sabato 6 novembre 2021

Dylan Dog n. 87 - Feste di sangue

 

A Natale si è tutti più buoni… o quasi. Il signor Grant ha donato gran parte delle proprie ricchezze agli ospizi per poveri della città, ma i senzatetto, i disperati di Londra non sembrano gradire. Mutano in mostri orrendi e tingono di rosso sangue la neve delle feste. Per Dylan Dog, è un viaggio dentro l'umanità sconfitta delle strade, alla ricerca di una maledizione senza volto… Un creatore di incubi natalizi!

Albo a tema natalizio per concludere l’annata 1993. Che le feste portino tristezza e malinconia in diverse case e a tante persone è risaputo. Qui uccidono pure. Dylan torna a frequentare i bassifondi di Londra dopo i drammatici fatti raccontati da Sclavi ne Il Marchio Rosso, ma questa volta il buon Chiaverotti attinge dal b-movie Horror in Bowery Street (1987, diretto da Jim Muro) per lo spunto del soggetto. E come in quel film sono le sequenze splatter a farla davvero da padrone, soprattutto grazie agli splendidi disegni di Rinaldi che già al suo esordio nel n. 79 aveva dimostrato di trovarsi a suo agio nell’illustrare frattaglie e sbudellamenti vari. Non manca il sangue dalla bocca, una vera fissa di Chiaverotti che qui taglia quota 20 ai testi della serie regolare. La sceneggiatura guarda al collaudato modello de Gli Uccisori e difatti il bodycount è piuttosto elevato, anche se non si arriva a stragi di massa come quelle del n. 5. La critica sociale si mantiene blanda, la retorica più contenuta rispetto ad altre occasioni e va bene così. Pochi fronzoli e più horror. Il personaggio meglio caratterizzato è la cattivissima vecchietta tentacolare, protagonista anche della copertina a tema di Stano, mentre la scena che resta più impressa è quella della “proroga a tempo indeterminato dell’affitto” con esplosione delle interiora del padrone di casa a mo’ di Alien. Deludente invece il finale, con l’anticlimatico spiegone prima e il bluff di Julius coi denti da vampiro (servivano veramente?) poi. Il twist conclusivo con il cane ci mette una pezza. Altra storia che ho rivaluto con quest’ultima rilettura e che si merita una sufficienza piena. Un valido filler.

Curiosità: (1)Chinaski Lane, la via dove Julius da appuntamento a Dylan è un omaggio a Henry Chinaski, alter-ego letterario di Charles Bukowski. Personaggio e autore saranno omaggiati in un successivo albo, il n. 114 della serie regolare, in cui Dylan avrà nuovamente a che fare con un gruppo di clochard. (2)Sulla post (inedito) un lettore (tal Nicola di Verona) esponeva una stima sull’aumento di prezzo degli albi, partendo dalle 700 lire sborsate nell’aprile del 1992 per il n. 1 di Martin Mystere e passando per le (allora) attuali 2.500 lire: “si può facilmente dedurre che tra 25 anni (quando uscirà il n. 382 di Dylan Dog) l’albo costerà all’incirca la spropositata somma di 6.500 lire. Roba da matti!”. Beh il lettore ci ha quasi preso, sbagliando di pochissimo e addirittura per difetto. Il n. 382, Il macellaio e la rosa, è uscito in edicola al prezzo di € 3,50 corrispondenti a circa 6.776 lire.

BODYCOUNT: 22

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Questa è l’ecatombe dei delinquenti! E, sapere, credo che il merito di tutto sia mio: ieri ho chiesto a Babbo Natale di distruggere quei bastardi.. e forse.. forse ha sentito anche il demonio!”

VOTO: 6,5

Soggetto: Chiaverotti (21) 20° per la serie regolare

Sceneggiatura: Chiaverotti (22) 20° per la serie regolare

Disegni: Rinaldi (2)

2 commenti:

  1. Non ho capito i calcoli per la percentuale di storie chiaverottiane LOL !

    Fantastica la previsione di Nicola da Verona. Però adesso mi sembra che aumentino di più e più frequentemente.

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  2. Beh più o meno 25. Sarebbe il 23%, 20 albi scritti da lui sugli 87 allora usciti.

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