Nessuno può sostituire Alan Scott: lui sì che danzava come una foglia nel vento, pareva che volasse! Nessuno può prendere il suo posto e chi ci prova muore! Uno spettro con tanto di cilindro e bastone percorre le notti londinesi per difendere la fama del grande ballerino, i suoi sono delitti commessi a sangue freddo, rapidi ed eleganti… Come un passo di danza.
Nella
sua annata dylaniata più prolifica, Manfredi approda anche sul gigante con
questo giallo a forti tinte melodrammatiche il cui titolo richiama, anche
parzialmente per i contenuti, il film Murderock – Uccide a passo di danza
(1984) di Lucio Fulci. Dylan aveva già avuto a che fare in passato con il mondo
del teatro, ma mai con il balletto. Qui si trova a dover risolvere il mistero
di una serie di omicidi apparentemente commessi da Alan Scott, una sorta di
Fred Astaire di provincia morto anni prima a cui il grande artista, maestro del
tip-tap, presta anche il volto. Manfredi scrive un giallo classico, in cui la
pista sovrannaturale viene abbandonata quasi subito, salvo rientrare in extremis
nella spiegazione del colpevole. Un colpo di coda inatteso e piacevole. Se alla
sceneggiatura si può perdonare una trovata un po' trash come il bastone
lancia-dardi, altrettanto non si può fare per la sottotrama rosa degna di Beautiful
che ha almeno il prego di rimescolare le carte prima del finale. Dylan da
investigatore vero giganteggia come non mai, ma appare quasi irriconoscibile
nel mancato approccio con Lisa, bella, giovane e disponibile. Solo poco tempo prima
il nostro, sessualmente molto attivo, non si sarebbe lasciato sfuggire un’occasione
del genere, non facendosi troppi problemi. Qui si comporta invece da perfetto
gentiluomo. Manfredi lo vedeva così, ma forse era anche un segno dei tempi che
in Bonelli stavano cambiando. Il tratto elegante di Fregheri si presta molto
bene al contesto e ancora una volta si conferma in gran spolvero in quello che
è stato uno dei suoi periodi migliori su Dylan Dog. Da menzionare, come giustamente ricordato da Leprecano nei commenti, la bella copertina realizzata ad hoc da Claudio Villa in occasione della ristampa della storia su Super Book n. 22 con un Alan Scott più in versione The mask che Fred Astaire. La riporto in calce al post.
BODYCOUNT: 4
TIMBRATURA: No
CITAZIONE: “Hanno tutti una gran fretta di seppellire i morti per allestire un allegro balletto sulle loro tombe!”
VOTO: 6
Soggetto: Manfredi (6)
Sceneggiatura: Manfredi (6)
Disegni: Freghieri (14)
Sì, storia sufficiente e nulla più, però mi è piaciuta la scena al parco giochi abbandonato. Questi parchi giochi abbandonati sono un'ambientazione davvero suggestiva e andrebbero sfruttati di più.
RispondiEliminaLa storia ha avuto una copertina a lei dedicata sul "Super book", che a me piace molto.
Sì, in realtà neppure in questa storia è così valorizzata come ambientazione. Freghieri però la rende veramente suggestiva e malinconica nel vignettone alla tavola 39. Ho aggiunto una postilla sulla copertina del Super Book!
EliminaLa scena che piace più a me, invece, è quella in cui il vero Alan Scott rompe a bastonate il ginocchio del giovane ballerino che avrebbe dovuto rimpiazzarlo.
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