sabato 13 dicembre 2025

Dylan Dog #233 - L'ospite sgradito

 

Samantha Morris, una cliente di Dylan Dog, convinta che la fine del mondo sia vicina, si uccide, gettandosi da una terrazza. Quale relazione c'è tra il suicidio di Samantha, un'esplosione di follia collettiva e la creatura invisibile che sembra essersi impadronita dell'abitazione dell'Indagatore dell'Incubo?

Storia notevolissima di Medda, la sua migliore “da solista” per Dylan Dog in my honest opinion. Rispetto alla sua precedente sceneggiatura dylaniata (il n. 222 La saggezza dei morti) in cui il messaggio di fondo era veicolato in modo didascalico e fin troppo palese, qui, almeno fino alle ultimissime pagine, abbiamo il ricorso a un uso sapiente del surreale come non si vedeva da tempo. Per la metaforica discesa agli inferi di Dylan, Medda non attinge all’autoreferenzialità allora imperante nella serie, ma esteriorizza il malessere interiore che progressivamente sconvolge il protagonista proiettandolo su un (altro) mondo che sembra impazzito e destinato all’estinzione. La vicenda parte apparentemente da una situazione classica, ma della cliente di turno non sapremo mai nulla in definitiva, né la sua morte avrà particolare rilevanza. La narrazione che si sviluppa dall’incipit pare (volutamente) girare a vuoto, ma sottotraccia mantiene un ritmo incalzante che trova il suo culmine nella soffertissima sfida finale tra Dylan e l’”intruso”. Peccato per un Groucho prematuramente fuori dai giochi, solo in parte compensato dallo spassoso siparietto di Jenkins a pag. 54. Stano ai disegni  si rivela fondamentale per illustrare quest'albo che parla più per immagini (e didascalie) che per dialoghi, contribuendo a creare un'atmosfera straniante per il lettore, quasi apocalittica considerato il contesto. Sebbene il suo tratto si sia evoluto rispetto a quello “spigoloso” ed espressionista degli esordi, le sue tavole riescono ad immergerci in una dimensione solo apparentemente familiare, ma invece fuori dallo spazio-tempo. La sua copertina ci riporta indietro a una situazione classica da “primi 100”, con Dylan attorniato da non-morti su una metropolitana che riporta la mente indietro  alla cover di Ultima fermata: l’incubo!

Curiosità: (1)Sull’Horror Club (inedito) apprendiamo che la storia è stata ispirata a Michele Medda da un monologo di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, “Il Grigio”, pubblicato in forma di racconto anche nella raccolta Questi assurdi spostamenti del cuore. (2)A pag. 12 Dylan guarda in TV Il fantasma dell'opera diretto da Rupert Julian nel 1925, con Lon Chaney nel ruolo indimenticabile di Erik "il fantasma".

BODYCOUNT: non quantificabile

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Perché le nostre scelte sono limitate dal fatto di essere obbligati a scegliere, e non vediamo che la nostra vita è governata dal caso…”

VOTO: 9

Soggetto: Medda (14)

Sceneggiatura: Medda (14)

Disegni: Stano (13)

Uscita: febbraio 2006


1 commento:

  1. Non ci ho capito nulla, ma mi è piaciuta lo stesso! Disegni sbalorditivi!

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