giovedì 4 novembre 2021

Dylan Dog n. 86 - Storia di un povero diavolo

 

Un buffo ometto che sostiene di essere un “demone di seconda classe”. Un prete pistolero che si aggira per Londra. Un'incredibile epidemia di follia omicida. Una clinica dove si indagano le origini del raffreddore Cosa tiene insieme tutte queste cose? È un rebus complicato, ma non impossibile. E si può risolverlo seguendo i pensieri di una mente demoniaca… e un po' pasticciona!

Ancora ritardi, ancora cambi di programma. Ecco allora che la redazione dylaniata si trova costretta a riesumare una storia rimasta chiusa nei cassetti per anni (come rivelato in un numero di Dime Press, rivista un tempo dedicata alla produzione Bonelli), forse perché qualitativamente non ritenuta all’altezza. Fin dalla prima volta che la lessi ebbi la sensazione che fosse stata concepita molto tempo prima di quando fu pubblicata, forse all'epoca, più o meno, delle precedenti storie sceneggiate da Mignacco o subito dopo, visto il riferimento a Padre Morris del n. 53. In ogni caso, stante la latitanza di Sclavi, Mignacco verrà presto richiamato in servizio attivo sulla serie ed affiancato a Chiaverotti e ad altri autori che avrebbero esordito nei mesi successivi. Ma concentriamoci sull’albo. Incipit molto buono, con il personaggio del prete-Terminator che spacca, il ritmo adrenalico imposto dal propagarsi dell'epidemia. Poi arrivano un afflosciamento nella parte centrale e una leggera ripresa nel finale, forse troppo “classico”, coi coniugi Darkroft che scelgono un look da cattivoni quasi parodistico, in particolare la baronessa in versione femme fatale. Groucho parte attiva e particolarmente allupato, non solo a parole, è sempre un piacere. Mignacco infila nel calderone anche il caposezione degli Inferni e diversi omaggi a Mister No la cui pubblicità tappezza la metropolitana di Londra! Tuttavia la sceneggiatura è minata alla base dall’indecisione sul registro, serio o faceto, da imboccare e da dialoghi non all’altezza degli standard dylaniati, ad esclusione delle frasi fatte/citazioni di Padre Browning (il personaggio migliore dell’albo) che in bocca a lui, mezzo Schwarzy e mezzo Sly di Cobra, funzionano. Ci sono passaggi piuttosto inverosimili e qualche svista (in clinica Dylan si spaccia per un certo Dylan Doug ma a pag. 64 Briggs lo presenta agli amici come Dog). Tornano Montanari & Grassani dopo un anno e mezzo di assenza, ma al di sotto dei loro standard precedenti, in pratica già avviati alla media del Maxi, su cui questa storia avrebbe fatto un figurone. Il primo piano del ragazzino di pag. 31 (4° vignetta) mi sembra addirittura riciclato da qualche albo precedente, ma potrebbe essere solo una somiglianza. Dovrei controllare (volontari?). L’esterno della scuola a pag. 40 sembra, invece, il manicomio di Harlech. Una prova piuttosto svogliata. Discreta, invece, la copertina sulfurea di Stano.

Zoppica, ma sta in piedi. Sufficiente.

Curiosità: (1)Sulla Post (inedito) viene annunciata, dal 21 ottobre al 28 novembre 1993, la manifestazione “Dylan Dog e Zagor: due amici per i disabili”, organizzata dall’ANFFAS e Sergio Bonelli Editore in collaborazione con il Comune e la Provincia di Milano, con locandina disegnata per l’occasione da Claudio Villa. (2)Non esiste nessuna città in provincia di Como (né nel resto d’Italia) denominata Corvirate.  Tantomeno esiste in Gran Bretagna una Seeckly on the sea (forse un gioco di parole con sickly-malaticcio). (3)A pag. 25 il raffreddore viene definito da B.L.Phagor  “il male del secolo”; una sorta di profezia per il secolo che verrà. (4)A proposito di Phagor e piccoli diavoli, vengono citati i nn. 6 e 46 della serie regolare e gli speciali nn. 2 e 4 in cui Dylan ha già avuto a che fare con demoni e affini. (5)A pag. 14 Luca Zarri, metafumettisticamente parlando, afferma che Dylan Dog in Italia è praticamente diventato un mito. (6)Citando Alphonse Allais Dylan dichiara di non amare lo smog. (7)A pag. 78 viene ribadito che Groucho non ha la patente.

BODYCOUNT: 9 oltre a un numero imprecisato di contagiati a Sweethon e alla fondazione Darkroft.

TIMBRATURA: Sì (1, Dorothy)

CITAZIONE: “Forse siamo tutti un po’ diavoli.. e questo mondo è un inferno.. non peggiore.. degli altri”

VOTO: 6

Soggetto: Mignacco (4)

Sceneggiatura: Mignacco (6)

Disegni: Montanari & Grassani (20)

3 commenti:

  1. Di prim'acchito avrei detto che il ragazzino di quella vignetta somigliasse a quello di "Killer", ma riguardando l'albo n. 12 la somiglianza è davvero vaga.

    Da quel che so, era Decio Canzio a non ritenerla all'altezza di essere pubblicata, ma lo ritengo un giudizio ingeneroso: a me è sempre piaciuta. Poi ovvio che non sia un capolavoro.

    Mister No che fa la parodia della pubblicità dell'uomo del monte, però, è una delle cose più assurde e deliranti che mi sia mai capitato di vedere!

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  2. Sì anche a me è subito venuto in mente Killer! Ma pure io ho controllato ed è diverso come dicevi tu. Forse potrebbe essere La belva delle caverne oppure solo una paranoia mia, un senso di dejà vù

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  3. E' che bene o male lo stile di M&G è quello. Dopo oltre cento storie, è inevitabile trovare personaggi che si assomiglino.

    Ma succede anche con altri artisti che hanno realizzato molte meno storie. Prendi Tacconi: in "La rivolta delle macchine" ha disegnato un personaggio preciso identico a un altro personaggio apparso in "Lama di rasoio".

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