venerdì 14 novembre 2025

Dylan Dog #224 - Sul filo dei ricordi

 

In uno straordinario albo tutto a colori, Dylan intraprende un'indagine che lo porta lungo il sentiero nebbioso della memoria. Eva Collins ha vissuto la sua morte. La ragazza rammenta perfettamente ogni particolare del momento in cui la mano di un killer senza volto si è accanita con violenza su di lei. Il fatto è reso ancora più strano dalla malattia di cui è affetta la ragazza: nella sua mente, infatti, non rimane traccia dei ricordi recenti, che vengono rimossi inspiegabilmente dopo poche ore. Eva affida a Dylan Dog un incarico paradossale: trovare chi l'ha uccisa. Per riuscirci, l'Indagatore dell'Incubo deve illuminare le numerose zone d'ombra del passato della sua nuova, inquietante cliente...

Storia da ricordare solo per il colore "fuori stagione", che non riesce a valorizzare i disegni di Freghieri (o viceversa). Come mi è capitato di osservare più volte, Ruju ha per le mani un soggetto dalle interessanti potenzialità che finiscono con il disperdersi in fase di sceneggiatura. Peccato perché lo spunto iniziale è ispirato a quel capolavoro cinematografico che è Memento, ma si va presto purtroppo a parare da tutt'altra parte; una storia costruita "a ritroso", come il film di Christopher Nolan, sarebbe stata molto più affascinante. Tra l'altro la perdita della memoria breve è espediente utilizzato poco e male nell'albo: Eva quando si risveglia si ricorda quasi sempre di Dylan (!) e si ricorda di tutti gli omicidi (!!) pur non consultando i suoi block notes. Il finale poi è addirittura contraddittorio… I pazienti del Dottor Manson, Eva compresa come lei stessa dichiara a inizio albo, hanno tutti problemi di amnesia “recente” ma ricordano perfettamente il loro passato. Invece all’assassino (e non solo a lui) avrebbero cancellato anche la memoria passata. Mah… In compenso Dylan riesce a riconoscere un vicolo (tra le migliaia che ci saranno a Londra) solo sulla base di una descrizione a voce della cliente del mese. Intrighi politico-militari, personaggi stereotipati, un tocco del tutto inutile di paranormale e uno sviluppo prevedibile appongono il bollo di "mediocre" su questa storia che si rivela un gialletto come tanti, malgrado le positive premesse iniziali. Sergio Bonelli, dalle pagine dell’Horror Club (inedito), informava i lettori che la scelta della colorazione non legata ad un albo “celebrativo” era un suo capriccio, già deciso prima dell’aumento di prezzo delle pubblicazioni bonelliane (che proprio in quel mese aumentavano di 10 centesimi). Comunque sia, uno spreco averla utilizzata considerata la qualità della storia e la resa del colore che nulla aggiunge (se mai toglie) ai disegni di Freghieri che almeno riesce ad arricchire la sua galleria di modelle con la bellissima Eva, tra le ragazze dylaniate più affascinanti che siano uscite dalle sue matite. Intenso il primo piano di Dylan nella copertina di Stano che, con l’effetto delle gocce sul vetro e il killer in ombra sullo sfondo, rimane la cosa migliore di quest’albo. Con quel logo colorato e il titolo mi sarei aspettato una storia sul passato dell’indagatore dell’incubo. Invece…

Curiosità: Nell’Horror Club (inedito) veniva annunciata l’uscita della miniserie bonelliana Brad Barron che vedeva coinvolti autori dylandoghiani come Tito Faraci (autore di tutti i testi), Fabio Celoni (copertinista) e Bruno Brindisi (disegnatore del primo numero).

BODYCOUNT: (11)

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Fra poco forse non ricorderò di essere stata qui, né di averti conosciuto”.

VOTO: 5

Soggetto: Ruju (60)

Sceneggiatura: Ruju (60)

Disegni: Freghieri (41)

Uscita: Maggio 2005


5 commenti:

  1. A me non è dispiaciuta, anzi, ho apprezzato il finale malinconico, però, in effetti, per un albo a colori avrebbero potuto scegliere una storia più importante!

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    1. Non hai commentato l'albo precedente. Devo dedurre che sei d'accordo con me?

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    2. Sì, sono d'accordo! Poi provo a impormi di non commentarli tutti, per non diventare molesto, solo che poi non resisto e commento lo stesso 😆.

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