mercoledì 28 ottobre 2020

Dylan Dog Special #2 - Gli Orrori di Altroquando

 

Quali sono i confini dell'orrore? Non puoi saperlo prima, devi lanciarti in una folle esplorazione e scoprirli un poco alla volta. Se arrivi fin nello spazio, potresti incontrare uno strano, piccolo pianeta che può aiutarti. Si chiama Terra ed è abitato da creature che con l'orrore hanno una speciale confidenza. Ascolta le loro storie: voci senza corpo, ritorni dalla morte, vampiri e mostri. E se tutto questo non ti basta, non preoccuparti: per la tua ricerca ci sarà sempre un altro "dove" e un… Altroquando!

Secondo speciale dylaniato con allegato il secondo volumetto dell’Enciclopedia della Paura, dedicato questa volta al Diavolo. Ritorna la formula a episodi, già sperimentata con successo nel Club dell’Orrore. Cambia però la location della cornice: non più l’accogliente salotto della sede del club, ma un misterioso palazzo sperduto nel cosmo dove a raccontare le storie è il simpatico Azazelo a uso e consumo del suo monarca popputo (Dio?). Il filo conduttore stavolta è proprio.. Dylan Dog. E' grande Fumetto, capolavoro creato da mente e mani di due giganti, Sclavi e la guest star Attilio Micheluzzi, prematuramente scomparso un paio d’anni più tardi. Il lavoro del disegnatore nato in Istria, che firma qui la sua unica opera dylaniata (escludendo l'unica tavola realizzata per l'albetto Femmine Fatali*), è un valore aggiunto inestimabile, anche se il suo stile molto particolare ha reso inviso a molti lettori questo Speciale. Io, invece, non riuscirei a immaginarlo disegnato da altro autore. Tavole e sceneggiatura mi ricordano, per certi versi, anche il fumetto horror degli anni ‘60-‘70, tipo Creepy, non so se per omaggio voluto o mia idea. Sclavi ci regala 8 gemme in cui ritroviamo tutti i suoi temi caratteristici: la teoria del “multiverso”, il rispetto per il “diverso/deforme”, il concetto dei “mostri siamo noi” e l’angoscia esistenziale che qui tocca vette di pessimismo (e nichilismo) assolute, in particolare nell’episodio conclusivo ..la Fine? con il monologo della Morte che cito integralmente più sotto. Morte che non ama e non odia, ma fa il lavoro alla quale è destinata, un caposaldo sclaviano di cui Bilotta farà tesoro nella sua saga del “Pianeta dei morti”. Il nichilismo o più corretto sarebbe dire l’impermanenza la troviamo anche in La voce (“ecco.. sento già la fine.. e in questo momento perde significato la mia esistenza anteriore.. e come se non fossi mai vissuto, e avessi ora la coscienza atroce di non essere..”) la cui origine è rinvenibile nel romanzo Tre dello stesso Sclavi. La sfiducia cosmica verso il genere umano la fa da padrone, invece, nello splendido Patto con il Diavolo in cui non solo scopriamo che il demonio non è così brutto come lo si dipinge ma è addirittura inutile visto che sono gli uomini stessi a distruggersi tra loro e a rovinare il mondo, tant’è vero che “diavoli non si nasce.. si diventa”. L’episodio più celebre è però Ghor, trasposizione fumettistica del racconto Nato d'uomo e di donna del mai troppo lodato Richard Matheson, che Sclavi ha omaggiato in più occasioni. Commovente da star male, personalmente ora che sono padre, l’ho trovato ancora più crudele e allo stesso tempo toccante rispetto alle precedenti letture. Il piccolo Ghor diventerà un po’ il simbolo dylaniato di tutti i “diversi” rifiutati dalla società, tanto da guadagnarsi per lungo tempo un posto d’onore nella cover di pagina 3 degli albi della serie regolare. Meno ambiziose e più grottesche le restanti storie, che intrattengono e divertono contribuendo (assieme alla cornice) a spezzare il mood negativo del resto dello speciale. In La notte nella casa dei fantasmi (in cui intravedo un piccolo omaggio a Shining) troviamo un imprevedibile capovolgimento di fronte, o se vogliamo di prospettiva, stratagemma subito riproposto nel successivo Zombi!, in cui viene citato dopo parecchio tempo anche Xabaras. In Ritorno dalla morte si respirano echi “hitchockiani” immersi in una volutamente esagerata e massiccia dose di splatter; qui Dylan afferma che i suoi genitori litigavano sempre, ma considerata la natura surreale che permea tutti gli episodi, è una frase che lascia il tempo che trova. Plenilunio, infine, è la storia più classica del lotto, ma anche quella che mi dice meno.

Tra le tante chicche di questo speciale mi piace ricordare il cameo di Tom Savini e la sceneggiatura "in tempo reale" sullo schermo del computer di Stephen Maze in La voce.
Della copertina, questa volta squarciata da una scheletrica mano armata di coltello, non mi ha mai convinto del tutto Dylan in primo piano, ma tant'è, il prodotto finale è ottimo, da 10 e lode.
Consiglierei di leggerlo anche nella versione gigante cartonata Mondadori: Micheluzzi a colori e con tavole più grandi, non solo non sfigura ma rende ancora di più.

Curiosità: (1) Viene citata qui la stessa formula di evocazione del demonio utilizzata nel #6. (2) La Morte ricorda ancora una volta a Dylan (era già accaduto nella doppia Il castello della Paura/La dama in nero) che si sarebbero rivisti dopo il loro primo incontro del #10.  

BODYCOUNT: 6

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Tra miliardi di anni l’universo fosse cesserà di espandersi, comincerà a contrarsi e tornerà in sé stesso, fino a un nuovo Big Bang iniziale.. O forse no, forse le galassie continueranno ad allontanarsi l’una dall’altra.. non si formeranno più nuove stelle e quelle vecchie una a una si spegneranno .. E le molecole di ogni corpo vagante si disgregheranno allontanandosi a loro volta una dall’altra, e così faranno le particelle di ogni atomo, i protoni decadranno in raggi gamma e positroni, i quali si annichiliranno con gli elettroni, trasformandosi in altri raggi gamma.. finché resteranno radiazioni che nessuno capterà, sempre più deboli, sempre più lontane.. e poi più nulla..”

VOTO: 10

Soggetto: Sclavi (24)

Sceneggiatura: Sclavi (20)

Disegni: Micheluzzi (1)

(*)Si ringrazia il sempre attento Leprecano per la segnalazione

3 commenti:

  1. Storia straordinaria: credo di averla letta più di dieci volte, ma ogni volta mi manda in brodo di giuggiole. Forse la mia storia preferita di sempre.

    Ovviamente l’episodio più amato non può che essere “Ghor”, ma ritengo capolavori tutti e otto i segmenti, a partire da quello iniziale senza Dylan. Per non parlare della cornice con Azazelo. Poi Micheluzzi mi fa impazzire: eccellente soprattutto nella raffigurazione dei mostri e nelle scene con le mutazioni dei corpi. Ma amo molto anche il suo Dylan dai capelli scompigliati, il suo Groucho dall’occhio vispo e il suo Bloch con i rotoli di ciccia sul collo.

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    1. Sì un capolovoro assoluto. Ho riletto anche la mia recensione senza vergognarmi :)

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    2. In effetti, questa ti è riuscita particolarmente bene 😉 !

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