giovedì 21 settembre 2023

Dylan Dog #127 - Il cuore di Johnny

 

Johnny Freak è morto, tanto tempo fa. Dietro di lui, è rimasta, però, l'ombra degli orrori che aveva subìto: i suoi genitori sono stati uccisi da una mano spietata e il fratellastro Dougal  il più terribile dei suoi aguzzini è scomparso nel nulla. Chi sta realizzando questa vendetta? È davvero lo spettro di quel vecchio amico? Dylan non può crederlo, perché sa che l'odio non ha mai trovato spazio nel cuore di Johnny!

Uno degli albi più odiati, se non il più odiato in assoluto dai lettori dylaniati, quando paradossalmente è stata gran parte di loro a invocare incessantemente un seguito alle vicende narrate nel #81. E forse se si vuole trovare il principio di un decadimento della serie, che alcuni indicano in Johnny Freak, è invece probabilmente a questa storia che potrebbe essere ascritto. Non tanto per un discorso qualitativo, anzi: presa in sé e per sé Il cuore di Johnny è una buona storia che non tradisce lo spirito del prequel, ben sceneggiata e disegnata, anche se il tratto di Casertano trascina verso un’atmosfera maggiormente orrorifica rispetto al lavoro più emozionale firmato da Venturi. Il problema è che è evidente che gli autori di soggetto (Marcheselli) e sceneggiatura (Sclavi) abbiano scritto doverosamente, e ribadisco con tutta la loro professionalità, questa storia per tributo ai fan. Johnny Freak, d’altronde, rappresenta il successo “commerciale” più grande di Dylan Dog, se non in termini di vendite (potrebbe essere, ma lo ignoro) sicuramente in popolarità, quindi un sequel era per molti versi inevitabile. Lo Sclavi che scrive "per obbligo" (a pag. 62 per bocca di Dylan dichiara che “non avrei voluto che ci fosse un seguito”), non è uno Sclavi libero di esprimersi come vorrebbe. Lo si sa dal #100. Qui il dazio da pagare è la lacrima facile, cui non si può sfuggire, come era facile intuire, nel finale. Ma i dialoghi restano ottimi, così come le battute di Groucho. Il Dylan che si incazza a bestia, cede all’alcol e scatena una rissa in ospedale per salvare Botolo è un Dylan autentico al 100%. Forse proprio per questo Sclavi reagirà male alle critiche dei lettori, giudicate ingrate, come si vedrà nella Horror Post dei numeri successivi. E chissà che anche il fatto che Marcheselli non abbia più scritto soggetti dylaniati dopo questo (se si esclude il suo “zampino” nel n. 403, oltre vent’anni dopo!) non sia dipeso dalle critiche piovute in redazione.

Io di questo problema e di questa crisi di rigetto non soffro e mi godo questo Cuore di Johnny per quel che è: un buon albo, se pur in gran parte prevedibile (fin dalla bella copertina di Stano che ci presenta un Dylan sgomento davanti a quello che dovrebbe essere il suo sfortunato amico di spalle), impreziosito dai bei disegni di Casertano che ammiccano ancora al suo stile pre-100.

L'unica parte che non ho mai ben digerito è quella del Cimitero dei Freaks. Dylan si scalda tanto quando qualcuno usa quell'appellativo per Johnny e poi lo fa tumulare in un cimitero-ghetto? Ma…

BODYCOUNT: 5

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Le persone sono come le parole dei romanzi o delle poesie… in sé non sono niente… hanno un senso e diventano belle solo quando si mettono bene insieme…

VOTO: 7,5

Soggetto: Marcheselli (10)

Sceneggiatura: Sclavi (104)

Disegni: Casertano (17)

8 commenti:

  1. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi del nuovo corso di Dylan. All’epoca quest’albo non mi dispiacque, letto oggi invece lascia presagire come dici tu un primo decadimento della serie. Antonio

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    1. Ciao Antonio. Se per nuovo corso intendi quello inaugurato con Barbara Baraldi come nuova curatrice direi che è ancora molto presto per formulare giudizi. Ci vorrà ancora qualche mese per farsi un'idea precisa, anche perché ora stanno uscendo (e usciranno ancora per un po') storie scritte sotto la gestione Recchioni.

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    2. Ammetto che io ero tra i sostenitori di Franco Busatta come possibile successore di Recchioni, visto che come curatore dell'Old Boy sta facendo uscire storie davvero interessanti e anche sperimentali (alla faccia di quello che dovrebbe essere il Dylan "classico"). Ma ammetto che la scelta di Baraldi ha tutto un altro appeal. Di Barbara mi è piaciuto subito l'entusiasmo da fan che ha palesato nelle prime uscite come curatrice. Speriamo riesca a trasmettere la stessa passione anche nel suo nuovo incarico.

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    3. A me Recchioni come autore soprattutto e come promotore dell’entrata di talenti come Bilotta, Cavenago, Carnevale non è dispiaciuto. Come curatore un po’ meno. Ciao Antonio

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    4. Anche io nettamente lo preferisco come autore. Come curatore per me ha fatto bene, anzi benissimo, subito durante la "fase 1" in cui si è trovato a rimaneggiare i lasciti della gestione precedente. I suoi tentativi di innovare il prodotto però hanno fallito. Il ciclo della meteora, al di là della qualità dei singoli albi, si è rivelato deludente nel complesso soprattutto visto che era stata sbandierata una continuity che poi di fatto mai c'è stata Il Dylan 666 è stato abortito praticamente subito, anche se non per colpa sua. Ma ci sono anche cose che hanno funzionato bene, tipo il dare il la al Pianeta dei Morti come vera e propria saga approdata sullo Speciale. Magari tra qualche decennio arriverò a parlarne sul blog.

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  2. Io amo questa storia. L'ho letta prima di "Johnny Freak", anzi, è una delle prime che ho letto in assoluto, quindi potrebbe anche influire il fattore affettivo. Però mi ha davvero emozionato, compreso il finale al cimitero.

    Su Casertano, la butto lì: è la sua miglior prova dylaniata? Dovrei pensarci su e dare un'occhiata anche agli altri albi che ha disegnato, ma una prova grafica migliore di questa è difficile da trovare.

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    1. Dì la verità che ti aspettavi lo stroncassi! Casertano ottimo ma il migliore per me rimane quello de La casa degli uomini perduti.

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  3. Non sapevo cosa aspettarmi da te in questo trittico: ti anticipo che io amo alla follia anche i successivi due albi!

    Sì, pensandoci bene anche "La casa degli uomini perduti", "Memorie dall'invisibile" e "L'inquilino del terzo piano" sono straordinari, anche per alcune riprese "distorte" che aumentano l'inquietudine nel lettore. Diciamo che sceglierne una è difficile, ma questa rientra nel lotto delle migliori!

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