lunedì 26 ottobre 2020

Dylan Dog #21 - Giorno maledetto

 

Il rombo di un motore nella campagna, la morte indossa i panni di un motociclista mascherato. C'è uno sguardo rabbioso dietro i suoi occhiali e un genio dell'omicidio si muove tra le sue dita. Hazel Dove è tormentata da sanguinose premonizioni, forse sa di essere la prossima vittima. Sa di essere il bersaglio di un'atroce vendetta, di aver nascosto in fondo alla mente la memoria di un… giorno maledetto!

Albo che segna l’esordio di Marcello Toninelli sulle pagine dylaniate e che ho rivalutato solo con le ultime riletture. In precedenza lo consideravo mediocre per l’eccessiva dipendenza dai modelli di riferimento ovvero i film francesi  La sposa in nero (1968) di Francois Truffaut e Una giornata spesa bene (1973) di Jean- Louis Trintignant. Da quest’ultimo (accreditato nel Club dell’orrore in seconda di copertina a differenza della pellicola di Truffaut), oltre al concept della vendetta sono stati ripresi il sidecar e il look da pilota indossato nell’albo dal killer. Non mi avevano convinto e ancora non mi convincono neppure i disegni del dinamico duo Montanari&Grassani, decisamente poco particolareggiati e più anonimi e “frettolosi” rispetto ai primi numeri da loro illustrati. Probabilmente questa realizzazione meno soddisfacente è dovuta alla massiccia produzione del periodo, visto che, considerando anche quello immediatamente successivo, i due veterani avevano disegnato ben sei albi su 22 usciti fino ad allora (e 5 degli ultimi 15, ovvero 1/3 delle uscite per la serie regolare).  Tuttavia, Il lavoro finale si attesta su livelli più che sufficienti, grazie alle scene splatter (su tutte quella della morte di Sorensen) per le quali M&G si sono sempre particolarmente distinti. Dove risiedono allora i pregi di questa storia? Innanzitutto l'escamotage della morte di Dylan, per quanto assolutamente non credibile nelle serie potenzialmente “infinite” come quelle Bonelli, è interessante per scoprire le reazioni degli altri comprimari: Bloch con risolutezza, Groucho molto, forse troppo, dimesso. C'è poi lo sclero di Dylan all'agenzia di pompe funebri, reazione esagerata, anche un po’ ingiustificata, ma umana. Il nostro non era comunque nuovo a scatti d'ira o incazzature a bestia, abbastanza frequenti nei primi numeri e oggi praticamente scomparsi. Tira fuori anche la sua miglior faccia da schiaffi (in senso letterale) nell’innamoramento lampo nei confronti della cliente di turno che non sembra esattamente il suo tipo. Lui stesso ammette, tra sé e sé, di non essere così sicuro dei suoi sentimenti (forse per l’orribile cappellino a busta indossato dalla bella manager?), salvo poi rischiare, evviva la coerenza, un viaggio aereo solo per incontrarla nonostante la paura ormai conclamata per il mezzo. A fronte di un soggetto così derivativo poi, la sceneggiatura è ben cadenzata e soprattutto riesce a supplire alla prolungata assenza dalle scene del protagonista. C’è anche un pizzichino di soprannaturale con le visioni di Hazel, che però altra funzione non hanno se non di apparecchiare il contro finale, bello e inatteso. Lo definirei quasi “chiaverottiano”. Apprezzabile anche la copertina (fuorviante) di Villa che omaggia Ai Confini della realtà.

BODYCOUNT: 48

TIMBRATURA: No

Curiosità:  Come già accaduto e come accadrà ancora nei primi anni di vita editoriale dell’indagatore dell’incubo, Montanari&Grassani disegnano Groucho con i pantaloni a righe e le scarpe anziché gli stivali.

CITAZIONE: “L’ho capito quando mi hai chiamato la prima volta, che oggi sarebbe stato un giorno maledetto

VOTO: 7

Soggetto: Sclavi (22)/Toninelli (1)

Sceneggiatura: Toninelli (1)

Disegni: Montanari&Grassani (6)

2 commenti:

  1. Da ragazzino amavo alla follia questa storia, ora ci trovo qualche limite (la scena della scazzottata in primis), ma comunque la porto nel cuore.

    Concordo su Montanari e Grassani sotto media. Un po' conta anche il contesto: una storia ambientata a Londra non può essere evocativa come storie ambientate nella Foresta Nera, nella Zona del crepuscolo o nel Castello della paura. Però bisogna dire che anche "Killer" era ambientata a Londra, ma era disegnata meglio di questa.

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  2. Sì Killer nettamente meglio. Comunque si rifanno subito con Il tunnel dell'orrore che è disegnato davvero bene.

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