venerdì 23 ottobre 2020

Dylan Dog #19 - Memorie dall'invisibile

 

Cade la pioggia sulla notte di Londra. Una pioggia eterna e scura che si mescola al sangue e alla solitudine. L'Uomo Invisibile scrive il suo diario, mentre la lama dell'assassino continua a colpire. Le prostitute della grande città sono nell'occhio della morte e una di loro, Bree Daniels, si rivolge all'Indagatore dell'Incubo.

Per Dylan è l'inizio di un grande amore e di un'indagine lungo il confine tra uomini e mostri, visibili e invisibili… mentre la pioggia continua a cadere.

Difficile commentare questa storia. E' un capolavoro, anzi IL capolavoro assoluto della serie. Poco altro da aggiungere. E' l'albo dylaniato che dimostra come il fumetto possa essere qualcosa di più del semplice "rappresentare una storia". E' un grido silenzioso contro la solitudine, l'indifferenza, il vuoto esistenziale, il grande freddo che solo l'amore può scaldare. Personaggi più veri che mai, quasi “umani” mi verrebbe da dire. E' da qui che Dylan e Bloch diventeranno amici per davvero, con il primo di tanti appuntamenti al pub, un’abitudine, anzi un rituale familiare. La malinconia di fondo è struggente, a tratti dolorosa e ammanta il destino di tutti i personaggi, sia quelli principali (colpisce secco la scoperta di Bloch frequentatore di “lucciole”), sia quelli secondari (la vicenda di Miriam), senza tralasciare la voce narrante, quella dell’”uomo invisibile” la cui storia è senz’altro la più triste di tutte. La sceneggiatura è praticamente perfetta e si distingue per un uso delle citazioni più calibrato e funzionale del solito, benché il discorso pronunciato da Hiram Biley in tribunale (pagg. 63-64) sia praticamente identico a quello di Henri Verdoux nell’immortale capolavoro di Charlie Chaplin Monsieur Verdoux (omaggio, invero, dichiarato nel Club dell’Orrore in seconda di copertina dell’inedito). Il look del serial killer è invece ispirato alla figura classica dei nostrani “Spaghetti-Thriller” la cui è genesi è probabilmente da rinvenire in Sei donne per l’assassino del grande Mario Bava. La storia, poi, vede il fondamentale esordio di Bree Daniels, uno dei più grandi amori di Dylan, forse il più grande, destinato a tornare nel #88 e in tante altre occasioni, tra camei, sogni e persino recentemente crossover (Morgan Lost & Dylan Dog). Viene qui introdotto anche il marchio di fabbrica SZOCK! ovvero l’onomatopea della pugnalata, uno dei tratti più distintivi e celebri dei primi 100 numeri della serie. Passando ai co-protagonisti, per la prima di innumerevoli volte Bloch chiede un antiemetico di fronte a una scena del crimine particolarmente cruenta. Lo vediamo anche parlare con il famigerato soprintendente anche se di quest’ultimo non ci viene mostrato il volto. L’alone di mistero intorno alla figura del superiore che incombe minacciosa sul nostro ispettore durerà decenni, almeno fino al raggiungimento dell’agognata pensione. Di Dylan scopriamo che ha mantenuto, dai tempi del servizio a Scotland Yard, la sirena e la luce intermittente applicabile al tetto dell’auto, accessori che però verranno subito dimenticati a differenza dell’onnipresente tesserino scaduto. Nonostante la pioggia incessante per buona parte della storia, il nostro continua imperterrito ad andare in giro senza ombrello e cappotto perché “rovinerebbero il suo look”. Torna poi a violare il suo regime da bravo astemio concedendosi un whisky per di più offerto da Bloch! Groucho, infine, si mostra più dolce e premuroso rispetto ai suoi standard, più misurato, pur senza rinunciare alle battute. In alcune sequenze spunta fuori anche una certa gelosia da parte sua e a pag. 81 appare affranto alla notizia che Dylan vuole sposarsi. Particolari che probabilmente non sono sfuggiti a Recchioni nel raccontare Groucho appena prima e poi durante il “ciclo della Meteora” e neppure a Marco e Giulio Rincione autori della breve storia La fine di un giorno qualunque pubblicata prima sul Grouchomicon e più recentemente su Color Fest #34. Eccellente il comparto grafico di un Giampiero Casertano particolarmente ispirato, efficacissimo a imprimere sui volti dei personaggi le forti emozioni volute da Sclavi. Il disegnatore milanese legherà il suo riconoscibilissimo e apprezzatissimo stile (destinato peraltro a evolversi e a mutare nel tempo) ad alcuni dei migliori albi pubblicati nel primo quinquennio di vita editoriale dylaniata. Questo, insieme allo Speciale #5, rappresenta il suo fiore all’occhiello. Celeberrima la cover di Villa.

Da insegnare a scuola e fare imparare a memoria (dall'invisibile).

Curiosità: (1)Il titolo dell’albo sarebbe dovuto essere Ricordi di un uomo invisibile, poi cassato in quanto identico all’omonimo romanzo di Harry F. Saint uscito qualche mese prima per Mondadori. (2) Bree Daniels deve il nome al personaggio interpretato da Jane Fonda nel film Una squillo per l’ispettore Klute di Alan J. Pakula. (3) Flebile cenno di continuity: Bree ricorda a Dylan che è riuscito a prendere “Jack lo squartore” (nel #2). (4) La vicenda narrata dura diversi mesi, iniziando di fatto prima di Natale per concludersi poi in primavera.

BODYCOUNT: 10

TIMBRATURA: Sì (1: Bree)

CITAZIONE:  E allora capii che era vero: viviamo solo se qualcun altro crede in noi. Con la morte di Aileen non era scomparso il mondo, ero scomparso io. E non mi sembrò neanche tanto strano. “Signora Maestra”, pensai, “mi segni assente”.

VOTO: 10

 

Soggetto:  Sclavi (20)

Sceneggiatura: Sclavi (18)

Disegni:  Casertano (2)

2 commenti:

  1. Ah, Casertano è di Milano? Pensavo fosse di Caserta!!! Comunque sì, il suo miglior lavoro, sia per le atmosfere sia per l'espressività dei personaggi. Personaggi estremamente veristi, lontani da quelli caricaturali degli anni a venire. La copertina di Villa è la mia preferita in assoluto, ex aequo con quella del n. 1.

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  2. Io pensavo fosse di Salerno! :lol: La mia preferita di Villa deva ancora arrivare, anche se anch'io la metto ex aequo con quella del n. 1.

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