mercoledì 23 novembre 2022

Dylan Dog Gigante n. 5 - Il canto della sirena

 

In certe serate di vento, o nel cuore della notte, pare di sentire una voce che lambisce le acque del mare. È un canto gentile e dolcissimo che ci invita...verso fauci assassine. Molti anni fa, il comandante Le Duc ha visto con i suoi occhi l'impossibile, ha incontrato una sirena! Metà donna e metà pesce, capace di amare o di uccidere senza pietà, quella creatura vive ancora nei suoi sogni e ancora oggi canta per lui...

Prima storia lunga per Ruju, dopo il brillante esordio l'anno precedente con la breve Il vicino di casa, sempre apparsa su Gigante. Devo ammettere che ogni volta che ho riletta, l’ho via via svalutata un pochino più della precedente. La prima volta ricordo la considerai ottima, probabilmente obnubilato dal tratto denso e dai disegni espressivi ed emozionanti del debuttante Daniele Bigliardo. L’artista napoletano era fresco di arrivo in Bonelli dopo aver già lavorato, tra l’altro, con sceneggiatori entrati (o che sarebbero presto entrati) nello staff dylaniato come Manfredi (realizzando uno speciale per Gordon Link) e Giuseppe De Nardo (per Billiband). Ora reputo, invece, Il canto della sirena una storia più che discreta, quasi buona. Il vero grande difetto che le si può avanzare è che è davvero poco dylandoghiana, con troppi innesti action e tutta la parte ecologista, con la solita multinazionale pronta a corrompere tutto e tutti per nascondere loschi interessi, prevedibile (si intuisce subito chi è il “venduto”) e che non va al di là del semplice mestiere. Dylan, mal di mare a parte, non si comporta come al solito e rimane schiacciato dall'ingombrante presenza dei tanti flashback, tant'è che paradossalmente la storia avrebbe giovato di un numero di pagine maggiore, come per uno "speciale". Forse sto diventando troppo purista. Eppure non si può negare che la sceneggiatura dal taglio cinematografico di Ruju sappia anche affascinare quando affronta il mito della sirena e dispensa piccoli momenti horror quando "le sorelle del mare" usano finalmente i loro “dentini”. D'altronde che questa storia abbia avuto fortuna è testimoniato dal fatto di aver creato dei personaggi divenuti ricorrenti e quasi una sorta di filone “marino” nella saga dell'indagatore dell'incubo. Jacques Le Duc è in pratica una trasposizione fumettistica di Jacques Cousteau, background e passato simili, stessi interessi. La figlia Charlotte, indipendente, energica, ecologista militante e sessualmente disinibita è un perfetto prototipo di una partner “one night only” per Dylan, che invece fa cascare le braccia dichiarando di amarla dopo tipo un nanosecondo che si sono conosciuti. Peccato non ci scappi la scappatella (perdonate l’orribile gioco di parole) con la giovane sirena, che guarda caso proprio con lui si sarebbe volentieri accoppiata! La straziante sorte della mezza pesciolina è uno dei momenti più toccanti dell’albo, tanto da farci digerire il superfluo controfinale quasi chiaverottiano. Poetica la copertina di Stano.

Curiosità: (1)Secondo le parole di Le Duc, Dylan sarebbe ormai famoso anche a Parigi! (2)(Tavole 91-92) Strage di paesani e struggente prefinale sulle note di Fragile di Sting. (3)La storia di Lutey di Cury è raccontata anche nel libro Fate di Brian Froud e Alan Lee.

BODYCOUNT: 8 (oltre a un numero imprecisato di residenti maschi di Legtail e all’equipaggio non quantificato della prima “Scylla”)

TIMBRATURA: Sì (1, Charlotte)

CITAZIONE: “C’è una piccola famiglia… dentro una conchiglia… bella la mamma… più bella la figlia…”

VOTO: 7,5

Soggetto: Ruju (2)

Sceneggiatura: Ruju (2)

Disegni: Bigliardo (1)

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