Londra è impazzita! Un
misterioso virus che provoca orribili trasformazioni fisiche sta mietendo
numerose vittime. Corpi che si gonfiano come mongolfiere, che si liquefano come
ghiaccio al sole, che rimpiccioliscono alla grandezza di un insetto. Il panico
regna sovrano, la peste del terzo millennio è cominciata!
Speciale infinito, lunghissimo, a
tratti insormontabile. Partendo dai disegni, qui Roi conferma il trend negativo
imboccato negli albi immediatamente precedenti, anche se qualche zampatina di
classe qua e là ancora la piazza, vedasi le vignette grandi di pag. 144 e pag.
156. Troppo poco per non rimanere delusi, considerato che con la peste, quella “vera”
ci aveva saputo fare alla grande con La morte rossa, che aveva delle
immagini evocative potentissime. Qui dato che la peste c'è praticamente solo
nel titolo (il contagio è di tutt’altro genere), sarebbe stato forse più
adeguato il tratto di Piccatto. Passando ai testi, carina l'idea (di
Marcheselli e non di Barbato come invece detto nell’editoriale dello Speciale) di
adattare “I promessi Sposi” al formato Dylan o viceversa e, pur con qualche
forzatura, anche la chiosa finale della "Verità". Ma in verità vi
dico che per un tema simile, mutazioni connesse, la storia avrebbe dovuto
sbilanciarsi verso un tono più ironico e grottesco, forse anche più fantasioso
a livello iconico (e grafico). Paola invece è più interessata a una
sceneggiatura dylan-referenziale, anche quando il nostro non è in scena,
recuperando all'uopo una coppia di personaggi (Murray e Amber) che francamente
non avrebbero più dovuto avere nulla da dire dopo Il seme della follia
per non rovinarne la resa drammatica, cosa che qui puntualmente avviene. Ciò
non mi ha impedito comunque di apprezzare il giochino della riproposizione
della reiterata e fondamentale scena dello Speciale precedente. Cameo di
Xabaras inutile, se non per il discorso dell'applicazione della
"Verità" anche a Dylan, in un finale che pare già un presagio di
quello che ci saremmo dovuti sorbire nel ventennale. Anna Never, che torna nella
serie dopo quasi sette anni (l’ultima apparizione, se non sbaglio, era in Polveredi Stelle), trattata malissimo per gran parte dell'albo, si riscatta solo
parzialmente nel finale. In compenso alcuni personaggi di contorno si perdono completamente nella narrazione. Alla sufficienza la storia arriva, ma nulla più. Discreta la copertina di Stano a tema epidemiologico "classico".
Rileggendola oggi, tra contagio,
strade deserte, balloon che parlano di mascherine, guanti e disinfettanti, è
una storia che appare quasi tristemente profetica.
Curiosità: La filastrocca iniziale parafrasa in parte quella mitica di Attraverso lo specchio (vedasi citazione sotto).
BODYCOUNT: inquantificabile
TIMBRATURA: No
CITAZIONE: “La Peste che insidia,
la Peste che agguanta, la Peste rivela e d’orrore t’ammanta. La Peste schifosa,
la Peste lasciva, la Peste, la Peste che arriva!”
VOTO: 6
Soggetto: Barbato (24)
Sceneggiatura: Barbato (23)
Disegni: Roi (43)
Uscita: settembre 2005

Sono d'accordo: trasposizione di Manzoni abbastanza bislacca. Molto meglio "I promessi paperi" e "I promessi topi" 😀.
RispondiEliminaPerò la trovata di renderla una storia antecedente allo speciale precedente è stata senz'altro brillante!
I promessi paperi è un capolavoro!
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