lunedì 11 dicembre 2023

Maxi Dylan Dog n. 2 - Complesso di colpa

 

Le case infestate di Londra stanno crollando una dopo l'altra; un maniaco dinamitardo le distrugge seguendo un piano preciso. Vuole togliere all'Indagatore la materia prima del suo lavoro? Molto peggio, i fantasmi sono la sua ossessione e il suo personale inferno; vuole spazzare via il mondo delle presenze spettrali ed eliminare la perturbante aura medianica… di Dylan Dog!

Dopo la riuscita Le stagioni della vita dell'anno precedente, Manfredi stecca la sua seconda apparizione sul Maxi. Gli elementi interessanti ci sarebbero anche (gli edifici infestati, i puzzle), ma la storia non mantiene le aspettative iniziali. Le motivazioni del colpevole, incluso il coinvolgimento di Dylan, la facilità con cui il primo viene identificato (praticamente scrivendo nel proprio curriculum "sono un enigmista dinamitardo") sono quasi risibili. Il complesso di colpa del titolo alla fine è quello di Dylan che si manifesta quando non riesce ad aiutare coloro che si rivolgono a lui; pur facendo suoi gli incubi dei propri clienti, a volte non riesce a impedire che questi facciano una brutta fine. Un tormento che farà capolino altre volte nella serie. Qui ci pensa la bella Angie a consolare il nostro, esclamando “Tu fai sempre tutto il possibile, Dylan. Non farti carico di colpe che non hai”, parafrasando in conclusione il classico motto “è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo”. Ma che ne saprà lei che lo conosce da un giorno? Mistero. Sembra di leggere la trasposizione a fumetti di uno di quei thriller scritti con il pilota automatico in cui magari ci sono un paio di intuizioni felici, annacquate da dialoghi stereotipati e situazioni inverosimili (vedi ad esempio qui l’incredibile intuizione di Dylan sulla bomba nella propria auto).  Come nella seconda storia di questo Maxi, anche qui le battute di Groucho sono pessime. Essendone forse consapevole Manfredi tenta di alleggerire i toni con altri espedienti come quello del sostituto di Jenkins. Montanari & Grassani firmano invece i disegni abbondantemente peggiori del trittico. Non si capisce perché in alcune vignette abbiano preso in prestito il volto di Dylan disegnato da Bruno Brindisi. E nemmeno si capisce che razza di forme abbiano i pezzi dei puzzle inviati dall’ “unabomber” di turno.

Un Maxi nel complesso non sufficiente, lontano dai fasti (moderati) di quello pubblicato l’anno precedente.

Curiosità: (1) I personaggi di Perry e Bernie sembrano ispirati, oltre che per il mestiere anche nelle fattezze, a Peter e Egon di Ghostbusters. (2) Il brano cantato da Perry a pag. 278 (82° tavola) è Angie dei Rolling Stones. (3) Come in altre storie di Manfredi anche in questa troviamo un Bloch particolarmente suscettibile. (4) Da segnalare un refuso a pag. 210 (14° tavola), prima vignetta. Manca un “si” nella frase di Dylan “I pezzi sono di legno, come usava una volta”.

BODYCOUNT: 3

TIMBRATURA: Sì (1, Angie)

CITAZIONE: “Mi lascio sempre travolgere. Vivo gli incubi dei miei clienti e quando non riesco a risolverli vado a fondo con loro”.

VOTO: 5

Soggetto: Manfredi (13)

Sceneggiatura: Manfredi (13)

Disegni: Montanari & Grassani (33)

3 commenti:

  1. A differenza delle altre due, questa l'ho completamente rimossa. Nel mio archivio ho scritto che il soggetto è troppo intricato ed è difficile comprendere le farneticazioni del bombarolo; la scenegggiatura limita i danni grazie a un ritmo spedito.

    Nel complesso, condivido la bocciatura del volume.

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    1. Avevo cannato il titolo del post. Avevo scritto Maxi Dylan Dog n.3! Corretto! Non riesco più a postare commenti dal PC ma solo da telefono.

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    2. Ti sarai confuso perché era la terza storia!

      Io continuo a commentare dal computer e funziona perfettamente.

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