Rhonda Mitchell è una bella
ragazza con un grosso problema: è convinta che il Diavolo abiti nel suo
condominio. In effetti, sotto l'apparente tranquillità di quell'anonimo palazzo
di periferia, si nasconde qualcosa di tenebroso. Rhonda stessa è stata
testimone oculare di inspiegabili avvenimenti: bambole che si animano,
elettrodomestici che impazziscono... Ora, dopo il fallito intervento
dell'esorcista di quartiere, Rhonda, a nome di tutti gli altri condomini, va a
chiedere aiuto all'unica persona in grado di chiarire il mistero: Dylan Dog!
A un solo mese di distanza dalla
sua peggior storia in assoluto, Masiero sorprende con quella che da molti, me
compreso, è considerato il suo miglior lavoro dylaniato. E’ comunque un albo…
strano, indefinibile, in cui la somma delle singole parti farebbe fatica a
raggiungere la sufficienza. L'incipit, dopo la prima promettente pagina, sembra
un'indagine come tante almeno fino a che Dylan non riesce a varcare la porta
dell'appartamento del misterioso inquilino. Da qui è come se il nostro entrasse in un’altra
dimensione (più o meno è davvero così), con le maschere a rendere perturbante
l'atmosfera settando il mood giusto per quel che succederà dopo. Tra l’altro
quando Dylan ne indossa una è impossibile non pensare a La maschera del demonio. E’ però il lunghissimo flashback ambientato in una Londra vittoriana
la vera carta vincente di Masiero, con rimandi indiretti alla leggenda di “Jack
lo squartatore” e soprattutto a Lo strano caso del Dr. Jekyll & Mr. Hyde
di Stevenson. Il culmine si raggiunge con l'arrivo del Dylan-Merrid a Gravy
Lane e l'incontro-scontro con il Merrid-Dylan fino alla distruzione della
maschera, tanto da rendere il finale banale e qui anticlimatico per quanto
funzionale. Lo stesso Freghieri sembra credere di più nel flahback, dove riesce
a tirare fuori alcune tavole notevoli come lo scorcio d’inferno a pag. 66
(guarda caso!). Nel resto invece l’artista piacentino pigia forte sull’acceleratore,
quasi svogliatamente. Quella lì a pag. 26 sarebbe Madame Trelkovski???
Confrontandola con quella disegnata dallo stesso Freghieri in, che so, Frankenstein!
non sembrano neanche parenti. Tra le sue prove peggiori. Invece Stano tira finalmente
fuori una gran bella copertina, con l’inquietante Dylan senza volto e le
maschere a riprodurre volti che lo osservano tra cui proprio il suo!
BODYCOUNT: 2
TIMBRATURA: No
CITAZIONE: “Se non stessi per
morire sarebbe buffo il fatto che non mi viene in mente nessun ultimo pensiero
importante… Anzi non mi viene proprio da pensare… a niente…”
VOTO: 7
Soggetto: Masiero (5)
Sceneggiatura: Masiero (5)
Disegni: Freghieri (42)
Uscita: novembre 2005

Per me c'è un livello di demenzialità non tanto inferiore a "Il cielo può attendere", ma perlomeno sono storie che non annoiano! La mia preferita di Masiero è "La locanda alla fine del mondo".
RispondiEliminaMa è una sensazione solo mia o le copertine di questo periodo sono leggermente ruvide al tatto?
Di sicuro sono meno lisce, sì.
EliminaA meno che non cambi idea con questa nuova rilettura, i nostri giudizi sulla "locanda" saranno assai divergenti.
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