giovedì 10 novembre 2022

Dylan Dog #118 - Il gioco del destino

 

La notte dell'orrore! Aileen Ward vorrebbe fare lo scoop della sua vita: fotografare uno spettro in compagnia di Dylan Dog. Insieme partono per un sinistro itinerario notturno, lungo le strade della morte. Ma qualcosa li segue. È la lama scintillante del destino, il destino che cuce e taglia i fili dell'esistenza, e che ha la maschera di un killer insensato, sempre pronto a iniziare la partita, perché sa di avere le carte vincenti!

C’è chi definisce quest’albo la versione chiaverottiana di Dopo Mezzanotte. Non posso che essere d’accordo e lo stesso Chiaverotti ci fornisce più di un indizio in questo senso, a partire dagli “arabeschi del destino” già citati da Sclavi nella ballata che nel mitico n. 26 accompagna le disavventure di Dylan. Anche questo n. 118 si svolge tutto in un’unica notte, con il nostro che vaga per le strade di Londra mentre un serial killer impazza per la città, finendo coinvolto nella spirale di coincidenze che unisce vittime, carnefici, comprimari e comparse di questa storia. Ovviamente il buon Claudio declina tutto alla sua maniera, ponendo sullo sfondo il tema a lui caro della fantasia come fuga dalla realtà. Le premesse per un albo ottimo, oltre che interessante, ci sono tutte: le sinistre location splendidamente disegnate da Venturi (in particolare il Luna Park), Groucho sonnambulo che spara battute a raffica nel sonno, la “mezza” strega che vomita sangue, i sogni e le visioni che guidano Dylan nell’indagine. Peccato che Chiaverotti, come capitato in altre occasioni, sia in vena di strafare e stavolta lo fa senza alcun ritegno. A stonare in primis è la sottotrama gialla, che appare quasi aliena in un contesto che sembra tutto giocato sul surreale e il visionario e che si conclude con un finale che lascia l’amaro in bocca. Neppure il look e il modus operandi dell'assassino, solitamente punti di forza chiaverottiani (come Morgan Lost insegna), convincono e neppure la copertina di Stano è in grado di apportarvi quel quid in più. Lo stesso tema del "destino" appare solo accennato e un po' buttato lì. Il tutto viene poi letteralmente tempestato da una pioggia torrenziale di citazioni: si va da quelle classicamente dylaniate (il mitico Grand Guignol, lo Skyglass del #50, Dora di Johnny Freak), a quelle cinematografiche (tra le tante mi piace citare il murales di Candyman, l'Harry Angel di Angel Heart ascensore per l'inferno, e il piccolo xenomorfo stile Alien) e chi più ne ha, più ne metta. C'è anche il tentativo di recuperare stilemi e atmosfere sclaviane, vedasi ad esempio un malinconico Bloch che va con la prostituta, le filastrocche, l’impiegato del catasto, “i fantasmi siamo noi” e viceversa, la vita come “sogno di un sogno”, ecc.. Davvero troppi elementi buttati nel calderone senza criterio. Eppure non posso negare di essermi divertito tantissimo a rileggerla. E di aver avvertito nostalgia, se mai ce ne fosse bisogno, dei primi cento numeri grazie a quest’albo che rende loro omaggio facendo incetta di elementi dylaniati, magari già allora abusati, ma capaci di far sentire “a casa” i lettori. Venturi, qui purtroppo giunto alla sua ultima prova dylaniata, ci saluta regalandoci, come detto, suggestive location e vignette oniriche di buon impatto, pur non raggiungendo le vette di eccellenza mostrate nelle prime due storie disegnate per Dylan.

Curiosità: (1)Nel Club dell’Orrore (inedito) viene annunciato il sequel di Johnny Freak, sempre a firma Sclavi-Marcheselli, ma senza più Venturi ai disegni, ormai in procinto di passare a Tex. Benché nell’editoriali ci si dica convinti che quello di Venturi sia un arrivederci e non un addio, il disegnatore bolognese non è più tornato (finora) a mettere le sue matite al servizio di Dylan Dog. (2)Tra le comparse c'è pure un Burt (e non Bart) Simpson! (3)A pag. 87, seconda vignetta, Aileen sembra strabica.

BODYCOUNT: 9

TIMBRATURA: Sì (1, l’arpia)

CITAZIONE: “E’ inutile fuggire… tutto è già scritto… il destino è inesorabile… però gli piace giocare… cioè, uccidere…

VOTO: 7,5

Soggetto: Chiaverotti (40)

Sceneggiatura: Chiaverotti (41)

Disegni: Venturi (4)

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