Il ricevitore di Islington è
un potente catalizzatore, un varco attraverso cui si riversano sulla Terra i
sinistri alfieri di un inarrestabile contagio. Cosa unisce le perturbazioni
che, periodicamente, sconvolgono la superficie del Sole all'aumento di suicidi,
atti di violenza, incidenti che, da qualche giorno, stanno letteralmente
devastando Londra? Il professor Saltzman crede di saperlo e rende partecipe
delle sue teorie un insolitamente scettico Dylan Dog. Ma questo è il momento
peggiore per riscoprire le virtù della Ragione, e l'Indagatore dell'Incubo
precipiterà, insieme all'eccentrico scienziato e a sua figlia June, in un
orrore senza fine…
Abbiamo già avuto modo di notare
come a volte Pasquale Ruju per alcune sue sceneggiature prendesse idee, sue o
altrui, usate in altre storie dylaniate per comporre una sorta di “patchwork”
non sempre riuscito, anzi. Stavolta, invece, l’operazione riesce appieno e senza
blasfemia definirei quest’albo molto sclaviano, pensando allo Sclavi post-100
certo, quello più interessato a divertire, ma senza sfigurare dinnanzi alle
opere del papà di Dylan. I riferimenti cui Ruju materialmente attinge però
appartengono anche ai mitici primi 100. Il principale modello di riferimento è
ovviamente Gli Uccisori, l’albo che più di ogni altro ha generato figli
e figliastri nell’epopea dylaniata; il dialogo a pag. 10 tra Dylan e Bloch
sembra quasi preso di peso dal n. 5. Ci sono poi la strage alla posta, gli
zombi, la burocrazia dei “demoni” (vedasi il numero da prendere per farsi
“operare”), l’ambulanza con i “finti” infermieri, il gigantesco ripetitore, un
pizzico di metafumetto (a pag. 31 Groucho a Dylan: “chi scrive le tue storie
dovrà inventarsi qualcos’altro”), la possibile ambientazione in una realtà parallela,
il finale irrisolto. Tutta roba già vista e letta ma che qui, riproposta insieme
funziona alla grande. Aggiungiamoci tanta ironia macabra, la dose giusta di
splatter e horror, quel pizzico di non-sense e un finale beffardo che svela l’inganno
del prologo ed ecco servita una ricetta perfettamente riuscita. Il furbo incipit
con il seppellimento prematuro e il corteo con Bloch e Groucho zombi già
prometteva bene ; subito dopo si parte con l’acceleratore calcato a manetta con
le prime tre scene di omicidi, una più spettacolare dell’altro. Dopo una parte
centrale più tranquilla si torna a spingere forte con il risveglio di Dylan in
ospedale fino alla conclusione aperta a più interpretazioni. Sulla carta non
sembrerebbe una storia adatta a Brindisi e invece Bruno ai disegni sforna una
prova davvero molto convincente, agevolato da un inatteso ritorno al gore come in
Per un pugno di sterline. Peccato invece per la copertina di Stano:
bello l’effetto delle pennellate ma non mi piacciono né i tre “bruciacchiati”, né
la postura di Dylan che sembra più che altro schifato.
La migliore storia scritta da Pasquale Ruju per Dylan Dog a mio sindacabile giudizio, o almeno quella che io preferisco della sua produzione.
Curiosità: Macchie Solari è anche il titolo di un riuscito spaghetti thriller girato da Armando Crispino nel 1975. Anche nel film vi sono morti violente inizialmente addebitate a influssi metereologici, ma poi si va a parare da tutt'altra parte, spostandosi sui territori del giallo.
BODYCOUNT: Non quantificabile
TIMBRATURA: No
CITAZIONE: “Porte aperte verso
l’aldilà… verso il paradiso o l’inferno, come voi amate definirlo. E ora la
voce di quel paradiso, o inferno, è giunta fino a noi attraverso lo spazio”.
VOTO: 9
Soggetto: Ruju (44)
Sceneggiatura: Ruju (44)
Disegni: Brindisi (26)
Bellissima, ma per il primo posto della classifica pasqualina (nonché rujana), io mi giocherei l'albo del mese prossimo e "Il treno dei dannati"!
RispondiEliminaNon ti anticipo nulla dell'albo del "prossimo" mese.
EliminaNon si può dimenticare Polvere di stelle comunque.
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