martedì 15 novembre 2022

Dylan Dog #120 - Abyss

 

Un ribollire di oceani neri e profondi. Come la notte o il sogno della morte Qualcosa risale attraverso acque gelide e anni di oblio, la mano bianca di un annegato che afferra la caviglia dei nuotatori. C'è una voce laggiù, la voce e il pianto di una bambina che risuona nel relitto di una grande nave. Ha una storia di dolore da raccontare e una rabbia infinita le brucia negli occhi!

A differenza delle altre testate bonelliane Dylan Dog poteva vantare in quegli anni un nutrito pubblico di lettrici, fenomeno anomalo in Italia, almeno prima della diffusione dei manga. Dunque era solo questione di tempo prima che qualcuna di esse passasse dall’”altra parte della barricata” in qualità di autrice. E la prima donna a esordire sulle pagine dylaniate è Magda Balsamo, all’epoca trentacinquenne illustratrice e oggi attrice teatrale, ma con esperienze anche al cinema, in televisione, pubblicità e doppiaggio. Per Dylan e, credo, per il mondo del fumetto in generale, scriverà unicamente questo soggetto "mordi e fuggi" che anticipa di oltre un anno OCCHIO CHE È UNO SPOILER il tormentone Titanic portato al successo dal film di James Cameron. FINE SPOILER. Sclavi parte con l'handicap di una soluzione che si intuisce troppo presto ma è bravissimo a elaborare una sceneggiatura impreziosita da tanti momenti onirici e da morti particolarmente originali, un po’ in stile Final Destination (anche questo non ancora uscito all’epoca), che permettono all'albo di distaccarsi da altri simili, come Gli uccisori con il quale ha qualche punto di contatto (gli oggetti). Molto inquietanti la bambina, la bambola e le tavole "subacquee" che Stano prende a ispirazione per l’ottima cover. La parte finale con la ricostruzione storica potrebbe risultare un po’ didascalica, ma la ballata di Sclavi che ne accompagna le tavole la ammanta di un’atmosfera malinconica. Quello che fa realmente la differenza in quest’albo, al di là della trama, sono i dialoghi, con un’ironia che riesce a farsi strada nonostante la drammaticità della vicenda: basti pensare alla “signorina  racchia” di pag. 33 (gag che mi fa sempre capottare dalle risate)o a Dylan che imita Jenkins qualche pagina dopo. Ci siamo lamentati per anni della carenza di splatter post n. 100, quando è l’ironia dylaniata, che Sclavi sembra essersi portato via con sé, a mancare più di ogni altra cosa al personaggio e alle sue storie. Ben coreografate le sequenze degli omicidi, su tutte quella del putto assassino, con lo scarico della doccia a citare ancora una volta, inevitabilmente, Psycho. Inatteso, ma non gratuito e soprattutto gradito l'omaggio a Zagor, con il suo albo n. 12 Sulle orme di Titan che fa capolino tra le riviste ammucchiate a pag. 67 (tra cui un bel “Creepy” con Lon Chaney in copertina). Casertano strepitoso, con un tratto ancora in linea con quello pre-100. I suoi disegni riecheggiano infatti anche atmosfere di altri albi da lui precedentemente illustrati, tra cui, ad esempio, Attraverso lo specchio (vedasi scena in bagno con rasoio) e La casa degli uomini perduti (il viso della manager che invecchia e si sfalda a rivelare lo scheletro). Poi i “suoi” bambini hanno sempre qualcosa di… malsano. Al di là della piccola Miriam, da ricordare qui anche lo scolaretto Timmy che disegna la bambola con la gola mangiata dai pesci. Indimenticabili poi i genitori-aragosta! Per restare in tema “marino”, definirei quest’albo un’altra inestimabile perla della coppia Sclavi-Casertano.

Curiosità: (1)Nel Club dell’orrore (inedito) viene rivelato che Casertano sarà il disegnatore del sequel di Johnny Freak. (2)Non sono riuscito a individuare il poeta americano autore della frase citata a pag. 45 (2° vignetta) che sarebbe stata menzionata anche da Stephen King in un suo libro. (3)A pag. 68 (2° e 6° vignetta) piccolo cameo del Jack Skeleton di Nightmare Before Christmas di Tim Burton. (4)Il “Geppetto” che appare nell’albo ha una certa somiglianza con il venditore di bambole che appare nel n. 63 Maelstrom!. Coincidenza? (5)Nella didascalia finale c'è un errore in quanto si fa riferimento a Miriam come moglie di Mosè. In realtà Miriam (o Maria) era la sorella, la moglie si chiamava Sefora (o Zippora)*.

BODYCOUNT: 6

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Un abisso buio e freddo, da cui sembra impossibile risalire… la depressione è forse il più orrendo di tutti i mostri”.

VOTO: 9

Soggetto: Balsamo (1)

Sceneggiatura: Sclavi (96)

Disegni: Casertano (14)

(*)Si ringrazia il sempre attento Leprecano per la segnalazione.

4 commenti:

  1. Forse la storia più scorretta di "Dyd", visto che in sostanza si scaglia contro il divorzio. Al di là di tale questione, mi è piaciuta molto.

    Il riparatore di bambole è identico all'altro: solo che l'altro moriva… come la mettiamo?

    Nella posta di un numero successivo, viene segnalato un errore: nella didascalia finale, si fa riferimento a Miriam come moglie di Mosè, ma in realtà Miriam era la sorella (la moglie si chiamava Tsipporà).

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    1. Secondo me più che scagliarsi contro il divorzio inteso come istituto giuridico, evidenzia come da un bambino il divorzio dei genitori sia vissuto come un trauma (un trauma più grande è dato solo dalla morte di uno o entrambi i genitori, questo lo dicono tutti gli psicologi). Per l'errore del nome prendo nota.

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  2. Sì quella dei bambini è la questione più evidente.

    Mi pare poi che tutte le vittime fossero dei divorziati (o gente che stava per divorziare).

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    1. Si la maledizione della bambina colpisce per la maggior parte divorziati o divorziandi, tranne il tipo ucciso dall'angioletto e il ricettatore (che però non è morto).

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