giovedì 14 dicembre 2023

Dylan Dog #156 - Il gigante

 

"È l'ora giusta!", dice Wookie il folletto. L'ora delle favole e dei suoi matti personaggi, il piccolo popolo degli gnomi e delle fate. Ma quel mondo incantato contiene anche incubi, e Darby Dadd lo sa. Per questo, deve avvertire Dylan Dog, deve metterlo in guardia contro un'ombra minacciosa che sta sfuggendo alla fantasia per entrare nel mondo reale. L'ombra di un mostro assetato di sangue che attraversa Londra con passi di tuono. L'ombra di Zaron il gigante!

Terzo viaggio in quel di Golconda dopo i nn. 41 e 117, il meno riuscito dei tre, ma ancora su buoni livelli se si evitano confronti con gli illustrissimi predecessori. Si torna alla tesi della fantasia come “antidoto” alla realtà, già più volte dibattuta nella serie, con atmosfere fantasy più rassicuranti rispetto al passato ma con omicidi splatterosi in perfetta salsa golcondiana. In quel periodo la “famiglia” Sclavi aveva già mostrato un intento simile con Il lago nel cielo (tra l’altro qui indirettamente citato a pag. 63) pur se in forma più retorica e stucchevole. Trovo che Il gigante sia assai più divertente e dylandoghiano del n. 151, benché il messaggio di fondo resti fin troppo insistito e palesato, e ne esce battuto, ma solo al photofinish, unicamente sul piano dei disegni. Sebbene per continuità con l’ideale trilogia avrei scelto Piccatto per illustrare l'albo, Casertano non fa comunque rimpiangere il collega e offre una prova maiuscola, anzi gigantesca per restare in tema, facendo convivere scenari da fiaba, fate, folletti, giganti e quant’altro assieme a sanguinolente uccisioni, in modo perfettamente armonico. Tornano gli uomini in bombetta, questa volta vittime anziché carnefici, i corpi senza identità, l’occhio gigante, il piccolo popolo e tutta la magia surreale di Golconda. I dialoghi sono brillanti, le situazioni leggere, le mini-storie interessanti. Irresistibile Jenkins che qui surclassa Groucho per la quantità di sorrisi strappati. Geniale l’idea di Dylan&co. in versione nani da giardino. Peccato per la copertina di Stano: le gambe di Zaron risultano posticce rispetto allo sfondo. Inoltre non riesco a comprendere quelle zone senza pelo… Sono lo ginocchia? Sembra quasi che il gigante indossi delle calze pelose!

La coppia Sclavi-Casertano si conferma garanzia di qualità, anche se non a livello dei capolavori sfornati nel primo decennio di vita editoriale dylaniata.

Curiosità: (1) A pag. 49 Sclavi ribadisce il teorema 3x0 = 3, cavallo di battaglia del n. 125. (2) Con quest' albo Casertano taglia il traguardo delle 20 storie disegnate per Dylan Dog. (3) A pag. 44, la vignetta grande omaggia il dipinto Il colpo da maestro del taglialegna fatato di Richard Dadd.

BODYCOUNT: 5

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Il bosco di Golconda, poco fuori Londra. Un posto normale… o quasi… molto quasi

VOTO: 8

Soggetto: Sclavi (115)

Sceneggiatura: Sclavi (122)

Disegni: Casertano (20)

5 commenti:

  1. Ah, bene, temevo lo stroncassi 😆 !

    Direi che concordo con tutto quanto hai scritto, tranne che io sono un po' più benevolo nei confronti della copertina di Stano: chiudo un occhio sulle zone senza pelo e apprezzo la situazione di pericolo in cui ha messo Dylan.

    Grazie anche per la risposta alla domanda che ti ho fatto ieri! Col prossimo albo ci si scanna...

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    1. Prima c'è lo Speciale da commentare!

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    2. Comunque per la tua gioia penso che per coerenza abbasserò il voto a Il lago del cielo.

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    3. Ah, anche lo speciale mi incuriosisce molto, perché io ho mutato opinione nel tempo 😃 !

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    4. Io invece non l'ho mai cambiata! 😀

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