Un assassino enigmista, una
tragedia sepolta dal peso degli anni, una ragazza condannata a trascorrere la
vita in un manicomio criminale, che viene consultata da Scotland Yard in
relazione ai casi più oscuri e morbosi. Ma quali demoni abitano la mente di Angelique?
Che cosa può averla spinta a massacrare tutta la sua famiglia? Per Dylan Dog e
l'ispettore Bloch, la conclusione delle indagini sarà ancora più amara di
quanto si sarebbero aspettati…
Storia che testimonia la definitiva maturità di Paola Barbato come scrittrice di fumetti. La sceneggiatura è infatti inappuntabile e misurata con la dovuta maestria e lo spiegone finale è finalmente ridotto nei giusti ranghi. L’albo ha riscosso un buon successo da parte dei lettori, tanto che ne verrà realizzato un seguito, Frammenti pubblicato sul n. 442 della serie regolare oltre vent’anni dopo l’uscita di Sciarada. Gran parte di questo positivo riscontro è da attribuire innegabilmente al personaggio di Angelique che così viene descritta sulle pagine dell’Horror Club: “ti strappa il cuore e ti riduce in poltiglia il cervello… Impossibile non innamorarsi di una come lei e la colpa è di Luigi Piccatto che l’ha disegnata pensando ad Angelina Jolie (o almeno alle sue labbra) e di Paola Barbato che l’ha dotata dell’ intelligenza ambigua di Hannibal Lecter, della dolcezza straziante di Elephant Man e della dolorosa rassegnazione di Nikita”. Le sciarade del titolo sono invece un elemento curioso che funziona a livello visivo nella ricomposizione dei cadaveri delle vittime all’interno delle scene del delitto, ma si viene a perdere nella soluzione nel passaggio dall’inglese (la lingua che dovrebbe essere parlata da Dylan e soci) all’italiano (quella che poi effettivamente è usata). Funzionano i comprimari, dal “simpatico bastardo” Peter Giltslack (che nelle fattezze mi ricorda Ray Liotta) all’insospettabile polizioto in pensione Rascal Herbst. Gustoso il finale che rimescola le carte come nella migliore tradizione. In combo con Barbato, Luigi Piccatto dimostra ancora una volta di trovarsi a proprio agio. Certo la cura maggiore è posta sui primi piani di Angelique, ma in generale i disegni del compianto Luigi riescono ad enfatizzare la tensione veicolata dalla sceneggiatura, in particolare nella sequenza ambientata nella tetra e soffocante casa abbandonata in cui Dylan subisce l’aggressione. Scena ripresa anche nella copertina di Stano, che si riscatta con un buonissimo lavoro dopo la scialba cover del n. 190. La cover contiene inoltre una sciarada la cui soluzione è facilmente intuibile.
L'unica obiezione che posso
muovere non è rivolta all'albo (che comunque da avido consumatore di thriller
mi ha sempre lasciato un po’ freddino), ma alla redazione che nel giro di
pochissimo tempo fece pubblicare tre storie con una soluzione finale molto
simile, ovvero “il poliziotto sconvolto dal suo lavoro che..:” La terza faccia della medaglia (a pag. 59 di questo n. 191 c'è quasi una citazione quando Dylan pensa alle due facce della medaglia e lui in mezzo), La voce del Diavolo e appunto Sciarada.
Curiosità: (1) Il galeone viene
finalmente finito, ma da Giltslack, che poi lo fracassa poco dopo “per conto”
di Dylan. (2) All’interno dell’Horror Club (inedito) un bel disegno di Bruno
Brindisi ci mostra un Dylan ancora una volta schierato in prima linea contro l’abbandono
degli animali, un appuntamento ricorrente nel periodo estivo. Come l’anno
precedente Dylan aderisce alla campagna promossa dagli amici della ”Lega
Nazionale per la difesa del cane”.
BODYCOUNT: 9
TIMBRATURA: NO
CITAZIONE: “Anagrammando le
tre parole chiave se ne otterranno altrettante, di tre, cinque e ancora tre
lettere… la soluzione della sciarada.”
VOTO: 8
Soggetto: Barbato (13)
Sceneggiatura: Barbato (12)
Disegni: Piccatto (36)
Questo è stato il primo albo di Paola che mi abbia lasciato davvero a bocca aperta. Albi precedenti, come “Lo specchio dell'anima” o “Il seme della follia”, li ho apprezzati attraverso le riletture, ma non era stato amore a prima vista. E ancor’oggi mi entusiasmano meno di questa, che metto sul mio podio paolesco (nonché barbatiano) assieme a “Necropolis” e “La scelta” 😉 !
RispondiEliminaNecropolis e Lo specchio dell'anima le mie preferite. Sul terzo gradine del podio metto Il senza nome.
EliminaVero: mi ero dimenticato "Il Senza Nome", che potrebbe stare tranquillamente sul podio!
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