Véronique Mercier è una
strega! No, non ci riferiamo a una donna dal carattere particolarmente
insopportabile; vogliamo proprio dire che è una seguace delle arti magiche,
anche se soltanto a fin di bene. Malauguratamente, questo dettaglio non la
mette al riparo dalle attenzioni di un folle che, nella cittadina di Beauport,
in Francia, sta catturando tutte le "sorelle". Per fortuna, Véronique
può ricorrere all'aiuto di Dylan Dog...
Prima (e finora unica) trasferta
in Francia per l’indagatore dell’incubo. Attenzione però a non farsi ingannare
dalla copertina! Dylan non mette piede a Parigi ma nell’immaginaria cittadina
di Beauport situata sulla costa bretone. E anche le streghe con cui si trova ad
interagire nulla hanno a che spartire con la vecchia megera a caval di scopa rappresentata
da Stano, essendo tutte fanciulle di bell’aspetto. Dall'Agnol e le streghe
vanno d'accordo fin dai tempi del n. 69 e di Witches! e, nonostante avesse
ormai da tempo abbandonato lo stile “manariano” degli esordi, anche qui il buon Pietro
non delude, regalandoci una Veronique decisamente affascinante, a tratti eterea.
I suoi suggestivi disegni sono indubbiamente la cosa meglio riuscita di quest’albo,
vedasi in particolare la splendida sequenza onirica da pag. 27 a pag. 31. La
storia non è poi così terribile come in genere la si dipinge, ma la
sceneggiatura soffre di:
1) Incongruenze:
ad esempio scopriamo che Dylan sa il francese. L’ispettore Roquefort gli fa i complimenti,
mentre Sandrine lo canzona dicendogli che credeva parlasse in polacco.
2) Forzature:
Dylan che guida con nonchalance in Francia, come conoscesse quelle strade sconosciute
da sempre (e senza lamentarsi della guida a destra!). Il suo stesso coinvolgimento nell'indagine.
3) Errori:
il più clamoroso è nel passaggio in cui Madame Trelkovski afferma che Kim (la
strega apparsa nei nn. 18 e 63) fosse sua nipote!! Io di nipote ricordo solo
Diana, quella apparsa nel n. 60, sicuramente Kim non ha mai avuto nessun tipo di
parentela con la Trelky. Incredibile che una svista del genere sia passata
indenne dalla supervisione che evidentemente in quel periodo era un po’ disattenta.
Le battute di Groucho sono in
gran parte riciclate, Ruju ci scherza sopra proponendo la gag delle ripetizioni,
che dopo un po’ viene a noia. L’ambientazione francese risulta sprecata e il
finale non è convincente. Da salvare ci sono le visioni indotte da Veronique,
la location delle torture e il look evocativo del killer, ma anche qui gran
parte del merito va attribuito ai disegni di Dall’Agnol. Le sevizie alle streghe invece scontano
pesantemente l'assenza di vera violenza e splatter su cui, in altri tempi, si
sarebbe pigiato l'acceleratore.
Curiosità: Come il precedente Necropolis,
anche L’uccisore di streghe è stato adattato come sceneggiato radiofonico
trasmesso, in 6 puntate, su Rai Radio2, nello stesso periodo della sua uscita
in edicola. Potete recuperarlo su Rai Playsound, cliccando qui e registrandosi (gratuitamente).
TIMBRATURA:
No
CITAZIONE:
“Io ho voluto conoscere il futuro. Sapevo già tutto fin dall’inizio… e non
si può cambiare il destino...”
VOTO:
5,5
Soggetto:
Ruju (53)
Sceneggiatura:
Ruju (53)
Disegni:
Dall’Agnol (12)

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