giovedì 6 ottobre 2022

Dylan Dog #107 - Il paese delle ombre colorate

 

Peter Pencil si è perso. Si è perso dentro i suoi disegni, il suo lavoro, il suo mondo. Un paese popolato da ombre e colori senza spessore, ma capaci di uccidere! Mentre Peter dorme e vive la sua avventura lungo strade di cartone, l'inafferrabile Pink Rabbit torna a colpire nella realtà. Soltanto la bellissima Betty Bloom sa come rimettere tutto a posto e Dylan Dog dovrà seguirla oltre i confini della fantasia

Torna Pink Rabbit e tornano i due Luigi (MIgnacco e Piccatto, rispettivamente ai testi e disegni) in questo sequel inferiore al capostipite, malgrado le due storie siano, invero, poco comparabili. Se il n. 24 era un giallo classico, nonostante gli inserti cartooneschi, stavolta l’indagine di Dylan appare poco più che un pretesto per farlo viaggiare nel “paese delle ombre colorate”, che si scopre qui non essere un’allucinazione del nostro. Mignacco sforna una sceneggiatura in cui è evidente fin da subito l'intento di non prendersi sul serio, tra gag da cartoon, nomi improbabili (Peter Pencil…, un vezzo del buon Luigi M. quello di associare in qualche modo i cognomi dei personaggi alle loro professioni, vedasi ad esempio il Mark Question del n. 302), situazioni inverosimili e metafore esplicite (quando Dylan e Betty fanno sesso, immagini che mi hanno ricordato quelle di Una pallottola spuntata). Nel finale l’autore si diverte ancora, tirando in ballo la retorica sul Grande Amore “che tutto può” dopo averla ampiamente sbugiardata proprio dal voluto amplesso tra Betty/Bambola/Jessica Rabbit e Dylan. Tante, anzi troppe le strizzatine d'occhio al Roger Rabbit di Zemeckis, vero ispiratore dell'albo. Apprezzabile il Groucho serio (stupenda la battuta che riporto in citazione), che già sarebbe insolito di per sé, ancor più se utilizzato in una vicenda con contenuti tutt'altro che drammatici come questa. Il comportamento da macho di Dylan è invece irritante. Piccatto stavolta disegna la dimensione cartoonesca da solo, senza l'apporto di Cesare Valeri, e lo fa anche piuttosto bene, così come Stano nella coloratissima copertina.

Mi sarei aspettato un ritorno decisamente più horror per Pink Rabbit (Jumpo, no, davvero non si può sentire), invece di questa storiella leggera che sarebbe potuta andare bene al massimo per un “Grouchino”. La sua collocazione sulla serie regolare mi fa storcere il naso, con questa ostentata ricerca di un umorismo a tutti i costi (persino Bloch si mette a raccontare barzellette!). Per questo il mio voto è forse eccessivamente punitivo. Inutile aggiungere che la saga del coniglio rosa non finirà qui.

Curiosità: (1) Oltre che nel n. 24, Pink Rabbit aveva fatto una comparsata anche nel n. 48 Horror Paradise. (2)Pillola di metafumetto quando il coniglione si accorge di essere già a pag. 93

BODYCOUNT: 5

TIMBRATURA: Sì (1, Betty)

CITAZIONE: “Gli amici esistono anche per questo… per fare cose inutili!”

VOTO: 5

Soggetto: Mignacco (6)

Sceneggiatura: Mignacco (8)

Disegni: Piccatto (18)

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