venerdì 25 novembre 2022

Dylan Dog Gigante n. 5 - L'ultima mutazione

Il corpo e la mente possono tornare all'armonia primordiale, tornare all'istinto puro, alla piena soddisfazione degli istinti? È quello che si è chiesto Alexander Chain, ciò che ha dato l'avvio ai suoi rivoluzionari esperimenti. Ma lungo la strada, qualcosa si è incrinato; l'armonia è mutata in caos e il corpo è una massa ribollente di carne impazzita. Il processo deve essere arrestato, prima di giungere all'ultima mutazione!

In modo inversamente proporzionale a Il canto della sirena, ad ogni rilettura apprezzo sempre un po’ di più questa Ultima Mutazione. Inutile negare la presenza di difetti, a cominciare dal legame tra Dylan e il "mostro" davvero troppo flebile e mal motivato, forse, per poter sorreggere il tutto. Anche il fatto che Dylan si rechi, pur inconsapevolmente, in America e soprattutto ci rimanga, risolvendo il caso a distanza, è poco giustificato. Tuttavia, come ho suggerito per Il Monastero e Il Confine, questa è un’altra di quelle storie che non si fanno apprezzare per la coerenza della sceneggiatura, ma piuttosto per le singole sequenze, in ossequio alla definizione di “sgangherato e sgangherabile” che Umberto Eco diede di Dylan Dog. E scene formidabili non mancano, a partire dall’incipit, passando per le fantasiose scene degli omicidi e culminando nelle allucinazioni di Dylan. Chiaverotti cerca di ricreare la formula vincente già sperimentata con I demoni, sempre disegnata da Casertano tra l’altro e di cui questa storia è una sorta di gemello diverso. Ci sono anche qui esperimenti scientifici sulle persone, che generano alterazioni fisiche ma anche psicologiche; se nel n. 103 i mutamenti erano di tipo “vegetale” modello baccelloni de L’invasione degli Ultracorpi, qui colpiscono le cellule e i tessuti organici dell’uomo. Il modello di riferimento è David Cronenberg con il tema della mutazione tanto caro al regista canadese. Palesi sono, tra le altre, le citazioni de La mosca (vedasi la capsula dell’esperimento), La Mosca 2 (la forma finale del “mostro”, anche se la regia del film non è di Cronenberg ma di Chris Walas) e di Videodrome ("Gloria alla nuova carne"). Chiaverotti gioca anche un po' a fare l'Ambrosini della situazione introducendo come personaggio Albert Einstein e citando Freud; francamente gli riesce bene, così come anche il twist sull’identità del colpevole. Simpatico Bloch in versione indagatore. Casertano, sempre una garanzia, ci regala diverse vignette da antologia. Una su tutte, quella di Dylan nell’ascensore dentro il cervello gigante (58° tavola). Morale: la materia non può vincere il pensiero.

Curiosità: (1) Pensando a chi conosce negli “States” Dylan (23° tavola) cita Martin Mystère e la strega Kim. In realtà l’ultima volta che Kim è apparsa nella serie, nel n. 63 Maelstrom!, stava a Londra! (2)Si rinnova la gag dell’Istituto Demoscopico Statis (26° tavola). L’ultima volta l’istituto era stato nominato nel n. 82 Lontano dalla luce. (3)Un giornalista di nome Matthew Beale, con le stesse fattezze più o meno, era già apparso nel n. 22 Il tunnel dell’orrore. Il cognome peraltro richiama quello di un altro giornalista, Howard Beale, visto in Canale 666 (e “preso in prestito” da Quinto Potere).

BODYCOUNT: 7

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “La carne non si pone problemi morali... La carne è governata dal puro istinto… al di sopra del bene… e del male!”

VOTO: 8

Soggetto: Chiaverotti (44)

Sceneggiatura: Chiaverotti (45)

Disegni: Casertano (15)

3 commenti:

  1. La cosa assurda è che stavolta l'istituto demoscopico Statis viene nominato negli Usa e non in Inghilterra: deve essere una multinazionale!

    Nel mio archivio mi ero segnato questa stranezza: Henry Guild pare fosse uno studente modello (si è laureato nel 1991 con una tesi sulla dinamica dell’invecchiamento, con 110 e lode) ma nel 1996 ha trentacinque anni… possibile che uno studente così preparato si sia laureato a trent’anni?

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    1. Ti sbagli, viene nominato a Londra! Riguardo Henry Guild.. Avrà iniziato tardi l'università!? :)

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  2. Hai ragione: si vedono il Big Ben e un'autobus londinese. Probabilmente sono stato tratto in inganno dal fatto che la scena è inserita tra altre due scene con Dylan negli Usa. Vado a correggere il mio schedario!

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