatta e onirica. Troviamo qui un Freghieri decisamente più in palla che nel contemporaneo L'inquilino misterioso, forse perché già rodato in materia di ambientazioni rurali e campi di grano con Il druido, pure quello un mix di horror e giallo (e c’era anche lì un tizio sulla sedie a rotelle!). ma anche qui mostra la corda a causa, credo, dell'elevato numero di tavole richiesto in un periodo per lui di sovrapproduzione. Se Dylan preferisce la bionda Alicia non vi è dubbio che Freghieri prediliga la mora Padma visto che ce la mette davvero tutta, riuscendovi, per esaltarne la sensualità. Il suo tratto, cui il grande formato giova, sa rendere molto affascinanti alcune tavole (es: pag. 78) e location (la chiesetta diroccata di San Michele) e sequenze (i fantasmi del passato). Gustosamente minaccioso il demone oversize che incombe su Dylan in copertina, peccato per i cerchi nel grano che risultano un po’ sacrificati.
Sufficiente.
BODYCOUNT: 12
TIMBRATURA: Sì (1, Alicia)
CITAZIONE: “Si è consumato lì, sotto i miei occhi. A volte mi sembra ancora di sentire il tanfo di carne bruciata. L’odore insopportabile della morte”.
VOTO: 6
Soggetto: Enna (2)
Sceneggiatura: Enna (2)
Disegni: Freghieri (43)
Uscita: novembre 2005


