sabato 8 ottobre 2022

Dylan Dog #108 - Il guardiano della memoria

 

In nessun tempo, in nessun luogo Soltanto lì potrete trovare la memoria perduta, negli archivi di un Inferno, ben custodita da efficienti funzionari. Chi è realmente Gordon Skindler, un comune assassino o un angelo caduto? Sì, forse non è di questa Terra, forse ha tradito la sua missione e nascosto una verità terribile dietro il velo dell'amnesia, forse ha fatto tutto questo per amore, per fermare gli ingranaggi del fato e sfuggire a se stesso… Al guardiano della memoria!

Dopo il n. 97 Ambrosini ci prende gusto e realizza un’altra combo testi+disegni. Insomma, a parte la copertina, sempre affidate alle capaci mani di Stano, fa di nuovo tutto lui. Purtroppo dopo quest’albo il Conte si congederà per parecchio tempo da Dylan Dog per dedicarsi ai suoi progetti personali. Occorreranno più di 15 anni per rivederlo all’opera sulla testata e quasi 20 per rileggerlo sulla serie regolare, ma ne varrà la pena. E a proposito di progetti personali… Appare evidente che questa storia sarebbe stata perfetta per il suo Napoleone, che avrebbe visto la luce di lì a poco sempre sotto l’ala protettrice della Bonelli. Già l’incipit ambientato “in nessun tempo, in nessun luogo” richiama il classico prologo napoleonico “al di sopra degli stagni, delle valli, delle montagne, dei boschi, delle nubi, dei mari” ecc. Lo stesso vale per la costruzione della sceneggiatura, suddivisa tra tre piani intercomunicanti: “realtà”, sogno del protagonista e altra dimensione (per Dylan l’inferno burocratico, per l’albergatore ginevrino il luogo dove abitano i prodotti della mente degli uomini). Eppure non mancano elementi classici dylaniati come gli “Inferni” che Ambrosini ha fatto spesso suoi dopo averli disegnati per Sclavi nel n. 46, integrandoli perfettamente nelle sue sceneggiature. Dylan che si risveglia non riuscendo più a riconoscere la realtà dal sogno richiama poi il n. 77 L’ultimo uomo sulla terra, in cui l’indagatore dell’incubo aveva vissuto una simile angosciante esperienza. E non mancano l’ironia, grazie all’idea semplice, ma geniale, dei due Groucho e frammenti di gioventù dylaniata e di futuro dei personaggi secondari, che fanno respirare ancora aria di “primi 100”. A far da ideale ponte tra le due serie la scrittura di Ambrosini: densa, stratificata, a tratti verbosa a tratti ermetica, ricca di citazioni colte, non facilmente interpretabile, forse ostica per qualcuno. Ma per me è un piacere leggere le storie del Conte e ammirare come qui i singoli pezzi dell'incasinatissimo puzzle vengano via via ricomposti sino alla sorprendente risoluzione. Non tutte le domande, alla fine, trovano risposta, lasciando all’immaginazione del lettore il compito di riempire i buchi. Trovo nettamente più appaganti albi come questi di quelli con il mega spiegone finale. Strepitosi anche i disegni, nettamente più curati che in Dietro il sipario, dove forse Ambrosini si era più focalizzato sui testi.

Curiosità: (1)L’incubo con il plotone di esecuzione strizza l’occhio a una celebre réclame degli anni 90 con Massimo Lopez come protagonista (“una telefonata allunga la vita”). (2) Non credo di aver mai visto Bloch sovrappeso come in questa storia (vedi prima vignetta di pag. 15).

BODYCOUNT: 5

TIMBRATURA:  No

CITAZIONE: “Sai, Dylan, penso che se tu avessi i soldi per pagarti la parcella saresti il miglior cliente di te stesso…”

VOTO: 9

Soggetto: Ambrosini (3)

Sceneggiatura: Ambrosini (2)

Disegni: Ambrosini (10)

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