Le preziose creazioni
dell'alchimista-orafo Dagobert Chain sembrano spingere al suicidio chiunque ne
entri in possesso. L'unico che può sciogliere questo letale mistero, a giudizio
di Dylan, è lo stesso Chain. Ma c'è un problema… Il sinistro artigiano è da
anni ospite della clinica psichiatrica di Harlech!
Dopo il tonfo di FantasmaCercasi, questo settimo Maxi non riesce a riprendersi neppure con l’ultima
storia. Titolo spoiler e rappresentazioni ridicole dei Cobol by Montanari&Grassani
affossano completamente una sceneggiatura che non brilla per originalità; gli
oggetti "maledetti", in precedenza, erano già stati declinati in
molte salse nella serie. Ruju cerca di sopperire con mestiere e ritmo
sostenuto, senza riuscirci, perché succedono troppe cose e troppo in fretta per
far presa sul lettore. Il personaggio della ladra è poco credibile, in compenso
Dylan è del tutto irriconoscibile, a tratti irritante e tuttologo: a pag. 250
(o 54° tavola) scopriamo che sa pure fare il patologo dilettante. Il comportamento
di Dagobert Chain è insensato fin da quando compare, contraddicendosi più volte,
e la rivelazione finale poco aggiunge se non dare la sponda a M&G per la
decomposizione accelerata, questa sì ben realizzata.
Curiosità: (1)Dylan torna ad
Harlech dopo tempo immemore e riceve il consueto caloroso benvenuto da parte di
Lord Chester. (2) Cameo di H.G. Wells (relegato a una sola vignetta) che così
compare in due storie consecutive di questo Maxi. (3)A pag. 208 (12° tavola) Dylan
ascolta un vinile del clarinettista Benny Goodman. (4) Il De Praestigiis daemonium,
che il nostro legge a pag. 268 (o 72° tavola), è un’opera realmente esistente,
scritta dal medico olandese Johann Weyer, un best seller per l’epoca pubblicato
la prima volta nel 1563. Ignoro però se davvero vi fossero o meno citati i Cobol
o Coboli. (4) Dylan “va a segno” in tutte e tre le storie del Maxi, era già
successo nel secondo uscito nel giugno 1999.
BODYCOUNT: 3
TIMBRATURA: Sì (1, Courtney)
CITAZIONE: “A volte cercano un
ospite umano, si mostrano a lui, solo a lui, e poi si impadroniscono del suo
corpo… e aspettano. Aspettano.”
VOTO: 4
Soggetto: Ruju (54)
Sceneggiatura: Ruju (54)
Disegni: Montanari & Grassani
(49)

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