giovedì 3 novembre 2022

Dylan Dog #115 - L'antro della belva

 

Tutte le fiabe hanno il loro lupo, il loro orco malvagio. La fiaba di Ariel Howell è la sua vita, un racconto fantastico in cui si è chiusa per sfuggire a una memoria orribile. Ma il mostro è tornato a perseguitarla, con le sue zanne e con il suo sguardo minaccioso; vuole davvero ucciderla o cerca di dirle qualcosa? Dylan legge tra le righe la trama di una storia dimenticata, una storia per bambini che parla agli adulti. C'era una volta...

Questo albo si trova a formare, del tutto casualmente credo, un ideale dittico con il successivo n. 116 dedicato al tema del ricordo rimosso dalla mente in quanto inaccettabile per un bambino.  Un tema che aveva già un precedente illustre nella serie: il n. 61 Terrore dall’infinito, firmato Sclavi. Chiaverotti torna qui ad affrontare un argomento a lui caro, quello della fantasia come mezzo indispensabile per sottrarsi alla crudezza della realtà; una realtà dalla quale però, paradossalmente, alla fine non si può sfuggire del tutto. Il buon Claudio conduce un’indagine psicologica venata di giallo, mescolando rivisitazioni in chiave horror di fiabe, celebri e non, per affrontare, con inatteso tatto e un tocco di poesia, una materia scottante come quella degli abusi sui minori. E il risultato, al netto di alcuni elementi ridondanti (il fratello gemello, assolutamente superfluo), abusati (“i mostri sono dentro di noi”, pag. 33) o irrisolti (il professor Brown non sembra avere per Ariel proprio le attenzioni di un padre, vedasi pag. 34), è davvero convincente. Merito anche dei disegni “puliti” e particolareggiati di un Cossu sempre a suo agio nell’illustrare le avventure dylaniate a tema fiabesco. Non a caso considero questo il suo lavoro migliore per Dylan Dog, insieme all’esordio di Ombre, altra storia che ha diverse affinità con questa. In particolare spiccano qui buona parte delle tavole in cui compare la vecchina con le sue inquietanti bambole. Delle minifavole che fanno da corollario alla vicenda, invece, la mia preferita resta quella della Morte che appare al fumettaro. La copertina è un “ni”: Stano azzecca in pieno il concept ma pecca nel ricreare a dovere la tridimensionalità e la profondità di cui avrebbe avuto bisogno per rendere al meglio l’idea delle figure sulle pagine del libro.

Curiosità: (1)Sulla Post (inedito) viene annunciata la scomparsa di Bonvi e di Magnus. (2)Nell’albo viene citato Rockland (pag. 14), come l’omonimo villaggio in cui erano ambientate le vicende fantasy del n. 89 I cavalieri del tempo. (3)Ancora una volta la favola di Peter Pan appare declinata in una nuova versione sulle pagine dell’indagatore dell’incubo, dopo il Peter Punk del numero precedente. Qualche tempo dopo Medda ne darà una versione per così dire “definitiva” nel n. 154, Il battito del tempo.

BODYCOUNT: 5

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “C’è una belva… una belva che aspetta in un antro oscuro”.

VOTO: 8

Soggetto: Chiaverotti (39)

Sceneggiatura: Chiaverotti (40)

Disegni: Cossu (5)

Nessun commento:

Posta un commento