martedì 28 settembre 2021

Dylan Dog Special #6 - Sette anime dannate

 

Benvenuti a Xanador, signori! Un castello senza tempo, abitato da marionette. Siete ospiti di un invisibile padrone di casa, pedine di un gioco di vita e di morte. È la recita del delitto e del castigo, che punirà i vostri peccati con la pena suprema e definitiva. Non c'è via di fuga da Xanador, perchè non si sfugge a se stessi. Non puoi scappare dal futuro che è già chiuso nella tua anima dannata...

Sclavi rispolvera lo schema vincente, già sperimentato con successo nella doppia #16-#17, dei Dieci piccoli indiani (o Ten little niggers che dir si voglia) di Agatha Christie, romanzo qui esplicitamente citato, lanciando una sfida alla scrittrice inglese già dalla pagine dell’editoriale. Rispetto a Il Castello della Paura/La dama in nero si cambia (giustamente) registro, spostandosi dal giallo classico al soprannaturale che di fatto, nella storia uscita sulla serie regolare, era solo di facciata. Qui, invece, è evidente da subito che ci sono in gioco forze ben più alte di quelle terrene, tuttavia la rivelazione dell’identità dell’esecutore materiale degli omicidi è comunque sorprendente. In questo Sclavi si dimostra bravo come la Christie nell’ingannare il lettore. L’idea di un assassino che punisce simbolicamente i colpevoli dei sette peccati capitali sembra invece anticipare Seven di David Fincher, tuttavia le due opere non hanno nient’altro in comune. La sceneggiatura nell’ultima parte soffre un po’, vuoi perché i personaggi rimasti sono sempre meno, vuoi perché Sclavi sembra più interessato ad alcune cose (il duello finale in stile Guerra dei Roses, lo spiegone dell’angelo) dimenticandone altre (le filastrocche dopo il quarto delitto si interrompono). Non manca il sano umorismo grazie al ruvido cinismo di Lucinda, alle gag delle marionette, alle interazioni tra gli ospiti del castello particolarmente sopra le righe e presentati in modo caricaturale. Dylan si dimostra un po’ distratto rispetto al solito (ma c’è un perché), si riconosce colpevole d’accidia, ribadisce il suo scetticismo dichiarandosi pronto a metterlo da parte per soldi, ruba le battute a Groucho assente giustificato e firma una “doppietta” con due partner fisicamente e caratterialmente agli antipodi proprio come ai tempi dei #16-17, anche se afferma che per lui “è sempre la prima volta” (pag. 88). Come si poteva non adorare un personaggio così? Roi, alla sua terza prova speciale (su sei numeri allora usciti), ci regala una Xanador gotica da brividi, alcuni primi piani da slogatura di mascella, marionette tanto buffe quanto inquietanti, momenti indimenticabili come l’arrivo di Scrooge (pag. 15-16) e la “chicca” dei quadri degli ospiti defunti (pag. 109). Eccelso. Difficile scegliere, a livello di disegni, tra Sette anime dannate e il precedente (per lui) Mefistofele. Finalmente una copertina riuscita di Stano anche per gli special, dopo le due non esaltanti prove dei nn. 4 e 5. Lodo sempre il lettering di Piero Ravaioli, questa volta tocca finalmente a Marina Sanfelice ricevere una menzione d’onore.

Curiosità: (1) Da questo Speciale l’”Enciclopedia della Paura” viene sostituita dai “grouchini”. Ne parlerò più approfonditamente nel prossimo post. (2) A pag. 12 viene citato La casa degli uomini perduti. Per l’occasione Dylan strizza l’occhio al lettore affermando “già, ogni anno qualcosa di speciale”.

BODYCOUNT: 6

TIMBRATURA: Sì (2, Lucinda e Maria)

CITAZIONE: “Grazie, ma ho già un posto prenotato alla sezione inferno dell’inferno”.

VOTO:  9

Soggetto: Sclavi (63)

Sceneggiatura: Sclavi (58)

Disegni: Roi (16)

5 commenti:

  1. Storia più valida nelle intenzioni che nel risultato effettivo.

    Alcuni dei sette peccati capitali vengono appiccicati ai protagonisti con lo sputo: vanno bene Benjamin associato alla gola, Scrooge all’avarizia e Lucinda alla lussuria, ma dire che Dylan è un accidioso capace di vincere la propria pigrizia solo per danaro è assai discutibile, mentre invidia, superbia e ira sono appiccicate proprio a caso ai rispettivi personaggi.

    Abbastanza caotico anche il finale.

    Disegni di Roi quasi perfetti, ma il signor Benjamin è un tantino esagerato: va bene che doveva incarnare il peccato di gola, ma un uomo di mezza tonnellata non lo si vede nemmeno nei programmi del dottor Nowzaradan!

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    1. Riguardo ai vizi.. Spoiler: Era tutta gente che doveva morire comunque, i vizi e tutto l'ambaradan che ci gira intorno sono un divertimento dell' "Angelo"

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  2. Beh credo che sia stato Sclavi a descrivere volutamente un uomo così enorme, non è certo colpa di Roi.

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  3. Oltre alla vicenda dei sette vizi capitali, non sono mai riuscito a capire il finale…

    ... spoiler...

    … la questione che Julian e l’angelo siano la stessa persona mi manda in confusione. Quindi le anime destinate alla morte erano solo cinque? Oppure erano sei e l’angelo ha solo invasato il corpo di Julian nel finale, per rendersi visibile a Dylan? Boh!

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    1. Per come la vedo io ha solo invasato il corpo di Julian.

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