martedì 22 novembre 2022

Dylan Dog #122 - Il confine

 

Fate un passo attraverso la porta della vita. Oltre la soglia, troverete Magus, il custode del confine, sospeso a un passo dalla morte. La sua dannazione è la curiosità: vuole sapere di che materia son fatte le due facce dell'esistenza e per questo trattiene le anime dei viaggiatori nel suo limbo personale. Ma chi è Magus? Dylan Dog deve strappare la sua maschera e scoprire forse… il volto dell'eternità!

Torna l’inossidabile coppia Chiaverotti-Dall'Agnol, qui giunta al suo 7° atto; dopo questa storia occorrerà però quasi un quarto di secolo per rivederli assieme. Partiamo una volta tanto dai disegni del buon Piero che riescono a valorizzare appieno l'atmosfera onirica del soggetto. Il suo stile, ancora in fase transitoria, ben si adatta a illustrare quella sorta di limbo fuori dal tempo e dallo spazio che è poi il confine tra la vita e la morte in cui è ambientata la vicenda. Dall’Agnol ci delizia con intensi primi piani (stupenda la fusione Dylan/Trelkovski di pag. 69), una stupenda vignetta iniziale, le pose sexy di Lovelyne a pag. 6 e visioni da incubo che richiamano quelle, altrettanto pregevoli ed efficaci, da lui magistralmente realizzate nel n. 98 Lo sguardo di Satana. Dal canto suo Claudio, partendo da una fonte di riferimento non dichiarata, l’opera teatrale A porte chiuse (Huis Clos, 1944) di Jean-Paul Sartre, contestualizza bene le varie ministorie, compresa quella che a prima vista potrebbe sembrare una citazione azzardata del n. 28 Lama di Rasoio. La migliore, a mio giudizio, è quella di George, terribile nella sua apparente semplicità e capace di esprimere al meglio la delusione di un bambino e la rabbia di un’adolescente. La caratterizzazione psicologica dei personaggi è però del tutto irrilevante ai fini del fulcro della vicenda rappresentato dall’oggetto della ricerca di Magus, ovvero cosa sia "il confine" e come si possa oltrepassarlo. Non mancano forzature anche evidenti, come l’ingresso di Dylan nella dimensione sospesa che tradisce clamorosamente l’incipit o come il modo disinvolto in cui il nostro aiuta gli altri comprimari ad uscirne (“sono riuscito ad aiutarli, neanch’io so bene come”).  Come già ho suggerito per Il Monastero, meglio non porsi troppe domande e lasciarsi trasportare dalle singole sequenze, alcune delle quali molto disturbanti come quella da pag. 60 a pag. 64 o la scena che vede Groucho e Lovelyine “uccidere” Dylan. Chiaverotti evita sapientemente di scivolare nella banalità o nella retorica, visto che si va a sfiorare l’argomento dell’aborto (benché spontaneo in questo caso), e sforna un altro villain da antologia come il suddetto Magus. Torna a farsi vedere la “medium più famosa di Inghilterra” in un ruolo decisivo; mi suona male, però, quel "signora Trelkovski" pronunciato più volte da Dylan, ero (e sono) abituato a “Madame”. Bello e non scontato il finale, con sorpresa nell’ultima vignetta. Indubbiamente una delle migliori storie di Chiaverotti, con gran merito da riconoscere anche al maestro Dall’Agnol, forse al suo top. Stano torna a usare lo sfondo bianco per la copertina, ma stavolta di iconico non c’è nulla; inoltre non mi piacciono le pose in cui sono ritratti i personaggi e la tunica della Morte che così proprio non risalta.

Curiosità: (1)Delle sette storie fino a quel momento disegnate da Dall’Agnol per la serie regolare, ben 6 lo hanno visto collaborare con Chiaverotti. Fa eccezione il mitico Caccia alle streghe. (2)Gli “elementali” che aiutano Magus ricordano i servitori del “Tall Man” della saga cinematografica di Phantasm creata da Don Coscarelli.

BODYCOUNT: 2

TIMBRATURA: Sì (1, Lovelyne)

CITAZIONE: “Quel giorno capii che gli eroi sono fatti per deluderti… Ti prendono a schiaffi quando sei disperato… e ti fanno capire che sarai sempre solo…”

VOTO: 9

Soggetto: Chiaverotti (43)

Sceneggiatura: Chiaverotti (44)

Disegni: Dall’Agnol (10)

6 commenti:

  1. In questa prova di Dall'Agnol ho trovato poco armoniosi alcuni corpi. Per esempio, quello di Groucho a pagina 8 e 9. Oppure quello di Steve (vignetta centrale di pagina 14, prima vignetta di pagina 35).

    In compenso, il Groucho che si vede alla quarta vignetta di pagina 49 è il mio preferito di sempre. Anche perché, nonostante i baffi (che invecchiano), qui appare più o meno coetaneo di Dylan. Non ho mai gradito chi lo raffigura molto più vecchio di Dylan.

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    1. Più che corpo poco armonioso, sembra indossi un camicione :)

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Bellissimo albo. Varie battute del Groucho malefico da top 10: quella sulla minestra all'aperto e quella sui Beatles letteralmente da incorniciare

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    1. Vero. Si vede poco Groucho in quest' albo, ma si fa notare eccome!

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  4. Non so se mi sbaglio, però mi pare di ricordare che sul Corriere della Sera o Repubblica uscì un articolo che affrontava la tematica di questo albo

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