martedì 4 ottobre 2022

Dylan Dog #106 - La rivolta delle macchine

 

Caldo insopportabile, città deserta. È tempo di partire per le spiagge, verso il riposo eterno! I fedeli servi di tutti i giorni si ribellano proprio quando ne abbiamo più bisogno, le macchine sembrano impazzire e l'esodo estivo si trasforma in una carneficina. Certo, succede tutti gli anni, quando la frenesia delle vacanze ottenebra le menti, ma questa estate è diversa dalle altre. Dietro gli schianti e le lamiere insanguinate, stavolta si nasconde un potere assassino!

Potremmo definire quest’albo una versione povera del n. 45 Goblin. Chiaverotti, che qui firma la sua trentesima sceneggiatura per la serie regolare, maschera fino all’ultimo il suo intento animalista, concentrando l’attenzione del lettore sulle automobili che si ribellano ai loro proprietari. Come sempre il buon Claudio attinge a piene mani da citazioni cinematografiche e letterarie in materia: Stephen King, soprattutto, con Brivido (Maximum Overdrive, 1986) film da lui stesso diretto e tratto dal suo racconto Camion e con il suo romanzo Christine-La macchina infernale trasposto su pellicola da John Carpenter nel 1983. Da menzionare almeno anche La macchina nera (The Car, 1977) diretto da Elliot Silverstein. L’incipit è interessante, così come il personaggio della meccanica Charlie, ma Chiaverotti infarcisce la storia di elementi superflui (lo sfigato con il fumetto che causa la morte dell'amico), patetici (l’auto che si suicida citando Blade Runner) o del tutto fuori contesto (il vagabondo e i fantasmi che lo vogliono giustiziare). Fin qui nulla di diverso rispetto agli albi meno riusciti di Claudio ma il peggio è dietro l'angolo: la spiegazione finale lascia atterriti per la sua improbabilità e risibile è l’indizio grazie al quale Dylan elabora la sua teoria (la fotografia mostratagli dalla sorella della padrona di Tommy). Il cane con poteri ESP è davvero... troppo. Purtroppo non ci viene risparmiata neanche la tiratona moralistica. Per carità, lodevoli le intenzioni ma totalmente errato il modo in cui vengono veicolate: empatizzare con qualcuno che si diverte a uccidere è davvero proibitivo. I mini-manifesti di Sclavi&Casertano, tipo Chi abbandona gli animali è un mostro erano più azzeccati nella loro estrema brevità. A salvare in parte la baracca ci pensa il maestro Tacconi, giunto alla sua quarta e ultima prova dylaniata. Malgrado la trama sia priva di scene sadomaso o quasi soft-core che ne avevano esaltato il tratto in albi come Lama di rasoio o La iena, il buon Nando, all’epoca già ultrasettantenne, non fa rimpiangere i suoi altri lavori dylaniati. Non male anche la copertina di Stano con l’orda di macchine lanciate all’inseguimento del nostro.

Malgrado i difetti elencati, la storia si lascia leggere grazie alle fantasiose, se pur opinabili, sequenze degli omicidi orchestrate da Chiaverotti. Non arriva comunque alla sufficienza, ma si vedrà di peggio, purtroppo, su Dylan Dog.

Curiosità: (1) Per il secondo albo consecutivo uno dei comprimari legge una delle riviste a fumetti della casa editrice statunitense Warren Publishing. Dopo Creepy nel n. 105 stavolta tocca a Eerie (pag. 29). (2)Scopriamo che Dylan odia le spiagge affollate, peggio ancora delle discoteche (pag. 47)

BODYCOUNT: 15

TIMBRATURA: Sì (1, Charlie)

CITAZIONE: “Beh tutte le auto sono un po’ stregate. Ti siedi, giri la chiavetta e si muovono. L’unica spiegazione è la stregoneria. Logico no?”

VOTO:  5

Soggetto: Chiaverotti (36)

Sceneggiatura: Chiaverotti (37)

Disegni: Tacconi (4)

7 commenti:

  1. Non so quanto influisca il fattore nostalgia: anche quest'albo rientra tra i primi che ho comprato da ragazzino; mi esaltavano, li leggevo e li rileggevo più volte. Però questa storia mi piace un sacco: al 7 ci arrivo di sicuro, ma forse anche all'8.

    Segnalo che Timothy Brynard è identico a Ridley Murray, un personaggio ritratto dallo stesso Tacconi in “Lama di rasoio”.

    Tacconi credo abbia smesso di disegnare per problemi alla vista, ma so che stava scrivendo delle sceneggiature: una anche di "Dylan". Non so a che punto fosse tale sceneggiatura, ma è un peccato che nessuno l'abbia completata.

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    1. Questa della sceneggiatura di Tacconi non la sapevo. Fonte?

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    2. Sapevo solo che dopo Dylan disegnò ancora per Mister No e Nick Raider e per quest' ultimo scrisse anche 2 storie.

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  2. La fonte era il "Club dell'orrore" nel quale era annunciata la sua morte. Non ricordo però il numero preciso: bisognerebbe guardare su Wikipedia quando è morto e andare a sfogliare gli albi dei mesi successivi.

    Sto andando a memoria e non vorrei aver detto una castroneria, ma ricordo di aver letto così.

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    1. Sono andato a recuperare il numero. È nel Club del n. 239. Però si dice che Tacconi aveva in mente una storia per Dylan Dog, non che aveva iniziato a scriverla. E che, infatti, l'idea se l'è portata "lassù".

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  3. Ah, allora ricordavo male: pensavo fossero sceneggiature già cominciate. Chiedo scusa per la segnalazione errata :) .

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