Quella che Dylan Dog vede
sfrecciare nel cielo non è una comune stella cadente, bensì una capsula
spaziale. E dentro c'è un piccolo ET bisognoso di affetto e protezione, che
Dylan ribattezza Roger. Se non fosse per la sua enorme testa, Roger sembrerebbe
proprio un bambino come gli altri… Ma se invece non fosse neppure un alieno
come tutti gli altri?
Sull’Horror Club del n. 206
(inedito), la redazione informava i lettori che il 12° Gigante avrebbe dovuto originariamente
ospitare una storia disegnata da una guest star: il martinmysteriano Giancarlo
Alessandrini. Tuttavia l’artista non era riuscito a completare il lavoro in
tempo per la pubblicazione e così la storia (che sarà poi intitolata Il
senza nome) veniva rimandata al Gigante in uscita nel 2004. A metterci una
pezza nel 2003 sono quindi chiamati Tito Faraci, già reduce dalle lunghe
fatiche dello Speciale n. 17, e Giovanni Freghieri che in quanto a velocità di
esecuzione non era secondo a nessuno in quel periodo. Se Piovuto dal cielo
fosse un rincalzo allungato per l’occasione o fosse già in caldo per altra
pubblicazione in altro periodo probabilmente non lo sapremo mai. Quello che è
certo è che ho sempre avuto serie difficoltà a terminarlo, perché sembra non
finire mai. Il che non è esattamente un pregio. L’inizio non è neanche da
buttare, anche se si tratta di roba vista e stravista su Dylan Dog, vedasi in
particolare il ragazzino "diverso" a cui il nostro si affeziona fin
dai tempi di Johnny Freak passando per la Pearl di Scanner (il modello
più vicino a quello del piccolo Roger), l’”incontro ravvicinato” nella campagna
inglese e le solite schermaglie con l'esercito britannico. Faraci tenta
qualcosa di nuovo omaggiando i comics americani: le origini di “Steel Man” sono
un evidente richiamo a Superman (“Man of steel”), la trappola in cui finisce Dylan
ricorda quelle complicatissime in cui è spesso costretto Batman, ecc… Una
spruzzata di E.T. e un tocco di Unbreakable
condiscono il tutto. Nella parte finale però la storia scivola spedita in
zona trash con il robottone cui viene impiantato il cervello del serial killer
(!!! Quale scienziato lautamente pagato da un governo non lo farebbe??) e Dylan
e Lord Wells che entrano agilmente nella base militare come novelli James Bond,
con il nostro addirittura in volo (!!!) a bordo di un tandem-dirigibile!
Discreto il lavoro di Freghieri, tenuto conto che probabilmente ha avuto meno
tempo del solito per illustrare le 236 pagine di questo Dylandogone. Si fanno apprezzare
soprattutto le tavole di “Steel Man” e le grazie di Karen, con seno in bella mostra
come non si vedeva da tempo nella serie; diverse altre vignette, invece, sono proprio “tirate
via”. La copertina di Stano è terribile, tra le sue peggiori in
assoluto.
Curiosità: (1) Nella seconda
decade dylaniata Lord Wells è comparso ben poco, ma nell’annata 2003 sono ben 3
le sue apparizioni, due addirittura nello stesso mese: oltre che qui aveva infatti
fatto un cameo anche in Nebbia, mentre qualche mese prima ne Il dittatore
aveva avuto anche un ruolo discretamente rilevante. (2)A pag. 39 (35° tavola) vediamo
una Craven Road che non ricordo essere mai stata così trafficata. (3) A pag. 13
(9° tavola), 3° vignetta in alto, una nuvoletta scura sembra uscire dalla bocca
di Dylan. Difetto della mia copia? O inserto errato rimasto lì?
BODYCOUNT: 10
TIMBRATURA: Sì (1, Karen)
CITAZIONE: “Sì, sono
maledetto… il male è entrato in me! L’ho accolto come si fa con un vecchio
amico…”
VOTO: 5
Soggetto: Faraci (8)
Sceneggiatura: Faraci (8)
Disegni: Freghieri (38)

La prima parte mi è piaciuta: soprattutto nel vedere Dylan e Groucho nei panni di "padri". Poi la seconda parte è obiettivamente troppo sopra le righe.
RispondiEliminaE sì, si nota che la vicenda è stata allungata oltremodo: secondo me era stata pensata per le 160 pagine dello speciale.
Comunque un 6 glielo do. Se usassi i mezzi voti, anche un 6.5.