sabato 8 novembre 2025

Dylan Dog #222 - La saggezza dei morti

 

Dylan deve trovare il modo di fermare una orribile epidemia di ritorni dall'Aldilà che ha il suo epicentro a Lowhill, una tranquilla cittadina di provincia, dove i morti escono dalle tombe e vagano per le strade che percorrevano da vivi!

I morti, come recitava un celebre spot di un altrettanto famoso amaro italiano, conoscono la ricetta contro il logorio della vita moderna. I vivi invece sembrano ignorarla; questa è la morale di questo n. 222 in cui Medda si diverte a ribaltare i classici clichè della serie: basta con il classico paesino della brughiera inglese mezzo abbandonato e con i pochi residenti che sbirciano dalle finestre, i morti non sono zombi se mai ritorna(n)ti con qualcosa da dire (anche se diversi da quelli di Sclavi), un'indagine che va a parare da tutt’altra parte rispetto a ciò che sembrava all'inizio, una finta/vera casa infestata. Se da una parte la storia offre spunti originali, dall’altra soffre però di disequilibrio narrativo: troppo lungo lo spiegone finale che arriva davvero troppo presto (praticamente da pag. 82). Si ha poi una sensazione di inconcludenza nel seguire l’indagine di Dylan ed ho trovato pretestuosa, se pur funzionale, l'improvvisa morte di Brian. Medda mi pare abbia sacrificato un po' di pathos per non perdere di vista il messaggio che voleva mandare, seguendo un’impostazione didascalica più razionale che emozionale, lasciandosi veramente andare solo nella bellissima e quasi poetica ultima pagina. Chi non ha smesso di andare di fretta è Freghieri che non riesce ad essere incisivo come in altre occasioni, stavolta neanche con i primi piani. Gli zombi poi hanno fisionomie poco definite, funzionano meglio quando non li vediamo in viso. La copertina di Stano ricrea un’atmosfera bella orrorifica, con un effetto luce che pare però avere qualcosa di posticcio.

Curiosità: A pag. 16 Groucho cita Xabaras che però non ha nulla a che fare con ciò che succede a Lowhill malgrado la presenza di morti viventi.

BODYCOUNT: 1

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Ho tutto il tempo del mondo, io”.

VOTO: 6,5

Soggetto: Medda (13)

Sceneggiatura: Medda (13)

Disegni: Freghieri (40)

Uscita: Marzo 2005


1 commento:

  1. Stavolta siamo in simbiosi totale: anch'io, nel mio archivio, avevo usato l'aggettivo "didascalica" 😀!

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