mercoledì 3 novembre 2021

Dylan Dog n. 85 - Fantasmi

 

Cinque ragazzi, una serata noiosa… Perché non fare una seduta spiritica? Un gioco innocente diventa un incubo senza scampo, perché, rimescolando le carte dell'aldilà, si può pescare l'asso di picche! Peggy e i suoi amici hanno risvegliato la rabbia degli spettri e ora devono fuggire alla loro vendetta. Dylan Dog cerca un senso in questa catena di morti misteriose. Dietro l'apparente furia dei morti, si nasconde forse la follia dei vivi?

Come già anticipato, siamo nel periodo del primo abbandono di Sclavi. Difficile collocarlo temporalmente con esattezza, fatto sta che in questo 1993 continuano i cambiamenti di programma riguardanti le uscite e la redazione sembra navigare a vista. Sul Club del n. 84, in luogo della consueta presentazione del numero successivo, veniamo avvisati che “ancora non abbiamo avuto il tempo di scegliere e preparare l’albo. Succede anche questo, scriviamo in anticipo e siamo in ritardo! Eh i misteri di Zed sono poca cosa in confronto a quelli di una redazione”.  Ma passiamo ad analizzare l’albo in questione che è Fantasmi. Siamo dalle parti dei “teen horror”, un filone che invero non ha avuto molta fortuna in Dylan Dog sebbene sia stato esplorato occasionalmente da più autori (Sclavi escluso). Lo stesso Chiaverotti aveva debuttato con un horror “adolescenziale” come Il buio,  forse il migliore esponente di questo sottogenere, che aveva dalla sua l’intuizione geniale del personaggio di Mana Cerace. Forte di quel successo, Chiaverotti gioca sul sicuro riproponendo uno schema simile: omicidi apparentemente soprannaturali che nascondono un intreccio giallo e un colpevole in carne e ossa, salvo poi svelare nel finale che il soprannaturale c’è davvero! Per l’occasione il buon Claudio va a recuperare uno dei cult della mia gioventù Piramide di paura (Young Sherlock Holmes, 1985) di Barry Levinson, utilizzato come modello primario per le allucinazioni che spingono al suicidio e platealmente omaggiato nella scena della vetrata. Altrettanto importante nell’ispirare soggetto e sceneggiatura è Spiritika (Witchboard, 1986) di Kevin S. Tenney, che forse è il film a cui si riferiscono Andrew a pag. 12 e Dylan a pag. 30 (definendolo b-movie), in cui viene appunto accidentalmente evocato uno spirito malvagio e vendicativo, desideroso di far fuori i partecipanti alla seduta, arrivando a impossessarsi fisicamente di uno di essi. Non mancano al solito altre citazioni o suggestioni, anche indirette: Herbert che appare a Andrew, insanguinato e avvolto nel “body bag” ricorda Tina in Nightmare, l’odore dolciastro e nauseante che avverte Dylan nel finale richiama invece Inferno di Argento. Ritornano la Trelkovski, con le inseparabili attempate amiche Glenda e Dora, ma soprattutto Diana, l’avvenente nipote di Madame, che però non ha modo di interagire direttamente con Dylan. Per la prima volta vediamo anche lo spirito guida della Trelky, Akhemon.

Devo ammettere di aver rivalutato l’albo con quest’ultima rilettura. In precedenza l’avevo sempre giudicato mediocre, complice anche una scarsa caratterizzazione dei personaggi ad esclusione del padre di Peggy). Però le sequenze oniriche (su tutte la visione del possibile futuro “matrimoniale” di Joss), i fantasiosi omicidi-suicidi e i dettagliati disegni di un ottimo Siniscalchi mi fanno propendere, al netto delle insopportabili dinamiche adolescenziali, per una sufficienza piena. Non tra i migliori di Chiaverotti comunque. La copertina di Stano vede Dylan circondato da minacciosi ectoplasmi, tra i quali spicca davvero solo quello di forma scheletrica.

Curiosità: (1)Nella Post (inedito) viene annunciata l’uscita di Nel Buio, l’antologia di canzoni e ballate, di morte e d’amore, di cui abbiamo già parlato in occasione del n. 74 e contenente, tra l’altro, la canzone “…” presente in quell’albo, in seguito ribattezzata proprio Il lungo addio. (2)Il titolo di uno dei capitoletti dell’albo, “La minaccia senza nome” sembra richiamare il romanzo di Agatha Christie, Il pericolo senza nome, nel quale viene tenuta una seduta spiritica, ma non vi sono altre affinità tra libro e albo. (3)A pag. 84, prima vignetta, compare quello che sembra un giovanissimo Nathan Never. Sulla parete a sfondo nero dell’edificio in alto a sinistra, aguzzando la vista si può scorgere, infatti, la scritta “Baby Nathan”(*). (4)Sulle tazze a pagg. 49-50 sono raffigurati i volti dei personaggi della famiglia Simpson.

BODYCOUNT: 8

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Ci sono anime corrotte dal dolore e dall’odio, che aspettano solo di essere evocate, per sentire qualche alito di vita.. e distruggerlo!”

VOTO: 6,5

Soggetto: Chiaverotti (19)

Sceneggiatura: Chiaverotti (20)

Disegni: Siniscalchi (2)

(*)Complimenti a Stavros del forum di cravenroad.it per il colpo d'occhio!

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