giovedì 24 novembre 2022

Dylan Dog Gigante n. 5 - Serial Killer

 

Geoffrey Banks, di professione assassino seriale. Ama il suo lavoro e lo coltiva con passione, con quotidiana dedizione ai doveri dell'omicidio. Per lui è essenziale specializzarsi in una certa categoria di vittime per ottenere la massima soddisfazione dell'attività. Per questo, ha deciso fin dall'inizio di uccidere soltanto detective, o se preferite... Indagatori!

Seconda storia di questo Gigante n. 5 e secondo debutto dylaniato ai disegni. Dopo Bigliardo, ecco Nicola Mari che esordirà lo stesso mese anche sulla serie regolare (ne parleremo prestissimo).  Mari era già nella scuderia Bonelli da qualche anno, nello staff di Nathan Never per il quale all’epoca aveva già realizzato almeno una decina di storie.  Sul Club dell’Orrore del n. 123 ci verrà presentato come “uno dei maggiori talenti artistici espressi dal mondo dei fumetti negli ultimi dieci anni”, con l’avvertenza che il suo stile “non è facile, va studiato, interpretato…”. Non posso che essere d’accordo con queste affermazioni. Per quel che vale il mio giudizio, ho iscritto da subito Mari nella lista dei miei disegnatori dylandoghiani preferiti. Al di là dei gusti personali, l’artista ferrarese legherà il suo nome e le sue matite ad alcune delle più apprezzate storie dei “secondi cento” della serie regolare, rappresentando (insieme a Bruno Brindisi) un po’ quello che era stato Casertano nei primi 100. D’altro canto, il suo tratto così criptico ed ermetico risulterà ostico a molti lettori e Mari sarà costretto presto a renderlo più “accessibile” e meno sperimentale. In Serial Killer si dimostra subito a proprio agio anche nell’illustrare le storie dell’indagatore dell’incubo, creando l'atmosfera giusta per il beffardo e sorprendentissimo finale confezionato da Sclavi e Marcheselli. Questi ultimi aggiungono un altro gioiellino alla loro collezione e, in un certo senso anticipano di una decade l'idea alla base del serial Dexter. Ottimamente costruita la fase preparatoria all’inevitabile incontro tra Dylan e l’assassino, in modo da assorbire l’attenzione del lettore per poi meravigliarlo con ciò che non si aspetta. Il tutto in sole 16 pagine: tanto essenziale quanto efficace.

Curiosità: A pag. 107 (quinta tavola) Bloch, temendo per la sorte di Dylan esclama “E io perdo un figlio, o quasi” e l’old boy congedandosi lo apostrofa scherzosamente con due parole “Ciao, papà”. All’epoca era solo un divertente sketch; molti anni più tardi Dylan chiamerà Bloch “papà” sul serio!

BODYCOUNT: 2

TIMBRATURA:  No

CITAZIONE: “Tensione, ansia, frenesia, esaltazione. Adrenalina a fiumi. [..]La lotta per la vita è niente in confronto alla lotta per la morte”.

VOTO: 8,5

Soggetto: Marcheselli (9)

Sceneggiatura: Sclavi (99)

Disegni: Mari (1)

2 commenti:

  1. Il Mari di questa storia e ancor di più il Mari di "Phoenix" era un qualcosa di sbalorditivo: peccato lo abbiano costretto a contenersi :(.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero. Ho appena riletto Phoenix e me le sono godute tutte le sue vignette, lentamente come sorseggiando un vino pregiato d'annata!

      Elimina