venerdì 3 gennaio 2025

Maxi Dylan Dog n. 3 - La radio fantasma

 

Ti senti solo, sei infelice. Perché non telefoni a Elmer? Ha sempre una parola speciale, e per ogni tuo problema troverà una soluzione… definitiva. Un segnale radio dall'origine sconosciuta e un serial killer dedito alla vivisezione. Vent'anni dopo il suo ultimo delitto, il terribile Chirurgo è tornato a colpire. È sua quella voce che viene dal nulla?

Terzo Maxi aperto, come il primo, da una storia di Ruju che qui confeziona un giallo non banale anche se un po' troppo verboso (si sa che ai dj non difetta la parlatina, però..), tagliando il traguardo delle 30 sceneggiature dylaniate! Lo spunto per il soggetto è forse rinvenibile in una rilettura in chiave horror di Talk Radio, film del 1988 di Oliver Stone; d’altronde il programma di Elmer Masters si intitola “Parole nella notte” e su un suo poster viene definito “the voice of the night”  (nel film “Voci nella notte” era il programma radiofonico condotto dal protagonista). La soluzione finale, invece, e qui occhio al gigantesco SPOILER potrebbe essere stata suggerita da Face/Off, film diretto da John Woo nel 1997 FINE SPOILER. Evidenti anche alcuni riferimenti “argentiani”: l’esibizione delle armi da taglio, i guanti e l’impermeabile indossati dall’assassino, il particolare rivelatore, il muro che cela (come in Profondo Rosso, anche se qui è scorrevole) la verità sul passato del colpevole. Soprattutto però la storia rimanda con piacevole nostalgia a quei bei gialli dylandoghiani dei primi 100 come Giorno Maledetto o Scritto con il sangue, senza però quella sana dose di splatter ed emoglobina che all’epoca era sdoganata e funzionava alla grande soprattutto quando matite e chine erano tra le mani di Montanari & Grassani, come nei due albi appena citati. Di questo non si può dare colpa a Ruju, i tempi in Bonelli erano cambiati e si era adottata una certa “prudenza” a livello grafico. Da segnalare un problemino di collocazione temporale: Bloch dice che "il chirurgo" ha smesso di uccidere nel '79 e Dylan sostiene di essere appena entrato a Scotland Yard all'epoca. Ma allora quanti anni ha Dylan visto che da allora sono passati ventanni???

Curiosità: (1)Da segnalare un paio di refusi. A pag. 74 (70° tavola), ultima vignetta, “nel modo più brutale” viene ripetuto due volte nella stessa frase. Nel flashback di pag. 81 (77° tavola) il logo della WRPO campeggia sull’edificio in fiamme benché all’epoca la stazione radiofonica non fosse ancora stata fondata. (2) Nell’editoriale di pag. 2 del Maxi viene svelato come si dividevano solitamente il lavoro M&G, premettendo però che i due erano intercambiabili: Grassani tracciava i disegni a matita, Montanari li ripassava a china.

BODYCOUNT: 8

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Che cos’è la morte in fondo? Un’illusione. Un cambiamento. Ma non abbiate timore. Elmer Masters sarà sempre con voi, ogni notte, sulle frequenze della SBC”.

VOTO: 6,5

Soggetto: Ruju (30)

Sceneggiatura: Ruju (30)

Disegni: Montanari & Grassani (35)


3 commenti:

  1. Da quel che ho appreso, Grassani si occupava delle matite nelle scene più orrorifiche (circa 65/70 tavole ad albo), Montanari si occupava delle scene di raccordo (come quelle ambientate nello studio di Dylan o nell’ufficio di Bloch) e ripassava tutto a china.

    Adesso c’è il problema di trovare la fonte 😆. Forse l’ho sentito dire dallo stesso Montanari proprio su Yt, ma trovare il video e il minuto è difficile: ieri sono stato molto fortunato, perché puntando qua e là sul minutaggio del video ho cliccato proprio sull’istante giusto.

    Storia non memorabile, però ho apprezzato le atmosfere nelle malinconiche nottate in cui i disperati trovano nella radio la loro unica amica.

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    1. Beh io ho riportato quello che stava scritto sul Maxi. Più fonte ufficiale di così. Forse più avanti hanno cambiato qualcosa, ma non è così importante. Comunque si è sempre saputo che i due fossero intercambiabili all'occorrenza.

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    2. Sono comunque andato a controllare l'intervista a Montanari pubblicata sul Dylan Dog Diary e lì il buon Giuseppe racconta che quando venne chiesto loro di disegnare i Maxi, sapeva che Grassani non sarebbe riuscito a realizzare a matita più del 70% delle tavole richieste, quindi lui avrebbe dovuto disegnare le restanti e poi ripassare a china il tutto.

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