venerdì 5 gennaio 2024

Almanacco della Paura 2000 - Il violinista

 

La musica è tutto per lui, gli scorre tra le dita come una forza rigenerante e soltanto da lei trae la forza di vivere. Deve continuare a suonare, continuare a ricamare il tessuto delle sue tristi melodie notturne, le dolci serenate che rivolge a tutte le sue vittime! Un nuovo assassino è libero di colpire, inafferrabile come un assolo di Paganini. E per Dylan c'è un solo indizio, sottile e tagliente… come una corda di violino!

Ad eccezione di quelle sceneggiate da Sclavi e, in parte, da Chiaverotti (La maschera del demonio), non si può dire che l’Almanacco avesse ospitato, sino ad allora, storie memorabili. Anzi, a partire dalla metà degli anni ‘90 c’è da registrare un progressivo calo qualitativo delle avventure dylaniate ospitate su questa testata. Un trend che, purtroppo, continuò anche con l’Almanacco della Paura 2000, per poi fortunatamente interrompersi l’anno successivo. Il violinista è una storia deludente già a partire dall’idea dell’improbabile associazione di donne influenti che elargisce annualmente premi milionari a uomini meritevoli dotati di “fortezza, giustizia, prudenza e temperanza”. Considerate le premesse non aiuta l'indecisione di Ruju sul registro da imporre alla sceneggiatura, troppo ondeggiante tra il serio e il faceto. A mio (fallibile) parere sarebbe stato preferibile privilegiare il secondo, magari con l'apporto di un disegnatore più adatto come un Saudelli ad esempio. Invece il buon Pasquale punta maggiormente sulla serietà, affidandosi ai collaudati schemi del giallo. Da qui in avanti seguono inevitabili spoiler. La trama si dipana in modo traballante, svelando troppe carte all'inizio: si capisce subito che Walerian non è uno stinco di santo, tant'è che la stessa presidentessa del circolo, evidentemente a conoscenza della natura del suo “protetto”, gli domanda in maniera retorica se sia coinvolto nelle sorti avverse occorse ai candidati al premio, alcune delle quali concluse tragicamente con la morte. Mancano poi altri possibili sospettati con cui cercare di depistare il lettore dall'ovvia identità dell’assassino. In compenso abbondano le perplessità: Dylan è così esperto di violini da riconoscere, con una semplice occhiata veloce, che quello utilizzato da Walerian è uno strumento per mancini? Quando sarebbe stata diluita la colla utilizzata da Dylan per montare il galeone? Nel 1986?? La polizia conclude che l’assassino è altissimo e ciò è evidenziato nella scena dell’omicidio di Jann, ma in seguito la sua altezza sembra assolutamente normale. Il serial killer viene soprannominato “il violinista” perché si diverte a suonare prima e dopo gli omicidi, cosa che però non avviene affatto nell’omicidio di Annie. E si potrebbe continuare. Salvabili, comunque, le sequenze di alcuni omicidi. Ai disegni Rinaldi si conferma purtroppo non al top della forma come nella precedente storia da lui illustrata, La banda dello zodiaco. La sua prova è piuttosto scialba, poco ispirata; i suoi personaggi poco espressivi. Qualche bella vignetta c’è (tavole 24-25, tavola 59), ma non basta a farmi rivalutare in positivo questo suo lavoro. La copertina di Stano, invece, se apprezzata nel suo insieme è davvero molto bello; colpisce in particolare il retro, con la Morte intenta a suonare il violino in onore di una vittima.

Dei dossier dell’Almanacco consiglio quello sugli “insetti del terrore” a firma di Gianmaria Contro e soprattutto (dal momento che trattasi di argomento di nicchia) quello su “Virus”, il mad doctor a fumetti creato nel 1939 da Federico Pedrocchi (l’articolo contiene anche un box su Frieda Boher, protagonista di Necron, breve serie a fumetti disegnata dal grande Magnus!).

Curiosità: (1) Se non fosse per la pettinatura, Walerian avrebbe una certa somiglianza con… Xabaras! (vedasi il primo piano, terza vignetta, pag. 100 – o tavola 68). (2) A pag. 61 (29° tavola) Dylan afferma che il modus operandi del “Violinista” gli ricorda per certi versi l’uomo invisibile. Quasi una blasfemia accostare questa storia a Memorie dall’invisibile!

BODYCOUNT: 8

TIMBRATURA: Sì (1, Katharine)

CITAZIONE: “Il modo in cui ha suonato sotto casa tua... non aveva mai raggiunto una simile intensità… un dolore così grande… conosco un solo uomo capace di suonare così.”

VOTO: 4,5

Soggetto: Ruju (28)

Sceneggiatura: Ruju (28)

Disegni: Rinaldi (5)


 

3 commenti:

  1. Urka, che cattivo: 4.5? Quel che scrivi è senz'altro vero, ma io, tutto sommato, ho trovato la lettura godibile.

    Bellissimo il retro di copertina, che io non avevo mai visto, possedendo la storia in “Super book”.

    Quindi mi sono perso anche il dossier su Federico Pedrocchi, uno dei miei sceneggiatori Disney preferiti. Oltre a “Virus”, che non conosco, aveva creato anche i mitici “Sette nani cattivi”: Maligno, Mastino, Ricino, Spinaccio, Cipiglio, Sibilo e Furbicchio! Giusto oggi mi è arrivato un pacco Ebay con due sue storie: “Biancaneve e il mago Basilisco” e “Paperino chiromante” 😃 !

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    1. Visto che tempo fa me l'avevi chiesto avevo provato a scansionare le copertine intere, ma mi si staccano le pagine se apro completamente gli Almanacchi. Per i prossimi vedo di scansionare separatamente fronte e retro e poi incollarli assieme. Si perderà la parte sulla "costa" ma meglio che niente.

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    2. Grazie! Va bene anche solo il retro, così non rovini i volumi 😃 !

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